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C'è il pensionato Inps più ricco d'Italia: 90.000 euro al mese. C'è l'onorevole che è stato in Parlamento un solo giorno e potrà contare per tutta la vita su una pensione da deputato. C'è l'ex presidente del Consiglio che ha tagliato le pensioni altrui e ne ha ottenuta per sé una da 31.000 euro al mese. C'è l'ex presidente della Repubblica che, oltre al vitalizio, incassa 4766 euro netti al mese come ex magistrato, pur avendo svolto questa attività per soli 3 anni. E poi ci sono le baby pensioni, le pensioni ai mafiosi, le doppie, triple e quadruple pensioni: mentre al cittadino qualunque vengono chiesti continui sacrifici sul fronte previdenziale, mentre l'Europa insiste per allungare la vita lavorativa e i giovani non sanno se potranno mai avere una vecchiaia serena, la casta dei pensionati d'oro mantiene i suoi privilegi, anzi se ne riserva sempre di nuovi. Tutto perfettamente legale, s'intende, ma con la differenza non trascurabile che, in questo caso, la legge viene applicata con sorprendente rapidità. Mario Giordano ci guida nel labirinto degli scandali, degli inganni e degli abusi della previdenza italiana: un buco nero che grava sulle spalle dei contribuenti e mette a rischio il loro futuro. Da questo desolante panorama emerge un'indicazione chiara: visto che continuano a chiedere tagli alle pensioni, non si potrebbe cominciare da qualcuno di questi privilegi?
Dante è davvero stato ucciso dalla malaria, come tutti a Ravenna credono? Oppure qualcuno aveva dei motivi per desiderare la sua morte e la scomparsa di un segreto insieme a lui? Tormentati da questo dubbio, la figlia del poeta, suor Beatrice, un ex templare di nome Bernard e un medico, Giovanni da Lucca, iniziano una doppia indagine per fare chiarezza su quanto è accaduto. Cercano con fatica di decifrare un messaggio in codice lasciato da Dante su nove fogli di pergamena e intanto si mettono sulle tracce dei suoi presunti assassini, scoprendo che molti nutrivano una profonda avversione per il poeta. Non sarà facile trovare la chiave del segreto occultato nella Commedia e scoprire chi voleva impedire al poeta di terminare la sua opera. Ma perché l'Alighieri aveva deciso di nascondere con così grande cura gli ultimi tredici canti del Paradiso? Teoremi raffinati, intrighi complessi e verità da svelare si celano tra i versi delle tre cantiche, come l'identità del Veltro, o l'annuncio dell'arrivo di un misterioso vendicatore... Sullo sfondo storico della crisi politica ed economica del Trecento, "Il libro segreto di Dante" intreccia vicende reali e personaggi di fantasia, tessendo trame piene di mistero e inquietanti interrogativi.
Questo romanzo comincia nel dicembre 782 in un'abbazia sull'isola di Vectis (Inghilterra), quando il piccolo Octavus, accolto dai monaci per pietà, prende una pergamena e inizia a scrivere un'interminabile serie di nomi affiancati da numeri. Un elenco enigmatico e inquietante. Questo romanzo comincia il 12 febbraio 1947, a Londra, quando Winston Churchill prende una decisione che peserà sulla sua coscienza sino alla fine dei suoi giorni. Una decisione atroce ma necessaria. Questo romanzo comincia il 10 luglio 1947, a Washington, quando Harry Truman, il presidente della prima bomba atomica, scopre un segreto che, se divulgato, scatenerebbe il panico nel mondo intero. Un segreto lontano e vicinissimo. Questo romanzo comincia il 21 maggio 2009, a New York, quando il giovane banchiere David Swisher riceve una cartolina su cui ci sono una bara e la data di quel giorno. Poco dopo, muore. E la stessa cosa succede ad altre cinque persone. Un destino crudele e imprevedibile. "Questo romanzo è cominciato e forse tutti noi ci siamo dentro, anche se non lo sappiamo. Perché non esiste nulla di casuale. Perché la nostra strada è segnata. Perché il destino è scritto. Nella Biblioteca dei Morti."
Will Piper, Unità furti e crimini violenti, FBI di New York. In venti anni di carriera ha seguito e risolto tutti i più importanti casi di delitti seriali: profiler abilissimo, ha compromesso la sua carriera per via di una relazione con un'avvenente collega. Un provvedimento disciplinare e una predilezione crescente per il wiskey scozzese hanno distrutto la sua immagine di uomo belloccio e di successo e la sua autostima come investigatore. è per questo che accetta mal volentieri il caso Doomsday, nonostante l'entusiasmo di Nancy Lipinski, la giovane collega che lo affiancherà nell'indagine.
Ancora una volta la città di New York deve fare i conti con un killer che si comporta in maniera anomala: prima di colpire si premura di recapitare alle sue vittime una cartolina con la data della morte e la sagoma di una bara. Oltre a questo nessun altro elemento oggettivo collega le morti. Vengono uccisi tutti in maniera diversa: a seguito di un furto, cadendo da una finestra, investiti da un'auto in fuga o per overdose. Le vittime non si conoscono, vivono in quartieri diversi, non hanno niente in comune… Eppure un mistero lontano nel tempo e nello spazio collega i loro nomi.
Isola di Wight, largo della Britannia, 1947. Il professor Geoffrey Atwood, docente di archeologia a Cambridge, nel bel mezzo di uno scavo viene prelevato dai servizi segreti inglesi e portato in un luogo sicuro insieme alla sua équipe. Il ritrovamento che ha appena fatto non può assolutamente diventare di dominio pubblico e soprattutto non può essere gestito da una nazione a pezzi come la Gran Bretagna. Al termine della seconda guerra mondiale c'è solo una potenza in grado di destinare una quota del proprio budget alla tutela di una scoperta di tale portata, sono gli Stati Uniti. E c'è un solo uomo che, anche se non è più al governo, è in grado di passare al presidente americano Truman la patata bollente, si tratta di Winston Churchill. Saranno gli Stati Uniti a gestire il progetto "Vectis", creando nel mezzo del deserto del Nevada, in una zona protetta da occhi indiscreti, il laboratorio governativo più misterioso del mondo, quella che viene comunemente chiamata "Area 51".
è proprio nell'Edificio 34 del Groom Lake, al sesto piano interrato del bunker, che lavora ogni giorno Mark Shackleton, genio dell'informatica di giorno, appassionato di blackjack nei casinò di Las Vegas di notte. Ai tempi del college aveva subito in silenzio le angherie dei suoi compagni di stanza. Solo Will Piper, colui che veniva considerato una delle menti più brillanti dell'FBI, gli aveva dimostrato un po' di amicizia, forse per questo aveva continuato a seguirlo in Tv ogni volta che un caso scottante gli veniva assegnato. Stavolta però il caso scottante era nelle mani di Mark "lo sfigato". Soltanto lui, e pochi altri al mondo, potevano avere accesso alla Biblioteca: un archivio custodito in una stanza posta a dodici piani di profondità nel deserto. L'autore di quell'opera monumentale, Octavius, era il settimo figlio di un settimo figlio, nato a Vectis, una piccola isola della Britannia, il 7 luglio del 777. Un ragazzo gracilissimo, cieco e con i capelli rossi, dotato di un potere misterioso e ancestrale che conduceva la sua mano sulla pergamena, facendogli compilare un lungo elenco di nomi e di date.
Una scrittura fluida, un impianto narrativo monumentale, un ritmo serrato, senza cali di tensione per un romanzo di esordio stupefacente. Degno dei migliori autori di thriller a livello internazionale, Glenn Cooper crea un plot di altissimo livello, che si legge tutto d'un fiato, che coinvolge e convince, fino all'ultima pagina.
Ascolta la lettura delle prime pagine del libro su RadioAlt.
È un libro, un semplice libro antico. Ma custodisce un segreto. Un segreto che è stato scritto col sangue nel 1297, da innumerevoli scrivani coi capelli rossi e con gli occhi verdi, forse toccati dalla grazia divina, forse messaggeri del diavolo. Che è riapparso nel 1334, in una lettera vergata da un abate ormai troppo anziano per sopportare il peso di quel mistero. Che, nel corso del XVI secolo, ha illuminato la strada di un teologo, i sogni di un visionario e le parole di un genio. È un libro, un semplice libro antico. Ma sta per scatenare l'inferno. Perché quel libro è stato sottratto alla Biblioteca dei Morti, la sconfinata raccolta di volumi in cui è riportata la data di nascita e di morte di tutti gli uomini vissuti dall'VIII secolo in poi.
Era un grosso volume rilegato in pelle di vitello color cioccolato, quello che poggiava sul tavolo di Toby Parfitt. Il vecchio antiquario lo aveva riportato alla luce dalla biblioteca di Lord Cantwell, un possidente inglese che, per mantenere i fasti del suo status, era costretto periodicamente a vendere qualche antico monile della sua tenuta di campagna. Oppure qualche vecchio libro, come quello. Tiby Parfitt continuava a osservarlo e ne era misteriosamente attratto. Sul dorso c’era un’unica grande incisione fatta a mano: 1527, all’interno invece c’era un interminabile elenco di nomi, date di nascita e di morte, come se fosse un antico registro anagrafico. Ma quale città, nel 1527, poteva essere così popolosa e cosmopolita? I nomi erano scritti in tutte le lingue del mondo, antiche e moderne.
La base d’asta per quel volume era stata fissata al prezzo di duemila sterline, ma qualcuno era disposto a spendere qualunque cifra pur di accaparrarselo. Seduto in prima fila, nel salone della casa d’aste di Pierce&Whyte, a Londra, Malcom Frazier era arrivato a offrire 100.000 sterline per quel libro. Ma al telefono un cliente misterioso di New York stava puntando al rialzo fino a raggiungere la cifra esorbitane di 200.000 sterline. Alla fine l’asta era stata aggiudicata da Henri Spence, un vecchio dalla barba lunga, che batteva le strade di New York a bordo di un caravan.
Seduto al suo fianco, pronto a rimettersi in pista, Will Piper, ex agente dell’FBI, ex profiler numero uno del distretto di NY, ex titolare dell’inchiesta sul killer seriale Doomsday. Da quell’avventura, un vero e proprio ginepraio, Will ne era uscito vivo, ma le conseguenze erano state durissime: il prepensionamento forzato e l’insabbiamento dell’inchiesta. In compenso la sua vita privata, da quando ha lasciato la polizia, è molto migliorata. Ha sposato la sua collega di diciassette anni più giovane, Nancy, con cui ha avuto un figlio e ha anche deciso di dire addio per sempre al suo eterno amico-nemico Jack Daniel’s.
Ma la Biblioteca dei morti è una maledizione che non può essere esorcizzata e Will dovrà presto rassegnarsi ad accettare questa verità: qualcuno ha lasciato fuori dalla sua porta un biglietto con un numero di telefono e una strana firma, Club 2027. Soltanto le persone che hanno avuto accesso alla Biblioteca dell’Area 51, infatti, sanno che quello sterminato elenco di date si conclude il 9 febbraio 2027. E una di quelle persone è l’uomo che gli ha mandato un biglietto, Henry Spence, un ex dipendente della CIA che ha dedicato la sua esistenza alla soluzione del mistero.
Spence è malato e gli restano poche settimane di vita, perciò supplica Will di aiutarlo a portare a termine il suo lavoro e gli rivela che, nel corso dei suoi studi, ha fatto una scoperta inquietante: dalla Biblioteca manca un volume. Adesso, dopo anni di tentativi per rintracciarlo, quel volume è stato messo in vendita presso una casa d’aste di Londra. Sebbene sia consapevole dei rischi, Will accetta di recarsi in Inghilterra, ma non può immaginare che proprio quel libro, sottratto secoli prima dall’abbazia di Vectis, sia la chiave per comprendere il significato del 9 febbraio 2027.
Quale evento infausto sarebbe accaduto nel 2027? E soprattutto, quante persone sarebbero disposte ad uccidere pur di conoscere la data e il luogo preciso in cui sarebbero avvenute le stragi, la carestie e i disastri ambientali dei prossimi 17 anni?
Dopo La Biblioteca dei morti, Glenn Cooper ritorna con un sequel che promette di bissare il successo planetario del primo volume. Una lettura avvincente, trascinate, magnetica; un libro impossibile da abbandonare.
Una mattina del 1945 il proprietario di un modesto negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, nel cuore della città vecchia di Barcellona al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo in cui migliaia di libri di cui il tempo ha cancellato il ricordo, vengono sottratti all'oblio. Qui Daniel entra in possesso del libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un labirinto di intrighi legati alla figura del suo autore e da tempo sepolti nell'anima oscura della città. Un romanzo in cui i bagliori di un passato inquietante si riverberano sul presente del giovane protagonista, in una Barcellona dalla duplice identità: quella ricca ed elegante degli ultimi splendori del Modernismo e quella cupa del dopoguerra.
Una mattina come tante nella cucina in disordine, nell'aria pungente di una Dublino ancora addormentata. Una mattina come altre quella in cui Ben decide di dire addio alla moglie Rose, ai suoi tre figli e a vent'anni di vita assieme. Rose non parla, non reagisce, non sa nemmeno cosa provare. Con questa scena si apre "La metà di niente", il felice romanzo d'esordio di Catherine Dunne, il diario lucido e drammatico di una donna che, di punto in bianco, si trova sola, senza soldi e con una famiglia da mantenere. Come in un album di fotografie, la nuova vita di Rose si alterna a flashback della vita passata, dei suoi sogni giovanili, delle sue illusioni romantiche sul matrimonio. Ma tra lacrime e disperazione, tra rabbia e sensi di colpa, Rose diventa forte.
Julia Seymour è una donna brillante, affidabile, concreta; ha una vita piena e molti affetti, e non ha mai smesso di amare la propria professione di medico. Perché, allora, una mattina di fine ottobre lascia tutto - casa, figlia, compagno - senza una parola, come se non si aspettasse di tornare? Una fuga, quella di Julia, pianificata fin nei minimi dettagli. A ogni tappa un'amica fidata, che le offre riparo e sostegno senza fare troppe domande, mentre dal passato condiviso affiorano esperienze, ricordi, e forse anche la chiave per capire le vere ragioni del suo gesto, assai più generoso e altruista di quanto potrebbe sembrare. In parallelo, il tenace inseguimento di William, che stava per chiederle di sposarlo e non si dà pace, pronto a cogliere gli indizi che ne è sempre più convinto - Julia ha intenzionalmente disseminato per lui, affermato autore di thriller, lungo il cammino. La sua ricerca lo porterà a compiere un viaggio nello spazio - da Dublino a Londra alla lontana e misteriosa India, dove tutte le tracce sembrano portare - e soprattutto nel tempo, in quel passato di Julia segnato in maniera indelebile da una scelta dolorosa.
Quando il padre l'aveva affidata alle suore francescane del convento di St. Rose, vicino a New York, Evangeline aveva soltanto dodici anni. In quella pace operosa, la bambina è diventata donna e ha poi scelto di prendere i voti. Adesso si occupa della biblioteca del convento, che ospita un'eccezionale collezione d'immagini angeliche. Ma, proprio in quel luogo apparentemente, Evangeline scopre alcune lettere, spedite negli anni '40 dall'ereditiera Abigail Rockefeller a una suora del St. Rose: in esse vengono citati una misteriosa spedizione nella Gola del Diavolo, in Bulgaria, e il ritrovamento di un cadavere perfettamente conservato. Il cadavere di un angelo. Per Evangeline, quelle lettere sono il primo tassello di una storia che affonda le sue radici nella notte dei tempi: la storia degli angeli che hanno tradito Dio e della malvagità che è scesa sulla Terra con un battito d'ali: la storia dei Nefilim, le creature generate dall'unione tra gli angeli ribelli e i mortali; la storia degli angelologi, un gruppo di studiosi che, da generazioni, si tramandano il segreto dell'esistenza dei Nefilim e combattono contro di loro. E, soprattutto, la storia di uno strumento musicale di origine divina e dai poteri straordinari, uno strumento andato perduto e che ora Evangeline ha il compito di recuperare, prima che lo facciano i Nefilim. Perché il destino dell'umanità è nelle sue mani.
Un film di Francis Lawrence. Con Will Smith, Alice Braga, Dash Mihok, Charlie Tahan, Salli Richardson, Willow Smith, Salli Richardson-Whitfield, Darrell Foster, April Grace, Joanna Numata, Abbey, Kona, Samuel Glen, James Michael McCauley, Marin Ireland, Pedro Mojica. Titolo originale I Am Legend. Azione, Ratings: Kids+13, durata 101 min. - USA 2007.
New York, 2012. Un virus ha ucciso tutti gli uomini e li ha trasformati in vampiri. La città è deserta, e l'unico sopravvissuto è il Dottor Robert Neville (Will Smith), scopritore di un possibile siero che potrebbe salvare l'umanità. Neville si muove alla luce del giorno con il suo cane lupo seguendo la quotidianità, in attesa della notte, in cui i vampiri escono dalla penombra, attaccando tutto ciò che incontrano.
Will Smith sa il fatto suo. È nato come rapper, è diventato una star della televisione, e da tempo ha affrontato il cinema. Sempre da protagonista. Dopo il film diretto da Muccino dove recitava con suo figlio, adesso si confronta con se stesso e con una metropoli spettrale che mette in evidenza ogni suo movimento. Forse non sarà candidato all'Oscar, ma la sua interpretazione è degna di nota. Passando al film, il "one man show" di Smith è supportato da una scenografia incredibilmente convincente, e da una regia di mestiere.
Non è facile costruire un film su un solo attore (se si escludono il cane, i vampiri, qualche flashback e due superstiti), e il day by day del protagonista è scandito con lentezza, quasi a voler fare respirare allo spettatore il senso di solitudine. A dispetto della necessità di includere la componente horror (le scene d'azione sono presenti per coinvolgere il target giovane), a parte la mezz'ora finale, Io sono leggenda, si concentra sul singolo, sull'uomo che poteva cambiare il mondo, su chi ha la consapevolezza che è molto semplice distruggere ciò che si ha per le mani tutti i giorni.
L'11 Settembre è lì, è l'origine delle cose, e Richard Matheson che nel 1954 scrisse il romanzo omonimo, non avrebbe potuto immaginarselo così reale. Ma alla fine, la convinzione ultima, è che solo l'umanità può decidere le sorti del mondo.
http://www.fileserve.com/file/qMXCTMs
È il 1976. Robert Neville torna a casa dopo una giornata di duro lavoro. Cucina, pulisce, ascolta un disco, si siede in poltrona e legge un libro. Eppure la sua non è una vita normale. Soprattutto dopo il tramonto. Perché Neville è l'ultimo uomo sulla Terra. L'ultimo umano sopravvissuto, in un mondo completamente popolato da vampiri. Nella solitudine che lo circonda, Robert esegue la sua missione, studia il fenomeno e le superstizioni che lo circondano, cerca nuove strade per lo sterminio delle creature delle tenebre. Durante la notte Neville se ne sta rintanato nella sua roccaforte, assediato dai morti viventi avidi del suo sangue. Ma con il sorgere del sole è lui a dominare un gioco crudele e di meccanica ferocia, scandito dalle luci e dalle ombre di un tempo sempre uguale a se stesso e che impone la ripetizione di un rituale sanguinario. In questo mondo Neville, con la sua unicità, si è già trasformato in leggenda.
Tom Wallace conduce un'esistenza normalissima con la moglie Anne e il figlioletto Richard. Una sera, durante una cena in casa di amici, suo cognato Phil dichiara di essere capace di ipnotizzare chiunque, e fargli compiere atti che, in stato cosciente, non farebbe mai; ed è proprio Tom a essere scelto per un esperimento. Al termine della serata, però, Tom scopre che la sua mente è in grado di captare le onde telepatiche presenti nei luoghi in cui si trova, consentendogli di leggere nei pensieri delle persone accanto a lui e di entrare in contatto con l'inquietante presenza di una giovane donna, uno spirito che sembra vivere in casa sua: Helen Driscoll. Ma chi è costei? E qual è il messaggio che i suoi occhi imploranti hanno per lui? Un racconto in cui l'inverosimile irrompe nella vita quotidiana, coinvolgendo il protagonista in una disperata lotta per non scivolare nel baratro della follia e per non perdere ciò che più caro ha al mondo: l'amore per la sua famiglia.
L'idilliaca cittadina di Strängnäs è in fibrillazione per l'imminente festival del jazz e al giornale locale Fredrik Gransjö e i suoi colleghi si preparano a trascorrere un'estate densa di lavoro ma anche di grandi appuntamenti musicali. Eppure nella vicina Mariefred, la perla del lago Mälaren, accade qualcosa di sconvolgente: il noto criminale Marcin Szalas riesce a evadere dal carcere con una fuga sanguinosa e spettacolare. È solo il primo di una macabra catena di eventi destinati a seminare il terrore tra la popolazione e a gettare nel panico la città. Dalla redazione del giornale Fredrik Gransjö e la sua giovane collega Emma Gibbons si accorgono di alcune strane coincidenze... A poco a poco sotto il caos apparente cominciano a intravedersi le linee di uno schema diabolico e minuzioso e, tassello dopo tassello, il mosaico si ricompone, fino a un'unica, agghiacciante verità.
Maria, la nonna di Mario Calabresi, andava a letto esausta, dopo una giornata spesa a lavare montagne di lenzuola e pannolini. Quella sera, quella in cui per la prima volta aveva usato la lavatrice, è stata, nei suoi ricordi, lo spartiacque tra il prima e il dopo. Calabresi ha ricomposto i frammenti di un tempo in cui si faceva fatica a vivere ma era sempre accesa una speranza, e di un presente così paralizzato da non riuscire a mettere a fuoco l'esempio di chi non ha smesso di credere nel futuro. Ed ecco un viaggio nel vissuto del nostro Paese attraverso le storie di chi - scienziati, artisti, imprenditori, giornalisti e persone comuni - è stato capace di inseguire i propri sogni, affrontando a testa alta le sfide collettive e individuali del mondo di oggi. C'è chi è riuscito a offrire una speranza per i malati incurabili, chi è diventato un prestigioso astronomo e spera ancora di vedere l'uomo su Marte, chi ha trasformato la sua tesi di laurea in un'azienda californiana di successo, e chi ha deciso di cambiare il proprio destino giocando l'unica carta a sua disposizione, lo studio. Per intuire che in mezzo allo sconforto diffuso la strada esiste, perché coltivando le proprie passioni non si rimane delusi e perché la libertà si conquista, anche, con la volontà. Per scoprire un giacimento di vita, energia e coraggio, un luogo in cui "le stelle si sono accese per guidare il cammino degli uomini, la loro fantasia, i loro sogni, per insegnarci a non tenere la testa bassa, nemmeno quando è buio".
"Non c’è più il futuro di una volta".
Il lapsus è un segno dei tempi, a volte.
Dallo sgambetto che l’inconscio tende al senso comune, può emergere un sentire diffuso, una sottile inquietudine, un modo di pensare che – grazie a quell’inciampo involontario – diventa immediatamente lampante e ci mette di fronte al nostro stesso modo di leggere il reale.
Il libro di Mario Calabresi, Cosa tiene accese le stelle, è un esorcismo contro la vulgata secondo la quale “si stava meglio quando si stava peggio”, per citare un altro ossimoro di successo. Attraverso le conversazioni con uomini eccellenti, e attingendo ad un ricco serbatoio di memorie personali, il direttore de “La Stampa” presenta alcuni buoni motivi per non lasciarsi prendere dallo sconforto, e riconoscere invece, alla luce di un cauto ottimismo, quanto siano migliorate le vite degli italiani negli ultimi cinquant’anni.
È vero: la mortalità infantile è crollata al punto da far ritenere a molti analisti stranieri che l’Italia è oggi “il posto più sicuro al mondo dove mettere al mondo un bambino”. L'assistenza sanitaria è garantita per tutti. Molta meno gente muore sulle strade. Ci sono meno omicidi, e vengono commessi complessivamente meno crimini di sangue.
Le malattie – è un fatto - vengono curate in modo molto più mirato ed efficace di un tempo. Viviamo tutti, o quasi tutti, in appartamenti adeguati alle nostre necessità, dotati di servizi sanitari e allacciati alla rete elettrica. Siamo un paese alfabetizzato e facciamo sicuramente molta meno fatica di quanta non ne facessero i nostri padri e le nostre madri, e prima di loro le generazioni precedenti, abituate a conquistare ogni millimetro del proprio benessere a costo di fatica e sacrifici. Un quadro edificante? In parte sì, ma attenzione: la progressione ad infinitum della curva del nostro benessere ha segnato un’inversione, negli ultimi vent’anni, e i giovani non investono più nel proprio futuro perché sono attanagliati da uno scoramento profondo, da una rassegnazione che si trasmette endemicamente, o per via ereditaria. Sono i padri stessi a mettere le mani avanti, ci spiega Calabresi, inducendo i propri figli a non credere troppo nelle proprie possibilità, per evitare la delusione che inevitabilmente seguirà, quando i giovani dovranno misurarsi con la realtà di un Paese che ha smesso di credere in loro.
Il giornalista, però, non si limita a puntare l’indice contro i mali che affliggono il nostro presente, e – come Diogene – va "alla ricerca dell’uomo", per tracciare una mappa minima di personalità luminose cui rivolgersi nei momenti bui.
Assieme a lui incontriamo dunque l’oncologo Veronesi, appassionato sponsor dei giovani, che non ha paura di dire come i ragazzi di oggi valgano quanto (e forse più) dei giovani dei suoi tempi. Poi c’è Massimo Moratti, che attraverso il filtro del tifo calcistico stabilisce un paragone fra i giorni nostri e quel novembre 1949 in cui suo padre lo portò per la prima volta a vedere giocare l’Inter a San Siro: i tifosi non sono diventati più violenti, sostiene Moratti; quel che davvero è cambiato è la velocità dell’informazione. Oggi sappiamo tutto di tutti, immediatamente, e questo ha cambiato la percezione del mondo in modo radicale. Franca Valeri dispensa qualche meravigliosa pillola della sua intelligenza indomita e del suo umorismo agrodolce, raccontando dell'epoca in cui la villeggiatura era una vera e propria "altra vita" che si svolgeva da giugno a settembre, ma riconoscendo come sia importantissimo il fatto che oggi siano molte più persone a poter godere delle ferie, seppure per periodi più brevi.
E ancora: docenti universitari, astrofisici, cantanti, studentesse eccezionali e persone normali: tutti concorrono a comporre un mosaico speranzoso e in divenire del tempo in cui viviamo. Contro ogni irragionevole resa a priori, e nel segno della "capacità che ha ogni individuo di fare la differenza", per dirla assieme a Jovanotti.
Durante l'estate del 1937 Simone Sauvelle, rimasta all'improvviso vedova, abbandona Parigi assieme ai figli, Irene e Dorian, e si trasferisce in un piccolo paese sulla costa per sfuggire agli ingenti debiti accumulati dal marito. Trova lavoro come governante per il facoltoso fabbricante di giocattoli Lazarus Jann in una gigantesca magione chiamata Cravenmoore, dove l'uomo vive con la moglie malata. Tutto sembra andare per il meglio. Lazarus si dimostra un uomo gradevole, tratta con riguardo Simone e i figli, a cui mostra gli strani esseri meccanici che ha creato - e che sembrano avere vita propria - mentre Irene si innamora di Ismael, il cugino di Hannah, la cuoca della casa. Ma eventi macabri e strane apparizioni sconvolgono l'armonia di Cravenmoore: Hannah, viene trovata morta e una misteriosa ombra si impossessa della tenuta. Spetterà a Irene e Ismael lottare contro un nemico invisibile per salvare Simone e svelare l'oscuro segreto che avvolge la fabbrica dei giocattoli, un enigma che li unirà per sempre e li trascinerà nella più emozionante delle avventure in un mondo labirintico di luci e ombre.
Chi ha letto Il palazzo della mezzanotte e Marina, i due romanzi che precedono L’ombra del vento e Il gioco dell’angelo, lo sa già: non si tratta propriamente di libri per ragazzi, né semplicemente di romanzi fantasy. Malgrado quanto scritto dall’autore nella lettera introduttiva che accompagna la serie, in cui si spiega che questi libri sono destinati ai giovani lettori, si tratta in realtà di romanzi in grado di coinvolgere lettori di tutte le età.
Il mistero, l’avventura e una scrittura immersiva che riesce a trascinarci pagina dopo pagina, sono le doti di un autore che ha saputo far breccia nei cuori di milioni di lettori in tutto il mondo. Oggi, con Le luci di settembre la tecnica si affina e la fascinazione arriva a un livello altissimo, grazie a una serie di personaggi coraggiosi e umani e a un’ambientazione piena di magia, tra Parigi e le coste della Normandia.
Se Barcellona era apparsa affascinante e gotica, mentre Calcutta, la città in cui era ambientato Il palazzo della mezzanotte era misteriosa e oscura, la Normandia e le sue isole lambite dall’oceano hanno un che di sublime e tragico che caratterizza ogni grande spettacolo della natura. Una coltre di oscurità che però non spaventa la famiglia Sauvelle: Simone, la madre e i suoi due figli, la giovane Irene e suo fratello minore Dorian. Costretti ad abbandonare Parigi e la vita miserabile che era loro toccata in sorte dopo la morte del padre, i Sauvelle avevano presto e in circostanze avventurose trovato la loro fortuna altrove, in una piccola baia nei pressi de La Rochelle, dove un ricco signore, fabbricante di giocattoli, aveva bisogno di una governate che curasse i suoi affari. Tra Simone e l’affabile Lazarus Jann l’intesa era stata immediata: entrambi avevano modi garbati e una conversazione sciolta ed entrambi avevano in fondo allo sguardo l’ombra della perdita della persona amata.
Non c’era nessuna ombra invece nella vita di Irene con i suoi quindici anni. A Cravenmoore aveva fatto presto amicizia con Hannah, la giovane cuoca del signor Jann, e soprattutto con suo cugino Ismael, un giovane marinaio affascinante e taciturno con la passione per i racconti del mistero e per le storie del passato. Era stato proprio lui, un giorno in cui con la sua barca a vela avevano raggiunto l’isolotto del faro, a raccontarle la storia delle luci di settembre. Si raccontava che molti anni prima, durante il primo plenilunio di settembre, una donna fosse fuggita da Cravenmoore durante una festa in maschera, che la giovane avesse raggiunto con una barca l’isola del faro e che non avesse mai più fatto ritorno sulla terra ferma. Quei pochi testimoni che la videro salpare non la riconobbero a causa della maschera e nessuno rinvenì mai il suo cadavere, ma da allora tutte le notti di luna piena di settembre il bosco di Cravenmoore si illumina di un misterioso bagliore rossastro: le luci di settembre.
La curiosità, o forse l’incoscienza, porterà i due giovani e il piccolo Dorian a scoprire la natura dell’entità che sconvolge ogni anno la vita di quel tranquillo borgo francese, conducendoli lungo una strada impervia alla quale nessuno di loro, a un certo punto, potrà sottrarsi. L’ombra di un mistero che continua a inseguire anche i lettori, sin da quando il giovane e bellissimo Andreas Corelli fa la sua prima apparizione nelle pagine de L’ombra del vento. Un personaggio inquietante che riappare anche in queste pagine, nella Normandia nel 1936, e che forse si materializzerà un giorno là dove il male ha toccato il suo apice.
Luce morirebbe per Daniel: lo ha già fatto decine di volte. Insieme hanno vissuto tante vite, in luoghi e tempi diversi, ma la fine è stata sempre la stessa: lei consumata dalle fiamme e lui con il cuore infranto. Forse però è possibile spezzare la maledizione che li perseguita. Per scoprirlo, Luce viaggia a ritroso nel tempo e ritrova le sue incarnazioni passate: in Inghilterra, in Cina, in Egitto... Daniel la insegue, e non è l'unico a farlo. Perché se Luce riscrivesse la storia, tutto potrebbe cambiare.
Victoria ha paura del contatto fisico. Ha paura delle parole, le sue e quelle degli altri. Soprattutto, ha paura di amare e lasciarsi amare. C'è solo un posto in cui tutte le sue paure sfumano nel silenzio e nella pace: è il suo giardino segreto nel parco pubblico di Portero Hill, a San Francisco. I fiori, che ha piantato lei stessa in questo angolo sconosciuto della città, sono la sua casa. Il suo rifugio. La sua voce. È attraverso il loro linguaggio che Victoria comunica le sue emozioni più profonde. La lavanda per la diffidenza, il cardo per la misantropia, la rosa bianca per la solitudine. Perché Victoria non ha avuto una vita facile. Abbandonata in culla, ha passato l'infanzia saltando da una famiglia adottiva a un'altra. Fino all'incontro, drammatico e sconvolgente, con Elizabeth, l'unica vera madre che abbia mai avuto, la donna che le ha insegnato il linguaggio segreto dei fiori. E adesso, è proprio grazie a questo magico dono che Victoria ha preso in mano la sua vita: ha diciotto anni ormai, e lavora come fioraia. I suoi fiori sono tra i più richiesti della città, regalano la felicità e curano l'anima. Ma Victoria non ha ancora trovato il fiore in grado di rimarginare la sua ferita. Perché il suo cuore si porta dietro una colpa segreta. L'unico capace di estirparla è Grant, un ragazzo misterioso che sembra sapere tutto di lei. Solo lui può levare quel peso dal cuore di Victoria, come spine strappate a uno stelo. Solo lui può prendersi cura delle sue radici invisibili.
Per leggere le pagine del "Dizionario dei fiori" (pdf), clicca qui
Le prime vittime sono due donne. Ritrovate con ventiquattro ferite identiche in bocca. Morte soffocate nel loro sangue, dopo una agonia atroce. Omicidi studiati, efferati, che seguono un rituale. La polizia criminale di Oslo sa di avere un solo uomo che può risolvere il caso. Harry Hole, alcolista, uomo rude e solitario, inviso a molti. Ma Hole si è rintanato a Hong Kong, tra le fumerie d'oppio, per lavare via i ricordi. Sa fin troppo bene che, per risolvere l'ultimo caso, ha messo in pericolo di vita l'unica donna che ha mai davvero amato. E solo quando lo informano che il padre è moribondo in ospedale, Harry Hole decide di tornare a Oslo. Tra le vittime non c'è in apparenza alcun legame, ma Hole subito ne trova uno. Tutte quante hanno trascorso una notte in un isolato rifugio di montagna. E qualcuno, qualcuno capace di un odio lucido e selvaggio, adesso sta braccando gli ospiti di quella notte, uno per uno...
Port Mortuary - letteralmente il porto dei morti - è il luogo in cui vengono smistati i cadaveri dei caduti in guerra della base dell'Aeronautica militare di Dover. È qui che Kay Scarpetta sta seguendo un corso di addestramento sulle autopsie virtuali quando, in una fredda sera di febbraio, viene richiamata in tutta fretta dalla nipote Lucy e dall'investigatore Pete Marino al CFC di Boston, il nuovo centro di medicina forense civile e militare da lei diretto. Qualcosa di molto grave e inspiegabile è appena accaduto, qualcosa che potrebbe rovinarla sia professionalmente che personalmente, travolgendo nello scandalo la struttura sperimentale di cui è a capo. Un giovane uomo, morto apparentemente per un malore e custodito nella cella frigorifera del CFC, viene trovato in un lago di sangue, e ciò avalla l'ipotesi che fosse ancora vivo quando vi è stato rinchiuso. L'autopsia sul suo cadavere rivela la presenza di agghiaccianti lesioni interne, complicando ulteriormente il quadro. La situazione è tanto più seria in quanto Jack Fielding, vicecapo del centro, è scomparso nel nulla dopo essere stato indagato per un suo presunto coinvolgimento in altre morti sospette. Kay Scarpetta si trova di fronte a un caso estremamente difficile e pericoloso che ha pesanti riflessi non solo sulla sicurezza nazionale, ma anche sulla sua vita privata. In una frenetica corsa contro il tempo deve affrontare un nuovo scaltro e crudele e fare i conti con una vicenda che coinvolge i fantasmi di un passato mai sopito.
Cos'hanno in comune la regina Maria Antonietta, Vandana Shiva, Peter Sellers, Fabrizio De André, Virginia Woolf e George Harrison? La risposta è nel libro che avete tra le mani: il racconto di una passione che si intreccia, inestricabile come un gelsomino rampicante, con amori letterari, pittorici e cinematografici, ricordi di viaggi, aneddoti di vita giardiniera e riflessioni sulle sfide e le frontiere della felicità sostenibile. Serena Dandini ci conduce in una passeggiata sentimentale alla ricerca della bellezza che potrà salvarci, con un libro dedicato "a chi voleva cambiare il mondo e invece dopo un po' si è accorto che è stato il mondo a cambiargli i connotati". Viaggiando tra parchi incantati e vivai sconosciuti, imbarcandoci sulle navi di cacciatori di piante d'altri tempi, sbirciando gli amori romantici per un raffinato musicista o per un carico di concime, scopriamo insieme con lei che non è mai troppo tardi per mettere dei fiori nei nostri cannoni e bombardare almeno il perimetro del balconcino di casa. Perché, come recita un antico proverbio cinese, chi pianta un giardino semina la felicità.
La chiesa è ancora oggi, in Italia, il fattore decisivo nella costruzione dell'immagine della donna. Partendo sempre da casi concreti, citando parabole del Vangelo e pubblicità televisive, icone sacre e icone fashion, encicliche e titoli di giornali femminili, questo libro dimostra che la formazione cattolica di base continua a legittimare la gerarchia tra i sessi, anche in ambiti apparentemente distanti dalla matrice religiosa. Anche tra chi credente non è. Con la consapevolezza delle antiche ferite femminili e la competenza della persona di fede, ma senza mai pretendere di dare facili risposte, Michela Murgia riesce nell'impresa di svelare la trama invisibile che ci lega, credenti e non credenti, nella stessa mistificazione dei rapporti tra uomo e donna.
Calcutta, 1916. Una locomotiva infuocata squarcia la notte portandosi dietro un carico di morti innocenti. Sotto una pioggia scrosciante, quella stessa notte, un giovane tenente inglese sacrifica la vita per portare in salvo due gemelli neonati inseguiti da un tragico destino. Calcutta, 1932. Ben, il gemello maschio, compie sedici anni, lascia l'orfanotrofio St. Patricks e festeggia l'inizio della sua vita adulta. È anche l'ultimo giorno della Chowbar Society, un club segreto che conta sette orfani come Ben, riunitosi per anni allo scoccare della mezzanotte sotto un tetto di stelle, nella sala principale di un antico edificio in rovina, il Palazzo della Mezzanotte. I sette ragazzi sono sicuri che quella sarà la loro ultima notte insieme, ma il passato bussa alla porta di Ben: la bellissima gemella che non sapeva di avere entra nel Palazzo con una pazzesca storia da raccontare. Le braci dell'incendio di sedici anni prima ricominciano ad ardere. Per tre interminabili giorni i membri della Chowbar Society cercano di decifrare ciò che si nasconde dietro al passato di Ben e di sua sorella, mentre combattono contro un secondo terribile incendio appiccato da un'ombra misteriosa. E, quando ormai l'inferno sembra aver preso il sopravvento e il compiersi del destino inevitabile, il fuoco all'improvviso si spegne... e una candida neve scende sulle strade di Calcutta.
Sembra quasi giustificarsi, Carlos Ruiz Zafón, nella nota che accompagna il suo nuovo romanzo. Quasi si schermisse del fatto di aver dato alle stampe la sua produzione giovanile, originariamente destinata a un pubblico di ragazzi. Pubblicato per la prima volta in Spagna nel 1994, molti anni prima che lo scrittore ideasse la sua meravigliosa trilogia dedicata alla città di Barcellona (di cui attendiamo l’uscita del terzo episodio, dopo L’ombra del vento e Il gioco dell’angelo), questo romanzo ha tutte le carte in regola per rientrare nella produzione più alta dell’autore catalano. La nota introduttiva, in cui si chiarisce la dimensione giovanile del romanzo, non ha ragion d’essere: in questo libro sono già presenti tutti gli elementi tipici della sua produzione letteraria.
La magia, il mistero, la suspense, il fascino dei personaggi, dipinti nella loro ingenuità e nel loro quotidiano eroismo, l’architettura di una città oscura e avvolgente, una trama che non lascia un attimo di respiro e la prosa semplice, accattivante e trascinante. Che i protagonisti di questa storia siano un gruppo di adolescenti non può che essere un valore aggiunto. Siraj, Isobel, Roshan, Seth, Ian, Michael e poi, naturalmente Ben, sono i sette componenti della Chowbar Society, la società segreta che si riunisce, tutte le notti a mezzanotte, all’interno di un vecchio casermone diroccato: Il palazzo della Mezzanotte. I membri della Chowbar Society, ospiti dell’istituto St. Patrick’s, orfani sperduti per le strade malsane e pericolose della Calcutta di inizio Novecento, hanno un’unica missione comune: affrontare insieme ogni pericolo. Per molti anni si sono riuniti tutte le notti per ascoltare le leggende della città nera, declamare versi, abbozzare ritratti e mettere in scena drammi.
Fino a quel torrido maggio del 1932, l’anno in cui tutti avrebbero compiuto sedici anni e sarebbero stati liberi di uscire dall’orfanotrofio e di seguire la propria strada. Ma proprio la notte in cui venne fissata l’ultima seduta della società segreta, alla porta del direttore, Thomas Carter, si presentarono una donna e sua nipote Sheere. Il direttore conosceva molto bene quella donna, era la moglie del suo migliore amico e aveva già bussato alla sua porta nel 1916, quando gli aveva affidato un neonato. Ai tempi Carter aveva accolto il bambino senza fare troppe domande, aveva accettato di proteggerlo e lo aveva chiamo Ben, in onore di Benjamin Franklin. Ora quella donna era tornata a Calcutta insieme a una ragazzina della stessa età di Ben, la sua gemella, scampata anche lei, dopo moltissime peripezie, alla furia assassina di un pericoloso criminale, che, chissà per quale oscuro motivo, voleva distruggere la progenie dell’anziana donna.
Lo scetticismo dell’uomo di scienza si arrese di fronte alla realtà solo quando un devastante incendio distrusse il suo ufficio rischiando di travolgerlo. Solo allora capì che i due ragazzi erano davvero in pericolo.
Sulle tracce di un indizio in grado di riportarli in un misterioso passato, il gruppo di ragazzi e Sheere percorreranno la strada verso la verità. Due di loro cercheranno dei vecchi documenti nella biblioteca dell’Industria, tre andranno alla ricerca del vecchio palazzo progettato dall’ingegner Chandra Chatterghee, il padre dei gemelli, e altri tre si ritroveranno alla stazione di Jheeter’s Gate, un vecchio capannone distrutto da un incendio nel 1916. In quel terribile incidente, oltre ad andare in fumo l’opera di ingegneria più importante di Chandra Chatterghee, perderà la vita la loro giovane madre mentre un convoglio di trecento orfani stipati su un treno entrerà in stazione avvolto dalle fiamme. Per conoscere il loro destino Ben e i ragazzi della Chowbar Society avranno a disposizioni tre lunghe notti, in cui dovranno affrontare le loro paure più profonde: il buio, la solitudine e una pericolosa lingua di fuoco.
Un film di Marco Martani. Con Nicolas Vaporidis, Giorgio Faletti, Carolina Crescentini, Dario Cassini, Matteo Urzia, Ninetto Davoli, Thamisanqa Molepo, Paolo Bernardini. Commedia, durata 93 min. - Italia 2007.
Diego è un ragazzo che vive di espedienti, truffa il prossimo e ama appassionatamente la sua Asia. Bloccato nel traffico cittadino, decide di farsi largo frantumando gli specchietti delle auto in coda ma qualcuno tra gli automobilisti non sembra gradire lo scherzo ed è deciso a fargliela pagare cara. È Franco Zorzi detto il primario, feroce boss della malavita romana che controlla quasi tutti i traffici illeciti della Capitale. La bravata di una mattina costerà a Diego più di quanto potesse immaginare.
Dopo più di vent'anni di storie d'amore, di storie private, spaccati sociologici o folkloristici, di ritratti generazionali e qualche scarso tentativo di satira, il cinema italiano esordiente, penso a quello di Molaioli e di Marengo, prova ad esplorare territori altri, producendo un cinema medio e di genere. A questa tendenza si allinea pure il debutto confuso di Marco Martani, che ha sceneggiato, in un passato nemmeno troppo lontano, l'educazione scolastico-sentimentale del giovane Luca Molinari.
Esaurite le notti e gli esami, Martani ruba a Brizzi lo scolaro Vaporidis, la biologa Crescentini e il professore Faletti, facendoli sconfinare nel "noir" metropolitano. Termine utilizzato impropriamente in Italia, per definire qualsiasi libro o film che contenga una storia gialla, un delitto e un investigatore.
In Cemento Armato le regole di genere sono dichiarate ma realizzate in maniera didascalica. Il contesto, il linguaggio, la costruzione della trama e i meccanismi narrativi disegnano un "nero" italiano il cui territorio topico è la città. La libertà del destino dei personaggi carambola nelle mani di Diego e del Primario e in quelle mani armate deve necessariamente trovare una soluzione.
Nell'ambito di una vita monotona il destino bussa improvvisamente alla porta dei due giovani protagonisti ma non lo fa col taglio affilato dell'ironia, come nel "bus notturno" di Marengo. Non si ride affatto in presenza del Primario, di fronte alla violenza e alle umiliazioni cui sottopone le proprie vittime, perché lui è un personaggio estremo e senza redenzione. E il mondo intorno non sembra essere migliore, perchè le vittime diventano carnefici. La violenza esercitata sugli affetti più stretti del protagonista scatena una rabbia repressa e diventa l'elemento dinamico che trasforma il thriller (noir-gangsteristico) in un cattivo melodramma, facendo affondare il film in un mare di luoghi comuni e in alcune soluzioni di sceneggiatura francamente ridicole.
Resta da dire di Carolina Crescentini e di Nicolas Vaporidis che, costretti troppo a lungo alle sciocchezze sdolcinate, non riescono ad allontanarsi dal clichè dei compagni di scuola. Trascurabile è pure la prova di Faletti, incapace questa volta di produrre spessore d'interprete.
Roma, 2007. Il Primario è un boss della nuova malavita palazzinaro, perfido, spietato, misterioso come un diamante nero. La sua esatta purezza nel compiere il male lo pone al di sopra degli altri, senza limiti e senza ritegno. Il Primario un giorno entra in contatto con Diego, ragazzo un po' ingenuo e sognatore, ma capace di farsi rispettare e deciso a vivere la vita a modo suo. Da questo incontro, assieme casuale e fatale, nasce la sfida tra i due protagonisti. Da una parte Diego cercherà una giustizia impossibile per il male subito dalla donna che ama, e dall'altra il Primario cercherà la vendetta per il suo "onore" criminale. I due saranno destinati a inseguirsi a distanza, in un intreccio mozzafiato che li porterà a un confronto finale degno di un film western. "Cemento armato" è una grande storia che unisce alle atmosfere noir di una Roma contemporanea, violenta e malavitosa, l'amore tenero e romantico tra due ragazzi, Diego e Asia, stuprati dalla sfida del male. Il libro è stato pensato allo stesso tempo come film e come romanzo. Nel film che segna l'esordio alla regia di Marco Martani, Asia e Diego hanno i volti di Carolina Crescentini e Nicolas Vaporidis e il Primario gli occhi cerulei di Giorgio Paletti. E la macchina narrativa del libro è guidata da una stella del noir italiano come Sandrone Dazieri.
Probabilmente ancora non conoscerete questa band norvegese, allora parliamone, per chi invece già gode delle loro sonorità dico al volo che sanno benissimo dove vanno a parare, anche con questo nuovo cd dal titolo “Night”. Questo gruppo fa la gioia di chi vive di Marillion era Hogarth, di Sylvian con un pizzico di Muse, quelli più raffinati e nostalgici.
In effetti il disco sorvola sopra le nostre menti come una piuma, accarezzando il nostro “io”, trasportandolo in alto in un cielo oscurato dalla notte, proprio come la copertina perfettamente descrive. La voce di Jan Henrik Ohme è pressoché identica a quella del cantante dei Marillion. Il disco non nasconde suite, forse troppo logorroiche, ma discretamente apprezzabili, come l’iniziale “Dream Of Stone” e la conclusiva “Massive Illusion”. I brani sono tutti in crescendo emotivo, di conseguenza si può escludere dal supporto ottico ogni tipo di passaggio ultratecnico, lasciando che il tutto venga semplicemente sorretto da un songwriting semplice ed efficace. Emozioni per chi ha il cuore buono, a tratti strappalacrime, quasi avvolti in uno struggente tappeto drammatico. Importanti per questo tipo di sonorità gli interventi dei programming e del violino (anche se in limitatissima presenza) di Mikael Kromer.
Il sestetto è in forma più che mai e di sicuro saranno di consolazione per tutti coloro che sono rimasti delusi dagli ultimi sterili vagiti della band ispiratrice: i Marillion. Ricercatori del Prog ispirato da nuove sonorità state lontani. (Rock Impressions)
Tracklist
1. Dream of Stone
2. Chequered Light Buildings
3. Upside Down
4. Valerie's Friend
5. Massive Illusion
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Un film di Sergio Rubini. Con Sergio Rubini, Valeria Golino, Riccardo Scamarcio, Fabrizio Gifuni, Guido Giaquinto, Anna Falchi, Margherita Buy, Maurizio Micheli, Vittorio Ciorcalo, Mario Maranzana, Mariolina De Fano, Gianpiero Alicchio, Vito Signorile. Drammatico, durata 116 min. - Italia 2009.
Gabriele Rossetti va a sud, torna al suo paese e al padre ricoverato in un ospedale di provincia. Al capezzale dell'uomo, Gabriele ripensa alla sua infanzia e alla sua relazione col genitore, capostazione ossessionato dall'arte e da Cézanne. Figlio unico di Ernesto e Franca Rossetti, insegnante e casalinga amorevole, Gabriele cresce osservando le manie degli adulti: le infatuazioni corrisposte di zio Pinuccio, le tele rifatte del padre, le conversazioni coi cari defunti della madre. Impressionato da un misterioso uomo nero e affascinato dal fascino impenitente dello zio, Gabriele vive la sua fanciullezza e subisce la frustrazione artistica del padre, ispirata dal pittore impressionista e umiliata da un critico d'arte locale e trombone. In viaggio lungo i binari della vita e del tempo procederà per agnizioni, riconoscendo padre e uomo nero per quello che sono e non per quello che fino ad allora aveva creduto che fossero.
Non è la prima volta e certamente non sarà nemmeno l'ultima che il cinema di Sergio Rubini va a sud, procedendo verso "la terra" d'origine e un riesame del proprio passato. La ricognizione delle proprie radici comincia con il viaggio picaresco di una sposa e procede con Tutto l'amore che c'è, affollato di ricordi ed elementi autobiografici e primo di cinque film (L'uomo nero compreso) in cui Rubini racconta il proprio Sud e la relazione che quello spazio della memoria intrattiene col Nord. Allo stesso modo dell'Amore ritorna (riflessione sulla professione dell'attore e del regista) la camera di un ospedale, in cui si consuma la vita e la degenza del padre di Rubini, diventa osservatorio privilegiato del figlio di Gifuni, diventato uomo da un'altra parte.
La Puglia dell'Uomo nero parla ancora di uno strappo, di una ferita, delle ragioni, giuste o sbagliate che siano, di un distacco. Il flashback, attivato dai ricordi di Gabriele, doppio del Bentivoglio emigrante della Terra, introduce la sua infanzia tribolata dentro uno spazio geografico impressionato da magia e fatalismo e all'ombra di un uomo nero dispensatore di caramelle e di un padre in credito con la vita. Il viaggio a ritroso di Gabriele chiarisce al figlio la verità sul padre e su un segreto mai rivelato. Al figlio, rivendicato dalla malattia del genitore, non rimane che tornare indietro e rimuovere abbagli e fraintendimenti, rendendo di nuovo possibile e corrente l'amore. Archiviato l'art thriller sui mercanti del bello e la corruttibilità dell'anima umana (Colpo d'occhio), il cinema di Rubini ritrova la vocazione antropologica e il cuore della Terra, replicando una volta di troppo la retorica delle radici e il ritorno al privato.
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Il suono dei Pleasants ispira immagini di boschi coperti di muschio. Con tutta questa attenzione alla natura, non sorprende scoprire che i Pleasants sono nati nel Green Mountains del Vermont in una città con più cervi che persone. E questo è il loro album di debutto. Amanda Rogers e Mike Matta sono il duo che compone i Pleasants. Provate ad ascoltarli, vi piaceranno.
Tracklist
1. Wounded Man
2. Cold Summer's Night
3. For All We Know
4. Sifting
5. Primrose Garden
6. Coyote
7. Our Father
8. The Comtois Blues
9. Streets Of Darkness
10. Song For Nana
11. Adeline
12. Ghost On The Street
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