È l'ultimo giorno di università, e per due ragazzi sta finendo un'epoca. Emma e Dexter sono a letto insieme, nudi. Lui è alto, scuro di carnagione, bello, ricco. Lei ha i capelli rossi, fa di tutto per vestirsi male, adora le questioni di principio e i grandi ideali. Si sono appena laureati, l'indomani lasceranno l'università. È il 15 luglio 1988, e per la prima volta Emma e Dexter si amano e si dicono addio. Lui è destinato a una vita di viaggi, divertimenti, ricchezza, sempre consapevole dei suoi privilegi, delle sue possibilità economiche e sociali. Ad attendere Emma è invece un ristorante messicano nei quartieri nord di Londra, nachos e birra, una costante insicurezza fatta di pochi soldi e sogni irraggiungibili. Ma per loro il 15 luglio rimarrà sempre una data speciale. Ovunque si trovino, in qualunque cosa siano occupati, la scintilla di quella notte d'estate tornerà a brillare. Dove sarà Dexter, cosa starà combinando Emma? Per venti anni si terranno in contatto, e per un giorno saranno ancora assieme. Perché quando Emma e Dexter sono di nuovo vicini, quando chiacchierano e si corteggiano, raccontandosi i loro amori, i successi e i fallimenti, solo allora scoprono di sentirsi bene, di sentirsi migliori. Comico, intelligente, malinconico, Un giorno cattura l'energia sentimentale delle grandi passioni: i cuori spezzati, l'intricato corso dell'amore e dell'amicizia, il coraggio, le attese e le delusioni di chiunque abbia desiderato una persona che non può avere.
Lui è Dexter Mayhew, bello, ricco e irriverente. È il prototipo di una nuova razza di homo britannicus: metropolitano, per nulla imbarazzato dalla propria mascolinità, dalla libidine, dalla predilezione per le macchine sportive, i grossi orologi in titanio e i braccialetti da truzzo. Se non avesse il sorriso più luminoso e sfrontato del mondo sarebbe un insopportabile uomo di successo. Ma Dex è molte altre cose, prima di essere un presentatore televisivo di programmi giovanilistici con un finto accento cockney, Dex è un romantico, adorabile, imbecille.
Emma Morley sa di non essere una bellezza, malgrado l’opinione di molti suoi amici. Ha lasciato il suo paesino in periferia per studiare a Edimburgo, dove ha preso una laurea in Lettere e drammaturgia e un dottorato in pedagogia con il massimo dei voti. Ha una mente brillante e una raffica di risposte sagaci buone per ogni occasione, ma questo non le impedisce di rovinarsi l’umore lavorando in un ristorante messicano sei giorni su sette e dividendo l’appartamento, un bugigattolo senza finestre, con la famigerata Tilly Killick, usa a lasciare i suoi enormi reggiseni a mollo nel lavandino della cucina.
Dex pensa che in fondo Emma lo faccia apposta a vivere male, perché la malinconia aiuta la sua creatività e le fa comporre poesie, sonetti, pièce teatrali, romanzi gialli e d’appendice, sceneggiature televisive, sempre più pregnanti e intelligenti. In realtà Emma è solo parzialmente “sfigata”, nei momenti di buona si sente invece come la protagonista di un romanzo di Muriel Spark: indipendente, sveglia, intellettuale, intimamente romantica.
Il loro amore inizia e finisce in un giorno, il 15 luglio 1988, su un letto a una piazza di Edimburgo, dove passano tutto il giorno dopo la laurea a parlare e coccolarsi. Lei, guardando la pelle di lui abbranzata e lucida in controluce, ha pensato subito a un aggettivo: “fascinoso”; lui, quando lei si è alzata per andare in bagno ha pensato che tutto, nella sua stanza, ostenta un punto di vista imprescindibile, come un manifesto. Aveva conosciuto moltissime ragazze come lei, belle e individualiste, ma nessuna di loro gli aveva mai dato l’impressione di esserne seccata, e soprattutto nessuna di loro aveva mai osato sbattergli in faccia la pura verità. Quello, aveva pensato Dexter alla fine, era un amore troppo difficile per due ragazzi di vent’anni, così lo aveva lasciato sfumare tra chiacchiere e vino. Poi era arrivato il lavoro a Londra di Emma e i viaggi intorno al mondo di Dexter; i successi e le delusioni; improbabili ragazze presentate a genitori borghesi e uomini impacciati conosciuti in posti surreali, le prime pastiglie di ecstasy e i litri di vodka all’arancia. Lui era finito a lavorare in tv, lei aveva avuto un posto da insegnante. A parte quel giorno ormai lontano, potevano considerarsi amici.
Il 15 luglio di ogni anno il giorno di St. Swithin (una ricorrenza che in Gran Bretagna è legata a un proverbio sul tempo) le vite di Dex ed Em in qualche modo si incrociano. Può capitare di vedersi per cena e raccontarsi le miserie e le conquiste dell'anno passato, oppure di ritrovarsi su un traghetto che punta a un’isola del Mar Egeo. Possono litigare, rincorrersi, lasciare un messaggio a una stupida segreteria telefonica, fino a diventare adulti. Ogni volta, per un istante, si spingono a pensare: “potrebbe essere la persona giusta”, ma poi ricacciano il pensiero in fondo al cuore, perché Dex ed Em sono troppo innamorati per deludersi.
Usando l’espediente del racconto di un singolo giorno dell’anno, David Nicholls scrive un romanzo che ha tutti gli ingredienti della commedia brillante alla Nick Hornby e sceglie due grandi protagonisti decadenti, terribilmente reali, di cui si inizia a sentire la mancanza appena girata l’ultima, commovente, pagina.
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