Un film di Marco Martani. Con Nicolas Vaporidis, Giorgio Faletti, Carolina Crescentini, Dario Cassini, Matteo Urzia, Ninetto Davoli, Thamisanqa Molepo, Paolo Bernardini. Commedia, durata 93 min. - Italia 2007.
Diego è un ragazzo che vive di espedienti, truffa il prossimo e ama appassionatamente la sua Asia. Bloccato nel traffico cittadino, decide di farsi largo frantumando gli specchietti delle auto in coda ma qualcuno tra gli automobilisti non sembra gradire lo scherzo ed è deciso a fargliela pagare cara. È Franco Zorzi detto il primario, feroce boss della malavita romana che controlla quasi tutti i traffici illeciti della Capitale. La bravata di una mattina costerà a Diego più di quanto potesse immaginare.
Dopo più di vent'anni di storie d'amore, di storie private, spaccati sociologici o folkloristici, di ritratti generazionali e qualche scarso tentativo di satira, il cinema italiano esordiente, penso a quello di Molaioli e di Marengo, prova ad esplorare territori altri, producendo un cinema medio e di genere. A questa tendenza si allinea pure il debutto confuso di Marco Martani, che ha sceneggiato, in un passato nemmeno troppo lontano, l'educazione scolastico-sentimentale del giovane Luca Molinari.
Esaurite le notti e gli esami, Martani ruba a Brizzi lo scolaro Vaporidis, la biologa Crescentini e il professore Faletti, facendoli sconfinare nel "noir" metropolitano. Termine utilizzato impropriamente in Italia, per definire qualsiasi libro o film che contenga una storia gialla, un delitto e un investigatore.
In Cemento Armato le regole di genere sono dichiarate ma realizzate in maniera didascalica. Il contesto, il linguaggio, la costruzione della trama e i meccanismi narrativi disegnano un "nero" italiano il cui territorio topico è la città. La libertà del destino dei personaggi carambola nelle mani di Diego e del Primario e in quelle mani armate deve necessariamente trovare una soluzione.
Nell'ambito di una vita monotona il destino bussa improvvisamente alla porta dei due giovani protagonisti ma non lo fa col taglio affilato dell'ironia, come nel "bus notturno" di Marengo. Non si ride affatto in presenza del Primario, di fronte alla violenza e alle umiliazioni cui sottopone le proprie vittime, perché lui è un personaggio estremo e senza redenzione. E il mondo intorno non sembra essere migliore, perchè le vittime diventano carnefici. La violenza esercitata sugli affetti più stretti del protagonista scatena una rabbia repressa e diventa l'elemento dinamico che trasforma il thriller (noir-gangsteristico) in un cattivo melodramma, facendo affondare il film in un mare di luoghi comuni e in alcune soluzioni di sceneggiatura francamente ridicole.
Resta da dire di Carolina Crescentini e di Nicolas Vaporidis che, costretti troppo a lungo alle sciocchezze sdolcinate, non riescono ad allontanarsi dal clichè dei compagni di scuola. Trascurabile è pure la prova di Faletti, incapace questa volta di produrre spessore d'interprete.
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