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venerdì 24 giugno 2011

Susanna Tamaro - Per Sempre (2011)

Per sempre

Nora se ne è andata da quindici anni e Matteo, ogni giorno da allora, chiede a se stesso quale sia la strada da percorrere. Un viaggio intriso di amore e dolore, di ricordi che riaffiorano dal passato, di luoghi in cui la natura amplifica con la sua bellezza e la sua forza i pensieri e le domande del protagonista. Vivendo ormai da anni immerso nella natura che circonda la sua casa in mezzo ai boschi, Matteo si confronta con la propria coscienza sul filo dei ricordi di un passato che riaffiora e si alterna al presente delineando i protagonisti, passati e presenti, della sua vita. "Perché, quando succede qualcosa di irreparabile, non si fa che pensare a quello che si poteva evitare?" Cercando la risposta a infinite domande, Matteo racconta la sua storia forte e dolorosa, poetica e profonda: una storia d'amore così intensa da obbligare il lettore a confrontarsi con il racconto di una vita che, alla fine, non riguarderà più soltanto il protagonista ma tutti coloro che la leggeranno. "Per sempre" è la storia di un amore. Che permane e resiste e che è, soprattutto, un amore impossibile.

«Tutti abbiamo una definizione che ci permette di esistere e questa definizione è la nostra zattera, grazie a lei navighiamo nella tumultuosità dei giorni, grazie a lei siamo in grado di giungere senza impazzire fino all’estuario.»
Quando la vita ci mette a dura prova, quando ci toglie prematuramente gli affetti più cari e ci lascia impotenti di fronte alle tragedie, quando ci fa precipitare nel buco nero della disperazione questa zattera vacilla paurosamente e ci sentiamo perduti, perché non sappiamo più chi siamo.
È quello che accade a Matteo, protagonista e voce narrante del nuovo romanzo di Susanna Tamaro, un uomo in bilico tra dannazione e riscatto, paura e coraggio, presente e passato. La sua storia personale è plasmata dall’azione congiunta di due forze potentissime, l’amore e la morte, e trova l’unico conforto nel potere rigenerante della natura.
Matteo è un giovane cardiologo a cui la vita sorride: ha una moglie stupenda Nora, che lo ama e lo fa felice con la sua straripante vitalità, e un bambino di due anni, Davide, che lo riempie di tenerezza e d’orgoglio. La sua vita scorre tranquilla, rallegrata dalla prospettiva di un nuovo figlio in arrivo, fino a che il destino cambia improvvisamente il suo corso. Una tragedia senza ragioni gli toglie moglie e figlio lasciandolo come svuotato. Oltre a Davide, a Nora e al bambino che portava in grembo, Matteo perde anche la volontà, la dignità, il pudore, il rispetto per sé stesso e per gli altri. Gli rimane solo una cosa, un tarlo che lo divora, una domanda che lo tormenta: perché? Perché una cosa così orribile è potuta, è dovuta, accadere? A nulla valgono gli inviti alla rassegnazione dell’anziano padre: “bisogna farsene una ragione, la vita continua” gli ripete, lui che, cieco dall’infanzia a causa di un incidente di guerra, per primo ha vissuto sulla sua pelle il dolore e la tragedia irreparabile che ti cambiano la vita. A nulla servono i timidi e inconsistenti tentavi di conforto del prete amico di famiglia, i richiami delle donne che incrociano come meteore la sua vita di sopravvissuto.
Matteo non reagisce al dolore, anzi sembra animato da una volontà di distruzione personale, e scende tutti i gradini di una scala oscura che lo conduce sempre più a fondo: tra abuso di alcol e menzogne si tuffa in una girandola di relazioni amorose senza futuro. Ma anche in questo panorama di estrema desolazione appare inaspettatamente la luce: l’amore gratuito di un padre per il figlio, di una donna innamorata che offre al suo uomo l’ultima possibilità di riscatto. Naufrago nel mare magnum del male a cui si è arreso, saprà aggrapparsi a queste ancore di salvezza? Al di là delle evoluzioni della trama e della sorpresa riservata dalle pagine finali, sappiamo che al momento del suo racconto, rivolto alla moglie scomparsa, Matteo vive da eremita tra le montagne, ricercando il senso dell’esistenza attraverso il contatto con i boschi e gli animali che lui stesso alleva. Qui, dopo avere attraversato l’inferno, rincorre la saggezza interiore che sola può essere consolazione e risposta ai suoi interrogativi, quella consapevolezza interiore che si raggiunge solo dopo aver toccato il fondo, perché «per andare in alto è necessario, prima, scendere molto in basso».
Diciassette anni dopo Va’ dove ti porta il cuore Susanna Tamaro ci regala una storia di grande eleganza narrativa e forte introspezione, incentrata sulla purezza dei sentimenti, il vuoto lasciato dalla morte, la forza salvifica della natura. Un romanzo che la scrittrice triestina ha definito "forse il mio libro più bello, più complesso". Un libro che attraverso la voce di un solo uomo ci racconta la storia di tutti gli uomini che, seppur feriti dalla vita, cercano una strada per continuare ad amarla e viverla pienamente con nuove speranze per il futuro.

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