Ritornano i quattro vecchietti detective del BarLume di Pineta, con il nipote Massimo il "barrista" e la brava banconista Tiziana. Dopo "La briscola in cinque" e "Il gioco delle tre carte", con "Il re dei giochi" si può dire che ora siamo alla serie, sia per la caratterizzazione ben sagomata e viva di ciascun personaggio che lo rende familiare, sia per il brio naturale con cui, come un meccanismo ben avviato, funziona l'eccentrico amalgama che struttura le storie. "Re dei giochi" è il biliardo nuovo all'italiana giunto al BarLume. Ampelio il nonno, Aldo l'intellettuale, il Rimediotti pensionato di destra, e il Del Tacca del Comune (per distinguerlo da altri tre Del Tacca) vi si sono accampati e da lì sezionano con geometrica esattezza gli ultimi fatti di Pineta. Tra cui il terribile incidente della statale. È morto un ragazzino e sua madre è in coma profondo. Sono gli eredi di un ricchissimo costruttore. La madre è anche la segretaria di un uomo politico impegnato nella campagna elettorale. Non sembra un delitto. Manca il movente e pure l'occasione. "Anche quest'anno sembrava d'aver trovato un bell'omicidio per passare il tempo e loro vengono a rovinarti tutto". Ma la donna muore in ospedale, uccisa in modo maldestro. E sulle iperboliche ma sapienti maldicenze dei quattro ottuagenari cala, come una mente ordinatrice, l'intuizione logica del "barrista", investigatore per amor di pace.
Che un laureato alla normale di Pisa, come Massimo Viviani, decida un giorno di lasciare le sue derivate seconde per servire chinotti al bancone di un bar, è ben strano, anche se il “barrista” in questione si è presentato alla discussione della tesi di laurea calzando delle pinne. Ma ancora più strana è la lenta e inesorabile invasione che suo nonno Ampelio e l’allegra combriccola dei suoi attempati compari hanno mosso verso il BarLume di Pineta, che lentamente è diventato il loro quartier generale. Da un iniziale utilizzo come luogo di ristoro, il bar di Massimo è ormai la loro seconda casa, specie da quando nello stanzone del retro è arrivato il biliardo all’italiana, quello senza buche, per intenderci. Da allora i quattro ottuagenari, vecchietti all’anagrafe, detective per diletto, hanno preso l’abitudine di trascorrere lì tutta la loro giornata, fungendo da deterrente per le rare turiste di passaggio da Pineta.
Il nonno Ampelio, con il bastone e la lingua sciolta, Aldo il ristoratore, il Rimediotti cervello finissimo e Pilade Del Tacca, reazionario e tradizionalista, ideologicamente posizionati da un estremo all’altro dell’arena politica - dal comunista al libertario, dal cattolico al reazionario - hanno lo stesso temperamento beffardo e il medesimo obiettivo: rompere le scatole al povero Massimo, che in fondo vorrebbe soltanto lavorare al suo bar in santa pace. Invece ogni mattina si ritrovano intorno a un tavolo per scartabellare la Gazzetta, leggere ad alta voce la cronaca locale e ridurre il giornale a un ammasso di fogli inservibile. L’argomento del giorno è il terribile incidente stradale in cui ha perso la vita il giovane Giacomo Fabbricotti, figlio di un ricco costruttore, mentre sua madre Marina Corucci è in ospedale in gravissime condizioni. Una notizia terribile dal momento che la Corucci è l’addetto stampa di Stefano Carpanesi, candidato a sindaco per il centro sinistra alle imminenti elezioni amministrative. Quando la donna muore, nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale, è un vero colpo per il suo partito ma anche per gli avversari, tutti più o meno coinvolti nella vita della giovane donna.
Un nuovo mistero quindi comincia a delinearsi nell’apparentemente tranquillo paese della provincia toscana. Dopo La briscola in cinque e Il gioco delle tre carte, con Il re dei giochi prosegue la serie di indagini dei vecchietti del BarLume. Tra farsa comica, giallo deduttivo alla Miss Marple e commedia d’ambiente in cui il vernacolo e le battute sagaci fanno assaporare l’aria di una toscanità popolare, ridanciana e iconoclasta, Marco Malvaldi continua a coinvolgere e divertire con un nuovo episodio di una serie ormai affermata, fatta di personaggi familiari e castelli investigativi sconnessi e barcollanti, pronti a lasciare spazio a considerazioni umane, piuttosto che a vendette e a giudizi sommari che troppo spesso dominano le trame dei thriller di cassetta.
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