Non tutti sanno che Piergiorgio Odifreddi ha iniziato la sua formazione in seminario. Ha addirittura provocatoriamente dichiarato in alcune interviste che da ragazzino coltivava il sogno di diventare Papa. Deriva anche da questa esperienza, valutata deludente e fallimentare, oltre che dalla sua visione razionalista e scientifica del mondo, quello spirito laico e anticlericale che ha animato i suoi libri di maggior successo. In questo pamphlet tagliente e irriverente, Odifreddi scrive liberamente a Benedetto XVI tutto quello che pensa sul suo pontificato e, più in generale, sulla Chiesa; con gli argomenti dell'uomo di scienza ribatte punto su punto alla dottrina ratzingeriana, criticando con durezza l'influenza della Chiesa sulla società e mostrando come, a suo avviso, la fede sia un ostacolo alla libertà dell'uomo. Un libro breve, pungente e impertinente che condensa il pensiero di Odifreddi sul Papa, sul cattolicesimo e sulla religione.
Nell'autunno del 1959 Piergiorgio Odifreddi varcò la soglia del Seminario di Cuneo. La sua intenzione era quella di diventare un giorno papa, e benedire da una finestra di Piazza San Pietro la folla estasiata. Ma presto imparò che "il cammino che porta al soglio pontificio è più accidentato e tortuoso di quanto un bambino avesse ingenuamente potuto immaginare". E, soprattutto, che "per poter un giorno comandare bisognava iniziare subito a obbedire" e a essere rispettosi: cosa che già allora non gli piaceva particolarmente. Cinquant'anni dopo, il matematico impertinente ricorda quei tempi e, contenendo per una volta il suo abituale tono urticante e provocatorio, scrive con grande rispetto e sincerità a chi papa lo è diventato per davvero. Anche se, da scienziato, non abiura al dovere intellettuale di rimanere saldamente ancorato ai fatti della realtà fisica, storica e biologica. Ed è dunque costretto a confutare punto per punto il teologo Joseph Ratzinger, che crede invece in ciò che va "oltre" la realtà e sconfina nella metafisica, nella metastoria e nella metabiologia. In questa lettera si confrontano così due metodi, due atteggiamenti, due visioni del mondo. Da un lato il "comprendere per credere", che accetta prudentemente di dar credito soltanto a ciò che si capisce e si conosce. E dall'altro il "credere per comprendere", che si azzarda a scommettere su ciò che ancora non si capisce o non si conosce, nella speranza che tutto poi si chiarificherà o giustificherà.
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