A Marbella, l'intera famiglia di Sebastian Sòderstrom, idolo svedese di hockey sul ghiaccio, viene sterminata da un attacco con il gas a opera di una banda di rapinatori. Una tragedia che sconvolge la comunità straniera di ricconi e celebrità, che si godono le meraviglie della Costa del Sol protetti da alte mura e sofisticati sistemi d'allarme. Annika Bengtzon raggiunge la Spagna come inviata della Stampa della sera, lasciandosi per qualche giorno alle spalle a Stoccolma la sua faticosa routine di casa-lavoro-bambini, complicata dall'imminente divorzio da Thomas e da un nuovo superiore che la perseguita in redazione. Mentre la polizia spagnola è pronta ad archiviare il caso, lei si convince che i Sòderstrom non siano morti per l'errore di qualche ladro anonimo: qualcuno ha progettato di ucciderli. Vulnerabile e testarda, Annika cerca la verità in un ambiente dove i segreti vengono custoditi per generazioni: al di là delle sontuose facciate, trova un mondo parallelo di corruzione e droga, che un filo di sangue lega a uno sperduto podere della Svezia. Liza Marklund costruisce la nuova inchiesta della sua reporter Annika Bengtzon basandosi su fatti reali, e dà vita a un thriller che fa emergere gli abissi della cosiddetta società bene.
“Mi chiamo Annika Bengtzon e chiamo dal quotidiano La stampa della sera” si presentò quando dall’altra parte qualcuno rispose. “Vorrei la conferma che la famiglia uccisa stanotte in corrispondenza di una narcorapina a Las Estrellas de Marbella nella Spagna meridionale era di nazionalità svedese".
Un filo sotterraneo, antico e segreto, collega le luci boreali di Stoccolma al solleone della costa meridionale spagnola. La strage di un’intera famiglia, compiuta nel corso di una delle “narcorapine” col gas che stanno prendendo piede in Costa del Sol, segna l’avvio di un’inchiesta condotta da Annika Bengtzon per conto della Stampa della Sera, il giornale presso il quale è redattrice.
La premessa: un campione di hockey svedese, trasferitosi a Marbella in una villa che sembra essere il trionfo architettonico del cattivo gusto, viene trovato morto, asfissiato da un gas che è stato immesso nell’impianto di condizionamento. Assieme a lui sono morti tutti i componenti della sua famiglia, e questa sembra essere la conseguenza accidentale di una rapina sfuggita di mano ai suoi esecutori.
La notizia trapela, ma trovare riscontri sul web e presso le agenzie locali è difficile. La Stampa della sera, dunque, decide di inviare sul posto una cronista d’esperienza, e la scelta non potrebbe che cadere su Annika, già protagonista delle precedenti prove narrative di Liza Marklund. Man mano che la nostra eroina raccoglie indizi e testimonianze, però, va convincendosi che l’apparente fatalità nasconde un disegno preciso, e la sua indagine è condotta con l’implacabile e tagliente logica deduttiva di un purosangue del giornalismo investigativo.
Sbrogliare l’ingarbugliatissima matassa richiederà ad Annika un gran dispendio di tutte le qualità per le quali è giustamente nota in redazione, e amatissima dai suoi molti lettori. Parallelamente alla vicenda ambientata nella Costa del Sol, la giornalista deve fare i conti con una dimensione privata che definire “difficile” sarebbe un eufemismo: il marito l’ha lasciata per una donna più giovane, e anche al giornale le cose non vanno troppo bene, con la promozione conferita al suo collega Patrick, la cui ambizione è pari solo alla prepotenza.
Ma come la miglior tradizione hard boiled insegna, è proprio sotto i peggiori auspici che i tipi tosti danno il meglio di sé, e Annika è certamente una donna di grande carattere, volitività e ostinazione. Liza Marklund, che ad ogni prova consolida la sua posizione come una delle voci di punta del popolatissimo filone del thriller nordico, riprende il suo personaggio preferito, ne cala le avventure in un contesto “esotico” rispetto alla cornice nella quale abitualmente si muove, e non risparmia ad Annika ogni genere di colpo basso, pur di metterla in situazioni che consentano al suo carattere combattivo e indomito di esprimersi al meglio.
Il punto di forza principale della scrittura di Marklund è la capacità di documentarsi con rigore e precisione sui contesti che illustrerà nel corso della storia. Così, è raro imbattersi in passaggi della narrazione che risultino improvvisati o poco credibili.
Ma a questo talento la giallista svedese ne affianca perlomeno un altro, che permette ai suoi romanzi di affrancarsi dalle pastoie del genere cui appartengono: e cioè la capacità di descrivere in maniera ben poco accomodante la società scandinava e le sue dinamiche attraverso lo sguardo e la voce di personaggi che valgono più di mille dossier sul presente tormentato dello stato sociale nei paesi europei del nord.
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