Al largo di Fjällbacka, nella nassa di un pescatore a caccia di aragoste rimane impigliato il corpo senza vita di una bambina. Nei suoi polmoni ci sono tracce d'acqua dolce e sapone: qualcuno l'ha annegata in una vasca da bagno prima di gettarla in mare. Mentre Erica, mamma da poche settimane, è completamente assorbita da una neonata che tutto le offre fuorché le "gioie deliranti della maternità" che si aspettava, Patrik guida le indagini. Ma chi può aver voluto la morte della piccola Sara? Il paese è alla ricerca di un capro espiatorio, la gente bisbiglia, i conflitti nutriti negli anni si fanno più aspri: dentro le case dalle facciate perfette affiorano drammi famigliari che il tempo non ha saputo placare. Al terzo romanzo della sua serie pubblicata in trentadue paesi, Camilla Làckberg, con occhio attento agli esseri umani e alla loro psicologia, intreccia le colpe del passato agli effetti devastanti sul presente, tracciando il ritratto lacerante di una psiche femminile sfrenata, affascinante, e mostruosa.
Ancora una volta la macchina della tensione di Camilla Läckberg si è messa in moto e ha creato per noi un giallo svedese Doc, senza difetti.
A cominciare dalla trama, cesellata fino ai minimi particolari, disegnata come un mosaico a spirale, che parte da lontano, nel 1923, e si contorce su se stessa fino all’epilogo, trascinando con sé decine di personaggi, luoghi e atmosfere. Gli elementi tipici del classico giallo “alla Christie” ci sono proprio tutti: gli indizi vengono gradualmente disseminati e messi a conoscenza dell’investigatore e del lettore, l’assassino compare nel romanzo sin dall’inizio, il delitto è raccapricciante e verosimile, i sospettati sono molti e tutti credibili. Non resta che iniziare l’indagine e farsi prendere dalla tensione crescente. Il metodo, anche quello, è collaudato e Camilla Läckberg, che prima di intraprendere la carriera di scrittrice di professione faceva l’economista, lo sa applicare alla perfezione. Si chiama “cliff-hanger”, letteralmente “appeso a una cima”, come il protagonista di un film d’azione che stia per precipitare da una roccia proprio quando la scena si interrompe. Così, nel momento in cui la tensione è più alta, Camilla Läckberg abbandona la trama per focalizzarsi su un altro personaggio, creando uno stato di attesa e tensione crescente.
L’ambientazione classica, sempre a Fjällbacka, il villaggio in cui l’autrice è cresciuta e di cui riesce a rendere al meglio l’atmosfera; i personaggi, tutti descritti sin nei minimi dettagli e caratterizzati anche attraverso tic e difetti e una protagonista femminile, Erica Falk, divenuta ormai familiare, sono tutti elementi che non lasciano scampo: questo libro bisogna leggerlo tutto e subito.
Giunti al terzo capitolo della serie, la vita di Erica e Patrik, poliziotto di stanza a Fjällbacka, è sconvolta dall’arrivo della piccola Maja, che nei primi mesi di vita pare voglia succhiare via tutta l’energia di Erica, lasciandola tramortita. Per questo sarà principalmente Patrik ad indagare sull’omicidio che ha sconvolto il villaggio: la piccola Sara, una bimba di sette anni che vive a pochi passi dalla loro villetta, è stata trovata annegata in mare. Nei suoi polmoni però è stata rintracciata solo dell’acqua dolce, un elemento che non lascia dubbi: la bimba è stata annegata nella vasca da bagno.
Per arrivare all’assassino, però, Patrik e la sua squadra dovranno indagare nel passato della famiglia della bimba e nelle vicende torbide che riguardano sia la famiglia di Niclas, il papà, nuovo medico condotto del paese, sia la famiglia di Charlotte, la madre, che vive in casa con dei genitori rigidi e ingombranti.
Sulle tracce di antichi veleni e dissapori Patrik ed Erica arriveranno alla soluzione del giallo, ma solo nelle ultime pagine e solo dopo che Camilla Läckberg avrà depistato la fantasia del lettore con falsi indizi, allusioni e insinuazioni. Un thriller svedese che, siamo certi, farà scuola.
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