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lunedì 11 luglio 2011

Niccolo Ammaniti - Io Non Ho Paura

Io non ho paura

Romanzo di formazione che analizza la mentalità e le paure dei bambini ed è impiantato su una storia thriller di un sequestro. La storia si svolge nel 1978 in un ipotetico paesino del Meridione chiamato Acqua Traverse formato da poche case disperse nei campi di grano. Il protagonista è Michele che, durante una delle sue scorribande, scopre un bambino chiuso in un pozzo in una casa abbandonata. Egli comincia a prendersi cura del ragazzino, Filippo, fino a diventare amici, tanto che, quando scoprirà che suo padre e altre persone del paese, responsabili del rapimento, vogliono ucciderlo, lo aiuta a fuggire, ma Michele rimarrà ferito alla gamba dallo stesso padre. Nelle prime pagine del romanzo ci viene descritto tutto il paesaggio che circonda il paese siciliano, dominato dall’afa e dall’aridità, nonostante vi siano enormi distese di grano. Questo cereale, che dovrebbe rappresentare la ricchezza, denota invece arretratezza e desolazione, anche attraverso espressioni come: “il caldo sbriciolava la terra, entrava nelle pietre, bruciava le piante, uccideva le bestie, infuocava le case; si schiattava; campagna rovente e abbandonata; case diroccate". Subito dopo ci viene presentata la banda di Michele: il capo, Antonio Natale, detto “il Teschio”, è il più grande, ha dodici anni,prepotente, autoritario, egoista e insensibile, qualità che gli permettono di essere subito riconosciuto come capo anche se nessuno lo ama. Inoltre, per punire ogni sgarro da parte degli altri amici, usa come arma la violenza e sfrutta la paura di essere picchiati. Poi c’è Salvatore Scardaccione, nove anni, il miglior amico del protagonista: è un bambino solitario ma forte e intelligente. Infine c’è Barbara, l’unica bambina del gruppo, che ha undici anni, è un po’ cicciotella e si innamora di Michele, colpita dalla sua bontà. Michele invece è un bambino di nove anni, proveniente da una famiglia povera; gli piace il gioco del calcio e fare escursioni sulla “Scassona”, la vecchia bicicletta del padre, con la sua banda di amici. È proprio durante una di queste che viene a conoscenza di un terribile segreto: nel pozzo di una casa abbandonata è nascosto un bambino, Filippo Carducci, originario di una ricca famiglia di Pavia, rapito e poi rinchiuso in piccolo “buco” al buio, nella sporcizia e nella solitudine. Michele decide di aiutarlo sia con mezzi materiali (offrendogli cibo e lavandolo) che con la compagnia e l’amicizia, così da diventare il suo angelo custode. Grazie alla sensibilità, il coraggio, la fedeltà di Michele, Filippo ricomincia a vivere. Un tema molto importante è dunque il coraggio, da entrambe le parti: da parte di Filippo perché, pur essendo stato travolto e traumatizzato dall’allontanamento dai genitori, dalla solitudine e dal buio totale, che nei bambini incute spesso terrore, riesce comunque a darsi la forza per continuare a vivere. La figura forte e coraggiosa è però quella di Michele, che riesce a sconfiggere la paura iniziale nel vedere il bambino ridotto a cadavere e quelle che nascono dal paesaggio solitario e arso, attraverso l’uso della fantasia e dell’intelligenza. Intanto però Michele scopre, attraverso la Tv e i comportamenti di Felice, uno dei rapitori, che dietro il sequestro ci sono gli adulti del paese, compreso suo padre: questo rappresenta per lui un duro colpo perché rimane molto deluso dal genitore, il cui comportamento gli dà conferma che il mondo degli adulti è un mondo cattivo, losco e immorale, dove molti preferiscono fare del male ad una famiglia innocente solo per ricavarne denaro. L’ultima parte del libro è quella più dinamica e sconvolgente, piena di colpi di scena, a partire dall’accesa discussione degli adulti in cui si decide di uccidere l’ostaggio, alla fuga di Michele dalla sua stanza e la sua lotta contro il tempo e la paura per salvare Filippo e infine il suo sacrificio per una giusta causa. Qui si vede la grande forza di volontà dei bambini di cambiare il mondo negativo che li circonda e di non darla vinta alla crudeltà degli adulti, addirittura a costo di sacrificare la propria vita. Michele, oltre a dimostrare coraggio e altruismo, ci fa capire che il bene trionfa ancora sul male, e la cosa più bella è che lo fa consapevolmente: non è stato un caso che sia stato sparato, nel senso che lui sapeva già a cosa sarebbe andato incontro, ma non ha avuto paura, la sua determinazione e la sua bontà hanno scacciato via tutti i lupi, le civette, i signori delle colline, i terribili maiali e tutti gli altri mostri che le tenebre potevano nascondere. Ammaniti in questo libro ha saputo raccontare di bambini, del loro universo, le loro paure e i loro sogni. Link rimosso

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