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mercoledì 20 luglio 2011

Andrea Vitali – Tutte Le Opere

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Andrea Vitali – La leggenda del morto contento (2011)

«Tra tutti coloro che gli affidavano la cura delle loro barche, se c'era uno che il Baldi non avrebbe mai e poi mai voluto vedere lì ai suoi piedi, lungo tirato sul porfido della piazza dopo esser morto per annegamento, quello era proprio il giovane Gorgia.
La ragione era presto detta. In paese, e non solo, poco si muoveva se il Gorgia padre non voleva.
I Gorgia, gente che se ne andava in giro con la sacca dei diritti davanti e quella dei doveri a penzoloni, dietro, sulla schiena.
La vedeva brutta, in quel momento, e avrebbe cambiato volentieri il suo posto con chiunque, perfino col sacrista che aveva la faccia scavata dal vaiolo.»
È il 25 luglio 1843, una mattina d'estate senza una nube e una luce che ammazza tutti i colori. Due giovani in cerca d'avventura salpano su una barchetta con tre vele latine. Dal molo di Bellano, li segue lo sguardo preoccupato del sarto Lepido: non è giornata, sta per alzarsi il vento. L'imbarcazione è presto al largo, in un attimo lo scafo si rovescia.
Un'imprudenza. Una disgrazia.
Ma la tragedia crea un problema.
A riva viene riportato il corpo dell'irrequieto Francesco, figlio di Giangenesio Gorgia, ricco e potente mercante del paese. Il disperso è Emilio Spanzen, figlio di un ingegnere che sta progettando la ferrovia che congiungerà Milano alla Valtellina. Due famiglie importanti. Bisogna a tutti i costi trovare un colpevole.
Per la prima volta, Andrea Vitali risale il corso del tempo, verso l'Ottocento, per raccontare un altro squarcio della sua Bellano.
Ritroviamo così l'eco della dominazione austriaca, con i notabili e i poveracci, gli scapestrati e le bisbetiche, le autorità e gli ubriaconi…
Tra lacrime e sorrisi, La leggenda del morto contento racconta una storia di padri e di figli, di colpevoli e di innocenti, di giustizia e di malagiustizia: ottocentesca, ma solo in apparenza.

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Andrea Vitali – Il meccanico Landru (2010)

In un freddo pomeriggio d'inizio gennaio 1930, alla stazione di Bellano scendono sei uomini malvestiti e con la barba lunga. È la squadra di meccanici che dovrà montare i nuovi telai elettrici nel cotonificio: come spesso accade nei momenti di crisi economica, servono macchine moderne per produrre di più con meno operai. Ma non è questo l'unico turbamento che gli intrusi portano nella piccola e quieta cittadina. Perché si trovano subito al centro di una memorabile rissa, che turba il ballo organizzato per festeggiare le nozze del principe Umberto con Maria José. Nel gruppetto c'è un meccanico dall'aria fascinosa e dal nome bizzarro: Landru. Saranno in molti, e per diversi motivi, a sperare che il misterioso ospite possa aiutarli a realizzare i loro desideri.
Con Il meccanico Landru, Andrea Vitali conferma le sue straordinarie qualità di narratore: a cominciare dalla capacità di reinventare una storia (una prima versione del romanzo era stata pubblicata nel 1992), riequilibrando divagazioni e aneddoti, arricchendola di vicende e personaggi, ma soprattutto della sua esperienza umana e artistica.
Attraverso una vicenda di apparente semplicità, Il meccanico Landru racconta come l'irruzione di un elemento estraneo possa alterare i fragili equilibri di una comunità. E lo mostra con grazia e leggerezza, attraverso una piccola folla di personaggi destinati a imprimersi nella memoria dei lettori. In sottofondo c'è la lotta tra due giovani politici in carriera, l'irruente Aurelio Pasta e l'astuto Eumeo Pennati. Intorno a loro, l'intrigante prevosto don Ascani e il dottor Lieti, che cura gratuitamente gli operai, il direttore dello stabilimento ingegner Galimbelli e il capostazione Amedeo Musante, puntuale confidente del maresciallo Rodinò. Poi ci sono loro, le tre giovani protagoniste: la rossa e focosa Mirandola, la timida ma determinata Emilia e Maddalena, alla ricerca di un possibile riscatto.

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Andrea Vitali – La mamma del sole (2010)

Aveva sei anni ed era estate.
Agosto, un sole che ammazzava i cani.
Da un quarto d'ora picchiava i piedi per terra, frignava, voleva uscire, andare a giocare per le strade di Siliqua. Tra l'altro stava disturbando anche gli altri che, dopo il pranzo, erano saliti nelle stanze di sopra per schiacciare un sonnellino.
Allora zia Ninna aveva smesso di lavare i piatti, gli si era avvicinata, s'era ingobbita, gli aveva parlato all'orecchio.
«C'è la mamma del sole fuori.»
Non aveva osato chiedere come fosse fatta la mamma del sole, cosa facesse di così cattivo. Gli era passata, però, la voglia di uscire.
La motonave Nibbio, vecchia gloria della Navigazione Lariana, sta effettuando il suo ultimo viaggio. A Bellano sbarca un'anziana donna: sta cercando il vecchio parroco, don Carlo Gheratti. Attraversa a fatica il paese arso dalla canicola estiva, prima di scomparire nel nulla. Quando arriva la notizia che manca una delle ospiti del Pio Ospizio San Generoso di Gravedona, sulle due rive del lago i carabinieri iniziano a indagare.
Un secondo enigma segna l'estate del 1933. Dietro pressante richiesta del Partito e della Prefettura, i carabinieri devono raccogliere informazioni su una «celebre» concittadina, Velia Berilli, madre di quattordici figli, tra legittimi e illegittimi. Perché mai Velia Berilli è diventata così importante?
Due misteri, insomma, cui si aggiunge un altro problema: in caserma si è rotto il vetro del bagno, e aggiustarlo non sarà semplice...
Ancora una volta, le pagine di Vitali si animano di una piccola folla di protagonisti e comprimari: dall'equipaggio della Nibbio alle autorità locali, e poi don Gheratti, il sacrestano Bigé e la perpetua Scudiscia. Non possono mancare i carabinieri della locale stazione, vere star dei suoi romanzi: il maresciallo maggiore Ernesto Maccadò, l'appuntato Misfatti, il brigadiere Mannu e il carabiniere Milagra, che segue giorno dopo giorno, con indomita passione, i gloriosi trasvolatori della Seconda Crociera Atlantica.
Con La mamma del sole, Andrea Vitali ha inventato un'altra storia in grado di divertire – con una serie di scene irresistibili – e al tempo stesso di commuovere. Crea personaggi letterari in carne e ossa e narra le loro avventure con uno stile insieme realistico e fantasioso, che rivela in superficie e scava in profondità. Così, raccontando piccole storie di paese, Vitali racconta la Storia dell'Italia più vera: quella che già avverte le trasformazioni della modernità e tuttavia continua a mantenere le sue radici nei riti e nei ritmi del passato.

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Andrea Vitali – Pianoforte vendesi (2009)

La notte magica dell’Epifania,
la festa del paese,
e lui, il Pianista, che vuole
sfruttare il suo talento…
È la notte dell’Epifania, sera di festa a Bellano. Dal treno scende «il Pianista» – così chiamato per via delle sue mani lunghe e affusolate –, ladro di professione. Piove, fa freddo. Perlustrando le contrade nell’attesa della folla che assisterà alla processione dei Re Magi, il Pianista incappa in un cartello affisso su un vecchio portone: «Pianoforte vendesi». Incuriosito, dopo aver saputo che l’appartamento è disabitato e visto che il tempo non migliora, rovinando così la festa e soprattutto trattenendo nelle loro case le sue possibili prede, decide di entrare...
Pianoforte vendesi è la storia di un ladro che deve scegliere tra le buone e le cattive azioni: il bianco e il nero, come i tasti del pianoforte. I gesti che si troverà a compiere rivelano un grande desiderio di riscattare la sua umanità. Sullo sfondo c’è un’intera collettività, un paese sospeso – per una notte – fra legalità e illegalità, fra lecito e illecito, fra comandamento etico e abitudine.
In questo romanzo breve e di straordinaria intensità, Andrea Vitali ci fa scoprire una Bellano inedita, notturna, forse un po’ magica. Tra le strade e nelle case si avverte ancora l’eco, e forse il respiro, di tutti coloro che lì hanno vissuto, gioito, sofferto, sognato, amato. Così, attraverso le atmosfere soffuse e le penombre di Pianoforte vendesi, Andrea Vitali rende omaggio alla sua città. Senza però dimenticare mai i guizzi folgoranti del suo umorismo. (No link)

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Andrea Vitali – Dopo lunga e penosa malattia (2008)

Sono le tre di notte del 4 novembre. Il dottor Carlo Lonati viene chiamato per un’urgenza, il pazientre lo conosce bene. Attraversa sotto una pioggia micronizzata i cinquecento metri che lo separato dalla casa del notaio Luciano Galimberti, suo antico compagno di bagordi. Può solo constatarne la morte per infarto. Ma c’è qualcosa che non lo convince, e nelle ore successive arrivano altri indizi e i sospetti crescono.
Il dottore non può fare a meno di indagare: vuole sapere se il suo vecchio amico è davvero morto per cause naturali. Per farlo, dovra conquistare la fiducia della moglie e della figlia di Lonati. E scoprire che la verità di trova forse sull’altra sponda del Lago di Como…
Dopo lunga e penosa malattia è l’unico giallo scritto da Andrea Vitali. E forse non è un caso che abbia come protagonista un medico sensibile e acuto. L’indagine è concentrata in una settimana, tra le esitazioni dell’improvvisato detective e il moltiplicarsi di tracce e confidenze, fino al colpo di scena finale.
Ancora una volta, Andrea Vitali cattura con la precisione dei dettagli, quelle pennellate precise che restituiscono la realtà e le sue mille sfumature. Conquista con l’incalzante ritmo narrativo e il sapiente montaggio di luoghi, tempi e personaggi. Diverte con situazioni e dialoghi che ci regalano l’immediatezza e l’assurdità della vita. E alla fine ci fa innamorare di quel suo mondo così ricco, vivo e inconfondibile.

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Andrea Vitali – Almeno il cappello (2009)

Ad accogliere i viaggiatori che d’estate sbarcano sul molo di Bellano dal traghetto Savoia, c’è solo la scalcagnata fanfara guidata dal maestro Zaccaria Vergottini, prima cornetta e direttore. Un organico di otto elementi che fa sfigurare l’intero paese, anche se nel gruppetto svetta il virtuoso del bombardino, Lindo Nasazzi, fresco vedovo alle prese con la giovane e robusta seconda moglie Noemi.
Per dare alla città un Corpo Musicale degno di questo nome ci vuole un uomo di polso, un visionario che sappia però districarsi nelle trame e nelle inerzie della politica e della burocrazia, che riesca a metter d’accordo il podestà Parpaiola, il segretario comunale Fainetti, il segretario della locale sezione del partito Bongioanni, il parroco e tutti i notabili della zona.
Un insieme di imprevedibili circostanze – assai fortunato per alcuni, e invece piuttosto sfortunato per altri – può forse portare verso Bellano il ragionier Onorato Geminazzi, che vive sull’altra sponda del lago, a Menaggio, con la consorte Estenuata e la numerosa prole.
Almeno il cappello racconta la gloriosa avventura del Corpo Musicale Bellanese, le mille difficoltà dell’impresa e la determinazione di chi volle farsene artefice. A ritmo di valzer e mazurca, con il contorno di marcette e inni, Andrea Vitali s’inventa un’altra storia tutta italiana, fatta di furbizie e sogni, ripicche e generosità, pettegolezzi e amori. E la
Scrive con la passione per l’intrigo, il brio e il buonumore, la verità e la semplicità che servono per farci capire la ricchezza e gli imprevisti che punteggiano tutte le nostre vite.

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Andrea Vitali – La modista (2008)

Nella notte hanno tentato un furto in comune, ma la guardia Firmato Bicicli non ha visto nulla. Invece, quando al gruppetto dei curiosi accorsi davanti al municipio s’avvicina Anna Montani, il maresciallo Accadi la vede, eccome: un vestito di cotonina leggera e lì sotto pienezze e avvallamenti da far venire l’acquolina in bocca.
Da quel giorno Bicicli avrà un solo pensiero: acciuffare i ladri che l’hanno messo in ridicolo e che continuano a colpire indisturbati. Anche il maresciallo Accadi, da poco comandante della locale stazione dei carabinieri, da quel momento ha un’idea fissa. Ma intorno alla bella modista e al suo segreto ronzano altri mosconi: per primo Romeo Gargassa, che ha fatto i soldi con il mercato nero durante la guerra e ora continua i suoi loschi traffici; e anche il giovane Eugenio Pochezza, erede della benestante signora Eutrice nonché corrispondente locale della «Provincia». Il nuovo romanzo di Andrea Vitali è centrato su una protagonista femminile vitale, ambiziosa e sensuale, un po’ furba e un po’ ingenua. Intorno al suo frequentatissimo atelier, tra cognac doppi e partite a scala quaranta, si muove e si agita tutto il paese: dal sindaco Balbiani con il segretario comunale Bianchi, giù giù fino al trio di giovinastri composto dal Fès, dal Ciliegia e dal Picchio, passando per l’appuntato Marinara, che deve rimediare alle distrazioni del superiore, e poi le misteriose titolari della farmacia Gerbera e Austera Petracchi, la cuoca di casa Pochezza e sua figlia Ersilia, lo spazzino Oreste e il messo Milico…
Nei suoi romanzi – divertenti, intelligenti, godibilissimi – Andrea Vitali ha reinventato magistralmente la commedia all’italiana: riesce così a restituire l’immagine più vera e profonda del nostro paese, in un’incessante girandola di caratteri e di sorprese.

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Andrea Vitali – Il segreto di Ortelia (2007)

Qual è il vergognoso segreto che Cirene Selva confida alla figlia Ortelia? In verità c'è più di un segreto dietro la vicenda di Amleto Selva, giovane garzone senza arte né parte ma molto ambizioso arrivato in paese nel 1919 al seguito di un sensale di bestiame. Tanto per cominciare c'è il vero motivo del suo matrimonio con Cirene, timida e bruttina ma destinata a ereditare la macellleria del padre. Poi c'è la sua lunga guerra con la bottega rivale, quella del Bereni: una guerra commerciale che dura da decenni, fatta di colpi bassi dai risvolti esilaranti. Soprattutto, c'è la passione del Selva per un'altra carne, un'esuberante vitalità sessuale che nel quieto tran tran paesano genera turbolenze e scandali subito soffocati ma destinati a gettare lunghe ombre sul futuro. Sgangherato eroe di una "Dinasty" di provincia, Amleto è il fulcro di una parabola carnale e spassosa ma con un sottile filo d'amarezza, dove le donne - Ortelia e Cirene, ma non solo loro - sono le vere protagoniste.

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Andrea Vitali – Olive comprese (2006)

"Olive comprese" è un'autentica giostra di personaggi e vicende irresistibili. Ci sono molti personaggi indimenticabili. C'è per esempio il Crociati, un esperto cacciatore che non ne becca più uno. C'è Luigina Piovati, meglio nota come l'Uselànda (ovvero l'ornitologa...). C'è Eufrasia Sofistrà, in grado di leggere il destino suo e quello degli altri. C'è persino una vecchina svanita come una nuvoletta, che suona al pianoforte l'Internazionale mentre il Duce conquista il suo Impero africano... Ci sono soprattutto, ad animare la quiete di quegli anni sulle rive del lago, quattro gagà, che come i "Vitelloni" felliniani mettono a soqquadro il paese. E c'è la sorella di uno di loro, la piccola, pallida, tenera Filzina, segretaria perfetta che nel tempo libero si dedica alle opere di carità e che, come molte eroine di Vitali, finirà per stupirci. Ci sono naturalmente anche molti di quei caratteri che hanno fatto amare i precedenti romanzi a decine di migliaia di lettori: incontriamo il prevosto, il maresciallo maggiore Ernesto Maccadò, il podestà e la sua consorte, Dilenia Settembrelli, la filanda con i suoi dirigenti e operai. Hanno un ruolo importantissimo anche i gatti e i piccioni di Bellano, e si sentono la breva e la neve gelata che scendono dai monti della Valsassina e naturalmente si respira l'aria del lago.

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Andrea Vitali – La figlia del podestà (2005)

Bellano è in gran subbuglio. Agostino Meccia, podestà della cittadina affacciata sul lago, ha deciso di perseguire un progetto ambizioso: una linea di idrovolanti che collegherà Como, Bellano e Lugano, darà lustro alla sua amministrazione e attirerà frotte di turisti, facendo schiattare d'invidia i colleghi dei comuni limitrofi. Tutto sembra filare liscio. Andrea Vitali, nato nel 1956 a Bellano dove esercita la professione di medico di base, racconta un altro episodio della vita della sua città, una storia di comicità contagiosa ambientata nella fascistissima Italietta d'inizio anni Trenta.

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Andrea Vitali – La signorina Tecla Manzi (2004)

Siamo negli anni Trenta, all'epoca del fascismo più placido e trionfante. Nella stazione dei Carabinieri di Bellano, sotto gli occhi del carabiniere Locatelli (bergamasco), rivaleggiano il brigadiere Mannu (sardo) e l'appuntato Misfatti (siciliano). Un'anziana signora vuole a tutti i costi parlare con il maresciallo Maccadò. La donna - anzi, la signorina Tecla Manzi - è venuta a denunciare un furto improbabile: il quadretto con il Sacro Cuore di Gesù che teneva appeso sopra la testata del letto. Inizia così una strana indagine alla ricerca di un oggetto senza valore, che porta alla luce una trama di fratelli scomparsi e ricomparsi, bancari e usurai, gerarchi fascisti e belle donne, preti e contrabbandieri.

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Andrea Vitali – Una finestra vistalago (2003)

Di Arrigoni Giuseppe ce ne sono tanti a Bellano, un paese del lago di Como. Impossibile conoscerli tutti. Anche nella vita di Eraldo Bonomi, operaio tessile del locale cotonificio, ce ne sono troppi. E sarà proprio un Arrigoni Giuseppe a segnare il suo destino, dove brillano l’amore per la bella Elena e la militanza politica nel PSIUP.
Il colpo di fulmine per Elena fa del Bonomi un uomo pericoloso, che sfiora segreti, scopre altarini, esuma scheletri sapientemente nascosti negli armadi di una provincia che sembra monotona, in quei paesi dove l'omonimia può essere fonte di equivoci ma anche, a volte, il viatico verso la libertà.
Mirabilmente costruito, Una finestra vistalago è un appassionante romanzo corale e polifonico. L’avidità sessuale e la religione del denaro accendono passioni e lotte, moltiplicando chiacchiere, pettegolezzi e bugie.
Seguendo l’evoluzione di questo paese-microcosmo popolato di gente comune, Andrea Vitali ci fa assaporare la storia del nostro paese dagli anni Cinquanta ai turbolenti Settanta. Sulla scia di Piero Chiara e Mario Soldati, si conferma narratore seducente, maestro dell’antica arte del racconto italiano: trame ricche di azione ma dagli indugi sapienti, intrighi dove spesso la burla sfiora la tragedia, vicende che, attraverso la superficie, raccontano la profondità.

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Andrea Vitali – Il procuratore (seconda edizione) (2006)

Il procuratore è il romanzo d’esordio di Andrei Vitali ed è già l’opera di un autore maturo, che sa creare e raccontare un mondo facendocelo sentire vivo e presente, di uno scrittore che conquista l’attenzione del lettore con un fuoco d’artificio di invenzioni e una scrittura di rara efficacia.
Partendo da un episodio che gli aveva raccontato suo padre, reinventandolo e arricchendolo con maestria, Vitali ha imbastito una storia di piccoli misteri e di erotismi di provincia. Protagonista della vicenda, insieme drammatica e grottesca, è un giovanotto che svolge una “deplorevole attività”: perché Marco Perini procura a pensioncine e postriboli ragazze disponibili.
Ci sono nel Procuratore, che nel 1990 vinse il Premio Montblanc per il romanzo giovane, tutte le qualità che fanno apprezzare i romanzi di Andrea Vitali: una trama scoppiettante, un piacere del racconto che spesso ci travolge con il suo umorismo; gli intrighi degli uomini e i capricci del caso, che questa volta ruotano intorno a un’eredità contesa; personaggi disegnati con precisa efficacia: notai trafficoni, ragazze che fanno innamorare, bottegai inquieti e – immancabili – il prete e i carabinieri. Ma soprattutto sorprende la capacità con cui l’autore ricrea la vita di paese nei suoi risvolti più veri e vivi, insieme inserendola nel suo contesto storico; in questo caso, il periodo che ha fatto da sfondo ad alcuni dei suoi libri di maggior successo, l’Italia tra i due conflitti mondiali, ma anche risalendo all’indietro fino alla guerra di Libia.

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Andrea Vitali – Peste lo colse (1997)

Racconto attorno alla vita di Sigismondo Boldoni.
Testo a cura di Andrea Vitali.
Appendice e Ricerca iconografica a cura di Vittorio Mezzera.
Introduzione a cura di Riccardo Tanghetti, Sindaco di Bellano
Quattrocento anni fa, nel 1597, nasceva a Bellano Sigismondo Boldoni, insigne letterato che nella sua brevissima vita fu ospite delle corti e delle Università delle città più grandi d'Italia: da Venezia a Pesaro, da Urbino a Roma. Vittima della peste di manzoniana memoria ne morì nel 1630 a soli 33 anni.
Fu un uomo illustre, un grande bellanese il cui anniversario non poteva passare sotto silenzio. Non è un caso che il suo monumento, poco distante da quello di Tommaso Grossi, si trovi da anni sul nostro lungolago.
Proprio pochi mesi prima dell'inaugurazione di questo monumento, avvenuta l'11 settembre 1898, il prof.
Mario Cermenati, scienziato lecchese nonché politico di grande levatura, in un discorso intorno alla vita ed alle opere di Boldoni si augurava che «nel giorno in cui Bellano ne scoprirà il meritato ricordo, si leverà una voce autorevole a delineare come si conviene la splendida figura del Boldoni, mettendo in rilievo e lumeggiando opportunamente quei meriti reali e molteplici che la fanno una delle migliori del suo secolo».
Noi abbiamo fatto tesoro delle parole di Mario Cermenati ed abbiamo voluto celebrare l'anniversario della sua nascita con un libro dedicato alla figura ed all'opera di Sigismondo Boldoni.
Il racconto di Andrea Vitali, gli apparati critici ed iconografici di Vittorio Mezzera e la copertina di Velasco Vitali ci permettono finalmente di conoscere da vicino questo nostro concittadino, che tanti meriti ebbe durante la sua esistenza.
Qualche mistero legato sia ad alcuni episodi della sua vita, sia alla sua morte contribuisce, poi, a rendere ancor più interessante questo personaggio, a rendercelo quasi amico, lui che era solito gironzolare per le vie di Bellano godendone l'impareggiabile bellezza. (No link)

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Andrea Vitali – L'aria del lago (2001)

Quattro storie, estrose e impudenti, ambientate in paesi rivieraschi del Lago di Como, con situazioni boccaccesche o grottesche di veterinari e bidelli, di macellai e droghieri, incentrate su colpi di scena organizzati e gestiti da donne maliziose e astute. Intrighi ereditari, morti misteriose,piccoli segreti politici o d'alcova offrono ad Andrea Vitali gli spunti ilari ed elegiaci per costruire un affresco della vita nella provincia lombarda tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta. Quattro storie d'amore e disamore con risvolti thrilling che ribadiscono la fertilità di una linea italiana di narrativa ariosa che annovera, prima delle opere di Vitali, quelle di Tombari e Chiara.
"A mia madre Edvige e a mio padre Antonio"

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Andrea Vitali – Un amore di zitella (1996)

Iole Vergara è la zitella del paese. Lavora come dattilografa presso il Comune, abita in un condominio affacciato sul lago e la sera cena con una tazza di caffellatte. È un'esistenza fatta di abitudini, grigia e monotona, se non fosse per le chiacchiere con la collega Iride sulla prostata del segretario comunale, o per i mille pettegolezzi che s'inseguono in paese. Ma persino la timida e solitaria Iole ha un segreto, come scoprirà Iride nel ricevere il regalo di nozze della collega: si chiama Dante, e per qualche tempo al centro dei pettegolezzi ci sarà proprio il misterioso amico della dattilografa comunale.

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Andrea Vitali – L'ombra di Marinetti (1993)

La vita di Filippo Tommaso Marinetti ripercorsa attraverso alcuni episodi minori: un'invenzione che ritaglia al grande Futurista una dimensione fantastica all'interno della quale la sua figura di uomo e la sua vita di artista galleggiano come in un quadro di Chagall. Questo è il significato dei racconti che compongono "L'Ombra di Marinetti", libro scanzonatamente dedicato ad una irripetibile stagione del panorama culturale italiano.

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Andrea Vitali – A partire dai nomi (1994) (No link)

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Andrea Vitali – Il meccanico Landru (1992)

Landru Angelici, il picaresco meccanico che guida la festa mobile - satirica e comica, grottesca e drammatica - attorno alla quale è orchestrato questo secondo godibile ed estroso romanzo di Andrea Vitali, è un po' folletto e un po' diavolo, un provocatore di illusioni e d'inganni.
Il meccanico Landru è il secondo (dopo Il procuratore) pannello del trittico narrativo bellanase attraverso il quale Vitali sta realizzando un avvincente ritratto della vita italiana di provincia del primo Novecento. Al centro del mulinello di piccoli intrighi sociali e sentimentali, che movimentano questa commedia paesana nel primo trimestre del 1930, c'è la riorganizzazione della produzione di un cotonificio che mette in crisi l'economia di Bellano: e questa crisi provoca, con imprevista forza centripeta, pettegolezzi, baruffe, truffe, risse partitiche, conflitti parentali e una movimentata partita sentimentale di varie coppie che si scambiano posizione e legame come nel gioco dei quattro cantoni. I piccoli intrighi di potere delle autorità (il prete, il podestà, il maresciallo dei Carabinieri, il segretario del partito fascista, il pretore, il direttore del cotonificio, il capostazione, il medico condotto) si intrecciano con gli intrighi amorosi di Mirandola e Aurelio, di Emilia e Augusto, di Maddalena e Otello, di Idipa e Andrea, tessendo un arazzo con dettagli di storia e microstoria, con gesti esemplari di anonimi e lapidari miniritratti: ne deriva un avvincente romanzo che si inserisce nella linea di una moderna narrativa di affabulazione ironica ed elegiaca che ha tra i suoi protagonisti Tombari e Guareschi, Chiara e Zucconi, Guerra e Celati.

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Andrea Vitali – Il procuratore (1990)

Un'accattivante storia di piccoli misteri e patetici erotismi ambientata nel trentennio dell'Italia che visse i soprassalti drammatici e insieme grotteschi della guerra di Libia, della Grande Guerra, dell'avvento del Fascismo e del preludio alla Seconda Guerra Mondiale.
Il procuratore racconta le irriverenti avventure di un giovane flaneur lombardo che si fa magnaccia, vivendo poi tra pensioncine e postriboli. Un'imprevista eredità, le caute strategie di tre uomini innamorati della stessa ragazza, i pedinamenti di un maresciallo dei carabinieri, le evasioni di un albergatore, le inquietudini del proprietario di un caffè, le trame di due notai e gli allarmi di un prete, movimentano ulteriormente questa commedia all'italiana messa in scena narrativamente con un gusto per la satira di costume e gli intrighi di provincia che ricorda quello di Piero Chiara di cui Andrea Vitali (uomo di lago anche lui) sembra aver ereditato l'ironica ed insieme elegiaca malizia.
Premio Mont Blanc per il romanzo giovane.

Andrea Vitali – La morte dell’impiegato

Un racconto breve pubblicato a tiratura limitata per gli amici del Punto Einaudi di Lecco, illustrato egregiamente da Giancarlo Vitali e scritto dal maestro Andrea Vitali, che, anche questa volta, non delude. Mi permetto di pubblicarne un breve ma simbolico trafiletto:
"Infine si rese conto che era morto.
Sbuffò, si guardò in giro, indecisa sul da fare.
Non che i morti le facessero impressione, non era il primo che vedeva.
Ma lei, in un'ora, doveva riordinare e pulire l'ufficio."

Andrea Vitali – I fantasmi della piazza e altre storie

Fantasmi nelle piazze dei peasi lacustri: raccontano storie del passato, ma commentano anche fatti di attualità. Si spingono addirittura a parlare di calcio e a ricordare scrittori celebri o troppo facilmente dimenticati. Sono fantasmi cordiali, a volte un po' pettegoli, ma di buona pasta. Il bellanese Andrea Vitali li conosce bene: parla di loro nei suoi romanzi e li ha raccontati per anni in articoli apparsi su "La Provincia" e "L'Eco di Bergamo". Qui li ritroviamo tutti insieme a cantare in coro la ballata di un grande narratore.

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