In casa Glitterhouse hanno sempre avuto un certo fiuto per tutto quello che si muove sulla scena musicale scandinava, traghettando spesso nella loro scuderia band tanto ignorate per la loro provenienza quanto interessanti per i risultati ottenuti in studio. Non fanno eccezione gli svedesi Golden Kanine da Malmoe, che al secondo episodio discografico, Oh Woe!, firmano per l'etichetta tedesca e si impongono in quel limbo di formazioni che guardano "di sbieco" alla tradizione folk, sottraendola dai luoghi comuni del genere per affrontarla con un approccio figlio dell'indie rock più cupo e di una certa estetica a bassa fedeltà. Linus Lindvall e Andreas Olrog sono l'anima lirica del gruppo, conosciutisi ormai una decina di anni fa e responsabili di diverse avventure che hanno preceduto gli stessi Golden Kanine. L'incontro con il basso di Dante Ekfeldt e la batteria di Micke Sahlin, ai quali si è aggiunta poi la nota particolare del trombone di Marcus Lundquist, elemento caratteristico di diversi episodi del disco, ha trascinato questi musicisti dalle chiare influenze alternative country degli esordi (con un affetto particolare per Jayhawks e Wilco, stando alle cronache biografiche) verso una musica più imperscrutabile e a tratti spettrale.
L'incipit rumorista e subito dopo la dolcezza acustica di Arkham rende perfettamente l'idea: il folk dei Golden Kanine abita una zona malinconica dove anche le parole conservano un po' di mistero, mentre le voci si distendono con tutto quello spleen che siamo abituati a ricevere da simili esperienze musicali. Disseminando Oh Woe! di fiati, violini, xilofoni, mandolini, banjo e percussioni varie la band svedese dimostra di controllare la materia e di guidarla verso i territori più congeniali del loro folk rock dalle tinte scure: Climb mantiene un carattere burbero e rurale, ricordando inevitabilmente i Sixteen Horsepower degli esordi, altrettanto evoca il passo sinistro della marcetta Burial, mentre Fire dilata spazi e sonorità, sfruttando sempre molto bene il ruolo dei fiati di Lundquist.
Inevitabile cadere nel facile immaginario, un po' zingaresco e magico, di alcune melodie, che risaltano in Get By e nella frenetica All Must Die, passaggi quasi obbligati vista la strumentazione scelta dai Golden Kanine. E in effetti la capacità di intrecciare radici mittleuropee, freddo nordico e certo arcano folk americano risulta la ricetta vincente, seppure non originalissima, della band: nel finale di corsa si fanno anche più funerei e rallentati nelle movenze di A Change e Back from the Woods, persino impalpabili in Oh Lord, brani marchiati dal violoncello dell'ospite Asa Gjerstad. La prova d'insieme ha un fascino innegabile, soprattutto per chi è abituato a frequentare queste lande un po' desolate e di confine del moderno indie folk. (Rootshighway)
Tracklist
1. Arkham
2. Climb
3. Burial
4. Fire
5. Law of Probable Outcome
6. Get By
7. All Must Die
8. A Change
9. The Devil
10. Oh Lord
11. Back From The Woods
http://www.myspace.com/goldenkanine
http://www.unibytes.com/hvvpQYFC7RkB
Nessun commento:
Posta un commento