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martedì 5 luglio 2011

A Whisper In The Noise - Dry Land

Dry Land

A Whisper In The Noise si autodefiniscono “orchestral-garage-rock”, con un tocco di “gothic & dark cabaret aestetic”. Nati 5 anni fa dall’amore del leader West Thordson per Bob Dylan, Roger Waters, Philip Glass, Arvo Part e per tutta la tradizione più melanconica della canzone d’autore americana, giungono ora al terzo album, “Dry Land”.
Cambiamento rilevante nella formazione, dove la violinista e cantante Sonja Larson, spostatasi a New York per gli studi, lascia il posto alla meno carismatica Hannah Murray, mentre il grafico della band, Matt Irwin, prende il posto del batterista Nicholas Conner. Con l'abbandono da parte degli altri tre membri del gruppo, la band si trasforma così in un progetto del solo West Thordson, annullando molte delle ambizioni sonore che caratterizzavano il precedente “As The Bluebird Sings".
Grazie anche all’aiuto più rilevante del produttore Steve Albini, il suono si sposta su un versante più robusto, con maggiori inserimenti elettronici nella linea dei Nine Inch Nails. La scomparsa di violoncello, basso e french horn, nonché delle magiche sonorità zingaresche dell’ex violinista rende il tutto meno vario, con composizioni anche di buona levatura che soffrono l’atmosfera più monocorde degli arrangiamenti.
"Dry Land" offre comunque molti buoni spunti. Splendida “A New Dawn”, ballad in bilico tra i migliori Red House Painters e i Kraftwerk di "Hall Of Mirrors" (da "Trans Europe Express"), un gioiello che si fissa nella mente in modo indelebile. Altro momento magico è “I Will”, eterea e lirica, seguita dalla noisy “Sons”, che si rivela uno dei punti deboli del disco, mentre “Armament” brilla per la splendida costruzione ritmica, degna dei primi Roxy Music era Brian Eno, geometrie sonore si incastrano sotto il cantato futurista di West, che spinge il brano, già traboccante di inserti elettronici, verso trame sonore apocalittiche. Altro gioiello è “You The Orphans”, minimale piano-song che scende come pioggia nelle nostre orecchie: malinconica, ma rassicurante.
La linea più stretta del suono impedisce a molti dei brani restanti di spiccare il volo, denunciando l’incapacità di liberarsi dei troppi riferimenti a Waters e soci. Se nelle iniziali “As We Are“ e “Awaken To Winter" il tutto è ben orchestrato, in altri momenti - ”This Time It’s", ”Beauty Grace” - la noia è palese, gli ovvi richiami ai Radiohead, poi, aggiungono un effetto "già sentito" a tratti fastidioso. Bello, invece, il finale acustico di “ True Love…” (di Daniel Johnston), una perfetta ballad psichedelica.
West Thordson, dunque, presenta alcuni brani più maturi del passato, pur rinunciando un po’ al tono da bizzarra orchestra rock e perciò difettando in originalità.
Da segnalare che le copertine delle prime copie saranno realizzate in modo artigianale, su carta antica, aggiungendo spessore artistico a un buon disco che però appare complessivamente interlocutorio. (Ondarock)

Tracklist:
1. As we were
2. Awaken to winter
3. A new dawn
4. This time, it's
5. In will
6. Sons
7. Armament
8. You, the orphan
9. Beauty's grace
10. Go now
11. True love will find you in the end

http://www.myspace.com/awitn

http://www.mediafire.com/?1elyheebu1y

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