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mercoledì 4 maggio 2011

Ferzan Ozpetek – Un Giorno Perfetto

Locandina Un giorno perfetto

Un film di Ferzan Ozpetek. Con Isabella Ferrari, Valerio Mastandrea, Stefania Sandrelli, Monica Guerritore, Nicole Grimaudo, Valerio Binasco, Angela Finocchiaro, Federico Costantini, Nicole Murgia, Gabriele Paolino, Giulia Salerno, Ivan Bacchi, Rosaria De Cicco, Bianca Nappi, Carmine Recano, Laura Sampedro, Fausto Maria Sciarappa, Christian Serritiello, Serra Yilmaz. Drammatico, durata 95 min. - Italia 2008.

Emma e Antonio, sposati e con due figli (Valentina e Kevin) sono separati da circa un anno. Antonio, che fa l'autista dell'onorevole Fioravanti, non ha per nulla riassorbito il trauma del distacco. Un giorno la polizia viene chiamata dalla sua vicina di casa che ha udito dei colpi di arma da fuoco. Passiamo così a conoscere le vicende della giornata precedente, non solo in relazione a questo nucleo familiare ma legate anche a moglie e figli dell'onorevole nonché ad altri personaggi. La tragedia umana è in agguato.
Ferzan Ozpetek questa volta rinuncia a scrivere in proprio un oggetto affidandosi a un testo letterario di Melania Mazzucco. Stanno proprio in questa operazione i pregi e difetti del film. La parte iniziale è asciutta (colonna musicale a parte) e riesce a collocare narrativamente tutti i personaggi (che non sono pochi e la cui condizione psicologica ed esistenziale è complessa. L'interesse che il regista nutre per l'uso dei primi piani lo spinge a scavare nel loro animo, quasi tentando di scoprire il mistero profondo che sta alla base della relazione amorosa.
Mentre gli adulti la vivono con grande tormento e con una fragilità che deborda nella patologia i giovani (per quell'eterno ciclo che presiede al dipanarsi della vita) provano, nonostante la negativiità che li circonda, a riaccendere un bagliore di speranza nella possibilità dell'amore.
Ozpetek riesce a gestire il succedersi dei personaggi e l'intrecciarsi delle loro emozioni grazie anche a un casting particolarmente ben scelto. Le note di inconsapevole volgarità che Isabella Ferrari offre al personaggio di Emma o il tormento di Antonio che esplode nel tentativo di stupro sono solo due degli esempi possibili. Purtroppo però nella parte finale il film diventa 'letterario' e molto di quanto nella pagina scritta trovava una sua giustificazione finisce con l'essere didascalicamente sottolineato privandolo di quell'autenticità che l'inizio prometteva. Tre stelle nonostante.

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