Antonello Venditti torna sul mercato discografico con "Unica" dopo la ormai consueta pausa di quattro anni tra un lavoro e l'altro.
Con il precendente "Dalla pelle al cuore", "Unica" condivide alcuni elementi in comune: stesso produttore (Alessandro Colombini), quasi invariata equipe di musicisti (in cui spiccano Fabio Pignatelli dei Goblin ed Alessandro Centofanti), stesse guest-stars (Gato Barbieri e Carlo Verdone) e stesso affollamento di co-autori dei brani: solo due delle nove tracce musicali sono frutto della penna del solo Venditti, caratteristica tale da destare qualche perplessità nei più prevenuti circa la reale genuinità del prodotto ma, molto più verosimilmente, rispecchia la generosità di Antonello nell'attribuire il giusto merito al contributo fornitogli dai suoi collaboratori in fase di stesura dei pezzi: dall'ascolto infatti non si nutre dubbio alcuno circa la paternità vendittiana degli stessi, tranne due eccezioni di cui si dirà più avanti.
In questo prodotto trovano ancora spazio le tematiche dell'impegno sociale e della libertà di espressione illustrate, come prassi da un po' di anni a questa parte, con toni sì liricamente semplici e diretti ma purtroppo anche enfaticamente edulcorati.
Tuttavia Antonello ci appare onesto con i suoi toni caldi e saturati, sebbene questi si traducano in un ulteriore e drastico filtraggio del vocabolario vendittiano, attualmente ridotto a "cuore-amore-sole-luna-stella-libertà-cielo-notte-vento-aria-anima" e poco altro, ormai non più suscettibile di ulteriori permutazioni tra i singoli termini: le rime baciate cuore-amore si sprecano.
Discorso analogo, se non più severo, circa la proposta musicale.
Ciò che colpisce al primo impatto non è tanto il "già sentito", quanto piattezza ed anonimato degli arrangiamenti; non c'è nemmeno un assolo che possa definirsi tale, NULLA; l'unico solo presente, quello di Gato Barbieri (nota di lustro nell'esemble) al sax in "E allora canta", viene troncato in dissolvenza in maniera alquanto rapida e quindi idiota.
Sebbene il disco si componga di nove tracce, la durata complessiva del lavoro non raggiunge i 36 minuti, ergo meno di quattro minuti a canzone, limite quasi invalicabile dalla spregevole dittatura del marketing: dove terminano le liriche termina la musica.
Antonello, che nasce non solo come cantautore (mai verboso) ma anche come musicista, finora (almeno nelle sue opere migliori) ha sempre destinato giustamente spazio a quei larghi musicali di suggestivo impatto quali coronamento delle sue composizioni nonché amplificatori dei suoi messaggi: le liriche erano funzionali all'arrangiamento e viceversa; il mandolino in "Campo de'Fiori" ed il sax in "Modena" mettono tuttora letteralmente i brividi: difficile immaginarsi queste due gemme spegnersi nella morsa dei quattro minuti scarsi, così come è difficile immaginarsi una "Comfortably numb" ed una "Stairway to heaven" depurate dai loro strabilianti assoli di chitarra elettrica.
Dopo queste doverose premesse, passiamo ad esaminare nell'ordine le singole tracce che, tuttavia (o meglio, "pertanto"), risultano essere tutte potenziali singoli di successo.
La pur coinvolgente "E allora canta", inno alla libertà (composto con Carlo Fadini) "ispirato" dalla recente rivolta degli studenti universitari nei confronti del cieco e sordo dispotismo istituzionale, non è certo paragonabile alle analoghe "Modena" e "Compagno di scuola", ma riesce ad emozionare così come la title-track; sebbene Antonello riprenda lo stesso giro di accordi di "Piero e Cinzia" nonché di ben 3/9 del precedente "Dalla pelle al cuore" (l'omonima traccia, "Scatole vuote", "La mia religione"), la melodia di "Unica", del quale è coautore Giovanni Risitano, risulta piacevole, efficace e di immediato impatto.
Un riff di chitarra alla "Run like Hell" introduce "Oltre il confine", bel racconto in prima persona dell'esodo verso la terra promessa di un emigrante africano (però il "posto fatto apposta" si poteva evitare).
"Ti ricordi il cielo" , brano composto interamente dal promettente Pacifico (già coautore per Gianna Nannini ed Adriano Celentano) piace sì all'ascolto, ma di Venditti non ha nulla (tranne il dubbio co-autorato delle liriche), anzi, ricorda più il Franco Battiato dei primi anni '80 ("Le aquile" e dintorni), mentre "Forever" (il cui arpeggio di chitarra elettrica iniziale riprende quello di "In my Place" dei Coldplay), vede la musica firmata dal "sanremese" Maurizio Fabrizio, già alla corte di Venditti ("Che Fantastica storia è la vita", "Giuda") e di Renato Zero ("I migliori anni della nostra vita", "La pace sia con te"); se sorvoliamo sulla pronuncia in musica della parola "forever" da parte di Antonello (sembra imiti Corrado Guzzanti che lo imita), anche questo brano si lascia apprezzare.
"Ti brucerai..."; "Piccola stella senza cielo" di Luciano Ligabue? no, "Come un vulcano", riempitivo pseudo-danzereccio condito con scontati coretti monosillabici che prende il titolo da una frase tratta da "Raggio di luna".
Segue "Cecilia", brano scritto col batterista-chitarrista Alessandro Canini e dedicato alla "santa della musica"; la bella e suggestiva atmosfera iniziale (che ricorda vagamente "Eva" di Umberto Tozzi), sulla quale si innalza una poderosa interpretazione vocale di Antonello, si annichilisce letteralmente quando parte l'agghiacciante "la-la-la-la-laaaa"; ma l'intervento di un soprano (come in "Una stupida e lurida storia d'amore") possibile che non sia venuto in mente a nessuno?
"Non ci sono anime" (co-autori le new-entries Risitano e Beppe Arena) si avvale di un'altra convincente linea melodica, sebbene non di immediato riscontro, ma è penalizzata da qualche "eeeehhh" alla Vasco Rossi di troppo.
Chiudono il disco gli striminziti tre minuti de "La ragazza del lunedì", ovvero "l'Italia che lascia Silvio Berlusconi" proprio come una fidanzata qualunque lascia un fidanzato importante che la circuisce non prestandole attenzione, se non "a tempo perso"; prima traccia estratta dal disco, scritta con Canini e Danilo Cherni, è forse destinata a divenirne la più nota, complice la musica ballerina (tristemente alla "Ricchi e Poveri") ed il bizzarro videoclip quasi-amatoriale girato con il "ledzeppeliniano" Carlo Verdone (in veste di batterista) durante le session di registrazione nella casa-studio di Venditti e nel quale tutto lo staff, zompettando e dimenando, si fa beffe dell'allora primo ministro ("Silvio, che farò senza di te? Mi riprenderò la vita che ho vissuto insieme a te").
Anche se di "unica" resta la sensazione di un'altra occasione che andava meglio sfruttata, complessivamente Venditti pubblica un lavoro senza infamia e senza lode, a distanza sì incolmabile dalle sue opere più riuscite, tuttavia onesto, non disprezzabile e nettamente preferibile rispetto alla odierna produzione cantautoriale italica da cui emergono, purtroppo, sempre più marionette di marketing che puri talenti musicali.
Difficilmente una storia "Incancellabile" di oggi sarà apprezzata fra trent'anni così come "Le storie di ieri", datate 1975, lo sono ancora oggi. (Debaser)
Tracklist
1. E Allora Canta!
2. Unica
3. Oltre Il Confine
4. Ti Ricordo Il Cielo
5. Forever
6. Come Un Vulcano
7. Cecilia
8. Non Ci Sono Anime
9. La Ragazza Del Lunedì
E Allora Canta
Se quel lavoro che avevi perso
adesso non lo trovi più,
Se quell'amore che credevi immenso
adesso non ritorna più.
Mio caro Amico questo mondo è un mostro
E non è fatto come piace a Te,
tra mille stelle dell'universo
adesso Tu sei uguale a me,
Allora cantaa...!.
Ma non lo senti che il vento cambia,
senti che vento che ci tira su ?
Respiro l'aria della montagna
e non la senti Tu ?, non la senti Tu ?
E per la strada un uomo guarda
il movimento della gioventù,
il gran sorriso di una compagna
non lo vedi Tu ? Non lo vedi Tu ?
E allora cantaa...!, cantaa ...!.
Ne abbiam passati di giorni tristi
di solitudine e melanconia,
passati invano nel non capirsi
mentre la vita ci scappava via,
sono bellissimi questi momenti
e così carichi di energia,
il ritrovarsi senza tormenti
ti fa volare con la fantasia,
E allora cantaa...!
Amico cantaaa....!!!
Canta insieme a me,
Allora canta....
La Libertà, ritornerà....
La Libertà, ritornerà....
La Libertà, ritornerà....
La Libertà, ritornerà....
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