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Ricerca personalizzata

martedì 31 maggio 2011

Michele Monina - Vasco La Biografia

Vasco. La biografia

Una biografia dedicata al rocker italiano Vasco Rossi. Dalle origini a Zocca, paesino sull'Appenino modenese, fino agli stadi stracolmi, dai giorni delle incomprensioni a quelli della mitizzazione, dai problemi con la droga alla lotta a fianco di don Ciotti e don Gallo. Le canzoni, gli album, i tour, i collaboratori, gli artisti per cui Vasco ha scritto.

Daniel Alfredson - La Regina Dei Castelli Di Carta

Locandina La Regina dei Castelli di Carta

Un film di Daniel Alfredson. Con Michael Nyqvist, Noomi Rapace, Annika Hallin, Per Oscarsson, Lena Endre. Peter Andersson, Jacob Ericksson, Sofia Ledarp, Johan Kylén, Tanja Lorentzon, Mirja Turestedt, Anders Ahlbom, Magnus Krepper, Michalis Koutsogiannakis, Niklas Hjulström, Hans Alfredson, Micke Spreitz, Georgi Staykov, Niklas Falk, Lennart Hjulstrom, Jan Holmquist. Titolo originale Luftslottet som sprängdes. Thriller, durata 148 min. - Svezia, Danimarca, Germania 2009.

Sopravvissuta al confronto col padre e alla furia dell'esagerato fratellastro, Lisbeth Salander viene ricoverata in ospedale con una pallottola in testa. A un passo dalla morte e a due camere dalla stanza di Alexander Zalachenko, la ragazza che odia gli uomini e su tutti il genitore disertore è una minaccia per la Sezione, ramo deviato e criminale della SÄPO (i servizi segreti svedesi). Sfinita dagli abusi e dai soprusi, Lisbeth è decisa a rivelare al mondo le mostruosità commesse dal padre e dallo spregevole dottor Teleborian, disposto di nuovo a redigere a suo danno una falsa perizia psichiatrica. Per salvaguardare Zalachenko, preziosa fonte di informazioni, e il loro circolo corrotto operativo dagli anni Settanta i “servizi” organizzeranno una violenta rappresaglia. A difesa della verità e della vita di Lisbeth ancora una volta interverrà Mikael Blomkvist. La sua inchiesta denuncerà i colpevoli, riportando al centro dell'attenzione e del suo cuore la problematica Lisbeth.
Terzo e ultimo capitolo della trilogia cinematografica tratta da uno dei casi editoriali più straordinari degli ultimi anni, “Millennium” di Stieg Larsson, La regina dei castelli di carta riprende la storia del giornalista scomodo e dell'hacker cyberpunk da dove l'avevamo lasciata (La ragazza che giocava col fuoco), conducendola al suo scioglimento. Confermato il regista, Daniel Alfredson, e il cast protagonista, Noomi Rapace e Michael Nyqvist, l'epilogo è certamente il più debole dei tre atti e replica lo schema della ragazza vessata dal tutore maniaco e del giornalista superstar minacciato dai cattivi di turno.
Tra intoppi e deficienze di strutture, La regina dei castelli di carta come La ragazza che giocava col fuoco non accampa alcuno stile e si limita a una trasposizione elementare delle pagine di Larsson, che accontenterà unicamente gli appassionati consumatori di trame, scontentando al contrario lo spettatore interessato allo specifico del linguaggio cinematografico.
Se Uomini che odiano le donne, diretto dal danese Niels Arden Oplev, denunciava il retaggio dei traumi non pacificati della socialdemocrazia svedese, in questo terzo capitolo la cornice storico-politica si riduce fino a dissolversi dentro un universo irrimediabilmente misogino e fino a invalidare il valore aggiunto dei romanzi di Larsson: l'ambientazione nordeuropea e la vastità di un paesaggio indifferente. Un adattamento trascurato e trascurabile che offre un servizio scadente all'immaginazione dei lettori e a chi non aveva mai avvicinato l'universo narrativo dello scrittore svedese.

http://www.fileserve.com/file/TkYRCGn/gbm-lrgndcstlldcrt.part1.rar
http://www.fileserve.com/file/8ACrWMp/gbm-lrgndcstlldcrt.part2.rar
http://www.fileserve.com/file/Amfrk8f/gbm-lrgndcstlldcrt.part3.rar
http://www.fileserve.com/file/hR87FAV/gbm-lrgndcstlldcrt.part4.rar
http://www.fileserve.com/file/JFagRcF/gbm-lrgndcstlldcrt.part5.rar

Daniel Alfredson - La Ragazza Che Giocava Con Il Fuoco

Locandina La ragazza che giocava con il fuoco

Un film di Daniel Alfredson. Con Michael Nyqvist, Noomi Rapace, Annika Hallin, Per Oscarsson, Lena Endre, Peter Andersson, Jocob Ericksson, Sofia Ledarp, Yasmine Garbi, Johan Kylén, Paolo Roberto, Georgi Staykov. Titolo originale Flickan som lekte med elden. Thriller, durata 129 min. - Svezia 2009. - Bim uscita venerdì 25 settembre 2009.

Mikael Blomkvist è tornato alla guida della rivista Millennium ed è pronto a pubblicare un numero speciale sulla piaga del trafficking, la tratta delle donne dall'Est Europa per scopi di sfruttamento sessuale. Grazie al lavoro coraggioso di un giovane collaboratore e della sua compagna, sta per fare nomi e cognomi, senza badare alla posizione sociale dei malcapitati. Ma un triplice omicidio riscrive le sue priorità, poiché la principale sospettata altri non è che Lisbeth Salander, la donna che odia gli uomini che odiano le donne, la donna che Mikael, il seduttore, non si toglie dalla testa. Convinto della sua innocenza, Blomkvist cerca di arrivare a lei prima della polizia e di un terribile gigante biondo, che marca la linea di collegamento tra il male politico e il male privato, nascosto nel passato personale di Lisbeth.
Cambio alla regia per il secondo capitolo della trilogia tratta dal caso editoriale di Stieg Larsson: Daniel Alfredson soppianta Niels Arden Oplev nei titoli di testa de La ragazza che giocava con il fuoco. Il materiale non gli manca, dal grandguignol psicanalitico del conflitto letteralmente di sangue tra padre e figlia, alla tensione erotica dell'indagine parallela dei due protagonisti che riescono a non incontrarsi (di nuovo alla lettera) fino all'ultimo respiro, all'intreccio propriamente poliziesco, che sfrutta la vicinanza geografica col mitico ex impero sovietico e i suoi bui segreti. I lettori lo sanno bene, che la materia scritta in questione è cibo per golosi, peccato che gli autori della trasposizione cinematografica appaiano inappetenti o, quanto meno, ospiti ingenerosi.
Film e romanzo si umiliano a vicenda, per ragioni opposte. La ricchezza di contraddizioni che fa il bello della storia, investendo tanto i due protagonisti (lui, con le sue strane regole per amare; lei, sorta di autistica geniale) quanto l'intera Svezia, società fondamentalmente democratica che contiene però sacche profonde di fanatismo e razzismo, nel film viene inspiegabilmente normalizzata, data quasi per scontata o per accidentale: si punta all'accoglienza nel club del thriller e ci si dimentica della ricerca della verità (che pure è perno del lavoro di lui e dell'essere di lei).
Alfredson sembra lavorare con un minimo di presenza solo sul corpo della protagonista, continuando il lavoro di disumano “tiraggio” dello stesso ai suoi limiti estremi: la donna che ha trasformato col ferro (dei piercing) e col colore (dei tatuaggi) un corpo inverosimilmente infantile in una macchina d'assalto si ritrova qui a metterla alla prova come mai prima, sotto i colpi dei proiettili e di una pala terminale. Roba da cinema. Ci si domanda perché snaturarla così.

http://www.fileserve.com/file/H4hkR9p

http://www.fileserve.com/file/EJcYRTK

Niels Arden Oplev – Uomini Che Odiano Le Donne

Locandina Uomini che odiano le donne

Un film di Niels Arden Oplev. Con Michael Nyqvist, Noomi Rapace, Lena Endre, Sven-Bertil Taube, Peter Haber, Peter Andersson, Marika Lagercrantz, Ingvar Hirdwall, Björn Granath, Ewa Fröling, Per Oscarsson, Michalis Koutsogiannakis, Annika Hallin, Sofia Ledarp, Thomas Köhler, Gösta Bredefeldt, Reuben Sallmander, David Dencik, Stefan Sauk, Gunnel Lindblom, Georgi StaykovTitolo originale Män Som Hatar Kvinnor. Thriller, durata 152 min. - Svezia, Danimarca 2009.

Mikael Blomkvist è un giornalista ostinato e idealista, sconfitto in tribunale dal potente uomo d'affari incriminato dalla sua inchiesta. Lisbeth Salander è una giovane hacker asociale e introversa, abusata in famiglia e segnata dalla detenzione in una clinica psichiatrica. Henrik Vanger è un ricco industriale ossessionato dalla scomparsa della nipote, avvenuta quarant'anni prima. In un'isola bagnata dal Baltico e abitata dal potente clan dei Vanger, Mikael, Lisbeth ed Henrik si incontreranno, collaborando a risolvere i loro destini, minacciati da un passato oscuro e rimosso.
Rinchiusa nei canoni del cinema (thriller e abuse movies) di genere, il regista danese Niels Arden Oplev conserva la critica sociale prodotta dalle pagine di Stieg Larsson, autore della trilogia "Millennium" e creatore di un'eroina “interrotta”. Le vittime principali delle persecuzioni e delle violenze del primo romanzo dello scrittore svedese sono evidentemente le donne, i carnefici sono dei mostri che vanno eliminati senza sconti, indulgenze o garantismi. Il terrore nel libro e nel film omonimo non corre sul filo ma nel luogo sacro dell'immaginario europeo, la famiglia.
Al centro di Uomini che odiano le donne si muove allora il potente clan dei Vanger, dominato da patriarchi antisemiti che hanno praticato il nazionalsocialismo in un passato nemmeno troppo lontano. Mikael Blomkvist, "assoldato" dal vecchio Henrik per far luce sulla sparizione dell'adorata nipote, incarna l'irruzione di una turbativa del presunto ordine familiare. Affiancato dall'inquieta ma efficiente e dinamica Lisbeth, il giornalista comunista di Millennium indaga e poi smaschera il misfatto che racchiude la storia occulta della famiglia, il nucleo rimosso della realtà dei Vanger (e di una nazione). Sul film e sul romanzo aleggia di fatto il retaggio dei traumi non pacificati della "socialdemocratica" Svezia, le cui politiche eugenetiche, atte a preservare il ceppo popolare svedese dall'incrocio con elementi razziali stranieri, furono fonte di ispirazione per la Germania hitleriana.
Se la Svezia non espresse pienamente la ferocia nazista e non rappresentò un pericolo analogo, rivelò comunque un regime subdolo e totalitario, democratico ma totalitario. L'immoralità e il male, scrive Larsson e traduce in immagini Oplev, si nascondono allora dietro nomi insospettabili, dietro la "normalità" familiare, sede privilegiata di incubi spaventosi. I fantasmi (come Harriet) generati dall'universo borghese ossessionano lo zio Henrik, volto morale e perbene dei Vanger, che denuncerà le piaghe dolorose di quell'"infanzia", infrangendo per la prima volta l'omertà che ha sempre protetto i "padri". Non è mai facile adattare un romanzo e risolvere in maniera brillante i problemi che derivano dalla costruzione letteraria ma ugualmente il regista danese, chiamato a viaggiare tra le pagine di Larsson, ha proposto un repertorio di soluzioni sazie di vita e di tutto il suo carico di orrori e desideri, di amore e follia, di gioia e crudeltà.
Costruito secondo uno schema classico, Uomini che odiano le donne trova l'elemento più interessante negli attori (Michael Nyqvist, Noomi Rapace), che "riparano" una regia retorica e zoppicante, incline suo malgrado a semplificare e banalizzare il modello letterario.
Quello di Niels Arden Oplev è un film riuscito a metà, che chiarisce tutto, ma proprio tutto, attraverso l'uso enfatico del flashback: l'evocazione di un evento anteriore conferma ciò che già sapevamo e ogni pezzo narrativo finisce al suo posto. Nessun rischio, nessun superamento del senso comune del linguaggio cinematografico, nessun margine di inespresso. A-dogmatico.

http://www.fileserve.com/file/S9cBRa8

http://www.fileserve.com/file/caSkamD

Stieg Larsson – La Regina Dei Castelli Di Carta

  La regina dei castelli di carta. Millennium trilogy. Vol. 3

La giovane hacker Lisbeth Salander è di nuovo immobilizzata in un letto d'ospedale, anche se questa volta non sono le cinghie di cuoio a trattenerla, ma una pallottola in testa. È diventata una minaccia: se qualcuno scava nella sua vita e ascolta quello che ha da dire, potenti organismi segreti crolleranno come castelli di carta. Deve sparire per sempre, meglio se rinchiusa in un manicomio. La cospirazione di cui si trova suo malgrado al centro, iniziata quando aveva solo dodici anni, continua. Intanto, il giornalista Mikael Blomkvist è riuscito ad avvicinarsi alla verità sul terribile passato di Lisbeth ed è deciso a pubblicare su "Millennium" un articolo di denuncia che farà tremare i servizi di sicurezza, il governo e l'intero paese. Non ci saranno compromessi. L'ultimo capitolo della trilogia di Stieg Larsson è ancora una volta una descrizione della società contemporanea sotto forma di thriller. Un romanzo emozionante di trame occulte e servizi segreti deviati, che cattura il ritmo del nostro tempo e svela a cosa possono condurre le perversioni di un sistema malato. Una storia che, fedele all'anima del suo autore, narra di violenza contro le donne, e di uomini che la rendono possibile.

Stieg Larsson – La Ragazza Che Giocava Con Il Fuoco

  La ragazza che giocava con il fuoco. Millennium trilogy. Vol. 2
Mikael Blomkvist è tornato vittorioso alla guida di Millennium, pronto a lanciare un numero speciale su un vasto traffico di prostituzione dai paesi dell'Est. L'inchiesta si preannuncia esplosiva: la denuncia riguarda un intero sistema di violenze e soprusi, e non risparmia poliziotti, giudici e politici, perfino esponenti dei servizi segreti. Ma poco prima di andare in stampa, un triplice omicidio fa sospendere la pubblicazione, mentre si scatena una vera e propria caccia all'uomo: l'attenzione di polizia e media nazionali si concentra su Lisbeth Salander, la giovane hacker, "così impeccabilmente competente e al tempo stesso così socialmente irrecuperabile", ora principale sospettata. Blomkvist, incurante di quanto tutti sembrano credere, dà il via a un'indagine per accertare le responsabilità di Lisbeth, "la donna che odia gli uomini che odiano le donne". È lei la vera protagonista di questo nuovo episodio della Millennium Trilogy, un thriller serrato che all'intrigo diabolico unisce un'acuta descrizione della società moderna, con le sue contraddizioni e deviazioni, consegnandoci con Lisbeth Salander un personaggio femminile unico, commovente e indimenticabile.

Stieg Larsson – Uomini Che Odiano Le Donne

Uomini che odiano le donne. Millennium trilogy. Vol. 1
Sono passati molti anni da quando Harriet, nipote prediletta del potente industriale Henrik Vanger, è scomparsa senza lasciare traccia. Da allora, ogni anno l'invio di un dono anonimo riapre la vicenda, un rito che si ripete puntuale e risveglia l'inquietudine di un enigma mai risolto. Ormai molto vecchio, Henrik Vanger decide di tentare per l'ultima volta di fare luce sul mistero che ha segnato tutta la sua vita. L'incarico di cercare la verità è affidato a Mikael Blomkvist: quarantenne di gran fascino, Blomkvist è il giornalista di successo che guida la rivista Millennium, specializzata in reportage di denuncia sulla corruzione e gli affari loschi del mondo imprenditoriale. Sulle coste del Mar Baltico, con l'aiuto di Lisbeth Salander, giovane e abilissima hacker, indimenticabile protagonista femminile al suo fianco ribelle e inquieta, Blomkvist indaga a fondo la storia della famiglia Vanger. E più scava, più le scoperte sono spaventose.

Golden Kanine - Oh Woe!

Oh Woe!

In casa Glitterhouse hanno sempre avuto un certo fiuto per tutto quello che si muove sulla scena musicale scandinava, traghettando spesso nella loro scuderia band tanto ignorate per la loro provenienza quanto interessanti per i risultati ottenuti in studio. Non fanno eccezione gli svedesi Golden Kanine da Malmoe, che al secondo episodio discografico, Oh Woe!, firmano per l'etichetta tedesca e si impongono in quel limbo di formazioni che guardano "di sbieco" alla tradizione folk, sottraendola dai luoghi comuni del genere per affrontarla con un approccio figlio dell'indie rock più cupo e di una certa estetica a bassa fedeltà. Linus Lindvall e Andreas Olrog sono l'anima lirica del gruppo, conosciutisi ormai una decina di anni fa e responsabili di diverse avventure che hanno preceduto gli stessi Golden Kanine. L'incontro con il basso di Dante Ekfeldt e la batteria di Micke Sahlin, ai quali si è aggiunta poi la nota particolare del trombone di Marcus Lundquist, elemento caratteristico di diversi episodi del disco, ha trascinato questi musicisti dalle chiare influenze alternative country degli esordi (con un affetto particolare per Jayhawks e Wilco, stando alle cronache biografiche) verso una musica più imperscrutabile e a tratti spettrale.
L'incipit rumorista e subito dopo la dolcezza acustica di Arkham rende perfettamente l'idea: il folk dei Golden Kanine abita una zona malinconica dove anche le parole conservano un po' di mistero, mentre le voci si distendono con tutto quello spleen che siamo abituati a ricevere da simili esperienze musicali. Disseminando Oh Woe! di fiati, violini, xilofoni, mandolini, banjo e percussioni varie la band svedese dimostra di controllare la materia e di guidarla verso i territori più congeniali del loro folk rock dalle tinte scure: Climb mantiene un carattere burbero e rurale, ricordando inevitabilmente i Sixteen Horsepower degli esordi, altrettanto evoca il passo sinistro della marcetta Burial, mentre Fire dilata spazi e sonorità, sfruttando sempre molto bene il ruolo dei fiati di Lundquist.
Inevitabile cadere nel facile immaginario, un po' zingaresco e magico, di alcune melodie, che risaltano in Get By e nella frenetica All Must Die, passaggi quasi obbligati vista la strumentazione scelta dai Golden Kanine. E in effetti la capacità di intrecciare radici mittleuropee, freddo nordico e certo arcano folk americano risulta la ricetta vincente, seppure non originalissima, della band: nel finale di corsa si fanno anche più funerei e rallentati nelle movenze di A Change e Back from the Woods, persino impalpabili in Oh Lord, brani marchiati dal violoncello dell'ospite Asa Gjerstad. La prova d'insieme ha un fascino innegabile, soprattutto per chi è abituato a frequentare queste lande un po' desolate e di confine del moderno indie folk. (Rootshighway)

Tracklist
1. Arkham
2. Climb
3. Burial
4. Fire
5. Law of Probable Outcome
6. Get By
7. All Must Die
8. A Change
9. The Devil
10. Oh Lord
11. Back From The Woods

http://www.myspace.com/goldenkanine

http://www.unibytes.com/hvvpQYFC7RkB

Massimo Fini - Dizionario Erotico. Manuale Contro La Donna A Favore Della Femmina

Di[zion]ario erotico. Manuale contro la donna a favore della femmina, di Massimo Fini

 

 

 

 

 

 

 

Solitamente le persone che hanno letto qualche libro o articolo, o che hanno assistito a qualche conferenza o intervento di Massimo Fini, si dividono in due gruppi fortemente contrapposti: chi lo detesta e chi, al contrario, lo adora. Io faccio parte, fin dal momento in cui ho avuto l’occasione per la prima volta di sentirlo parlare – qualche anno fa al festival della letteratura di Mantova – del secondo gruppo, quello di coloro che adorano il suo modo caustico e provocante di attaccare la realtà, senza alcun pudore e senza remore finto morali di sorta.
Questo Di[zion]ario erotico, pubblicato dalla casa editrice Marsilio di Venezia nel 2000, è un percorso personale dell’autore, come al solito molto provocatorio, nell’universo dei rapporti tra uomo e donna, un percorso che, attraverso la scansione nominale di un dizionario e la profondità di un pamphlet filosofico, fa emergere un punto di vista tutto maschile, ma non maschilista, sull’erotismo.
A partire da «Atto sessuale (Coito)» che, dice Fini, “nulla ha che vedere con l’erotismo. L’erotismo è un fatto mentale, scopare un fatto fisiologico, un mero strofinar di mucose”, fino a «Zoo», le tappe di questo viaggio nell’universo dell’erotismo mettono insieme come perline di una collana tutti gli elementi che rendono l’eros una delle tematiche più complesse: dalle Calze alle Mutandine, dal Kamasutra al Fica Power, dalla Sardegna alle Svizzere, dalle Prostitute alle Troie, dal Cazzo alla Fica, passando per il Culo, la Nuca, la Coda, la Mano, i Piedi e il Seno ovviamente (a quest’ultimo sono dedicati due capitoletti), solo per citarne alcune.
Un libro spassoso, ma anche profondo, che attraverso la provocazione mette l’accento su una problematica molto complessa da affrontare: vale a dire quello “stravolgimento che, in una società come la nostra, che tanto si è allontanata dal mondo della natura, è intervenuto nel rapporto fra i due sessi.”

lunedì 30 maggio 2011

Album Art Downloader

Impieghi sempre un mucchio di tempo a trovare le canzoni giuste nella tua collezione di MP3 perché molti degli album sono privi di copertina? Nonostante le apposite funzioni integrate, né Windows Media Player né iTunes sono riusciti a scaricare le copertine per i brani musicali presenti sul tuo PC? Ho una soluzione che potrebbe fare proprio al caso tuo. Si tratta di Album Art Downloader, un programma gratuito per Windows che permette di risolvere il problema relativo a come trovare copertine album in maniera estremamente semplice e veloce, scaricandole da numerosi siti Internet, come Amazon, Google Immagini e CD Baby. Ecco come funziona.
Prima di scoprire come trovare copertine album con Album Art Downloader, devi accertarti che la tua collezione di MP3 sia organizzata in maniera tale da consentire al programma di lavorare nel migliore dei modi. Tradotto in parole povere, questo vuol dire che devi conservare ciascun album in una cartella diversa e che tutti i brani contenuti in essi devono essere completi di tag e metadati corretti. Se non sai come fare a completare i tuoi brani musicali con i tag e i metadati corretti, utilizza pure uno dei programmi per compilare e modificare i tag MP3 che ti ho consigliato qualche tempo fa.
Adesso, collegati al sito Internet di Album Art Downloader e clicca sul pulsante verde Download per scaricare il programma sul tuo PC. A download completato apri, facendo doppio click su di esso, il file appena scaricato (AlbumArtDownloaderXUI-0.37.1.exe) e rispondi in maniera affermativa all’avviso del controllo account utente che compare. Nella finestra che si apre, clicca prima su I agree (per accettare le condizioni di utilizzo del programma) e poi su Next, Install e Close per terminare il processo d’installazione di Album Art Downloader.

Per scoprire come trovare copertine album con Album Art Downloader, avvia il programma tramite la sua icona presente nel menu Start > Tutti i programmi di Windows e, nella finestra che si apre, clicca prima su Update e poi su Restart per aggiornare i plugin del programma e riavviarlo. A software riavviato, seleziona la voce File Browser dal menu File > New per iniziare a cercare le copertine per i brani della tua collezione musicale. A questo punto, clicca sul pulsante collocato in alto a destra, seleziona la cartella in cui sono conservati i tuoi album musicali (che devono essere a loro volta suddivisi in cartelle, ti ricordo) e clicca sul pulsante Search per avviare la scansione della stessa.

A procedura completata, metti il segno di spunta accanto ai nomi degli album per i quali intendi trovare delle copertine (è sconsigliato selezionare troppi album contemporaneamente) e clicca sul pulsante Get Artwork for selection per avviare la ricerca. Si apriranno finestre diverse per ciascun album con all’interno tutte le copertine trovate da Album Art Downloader. Per salvare quella che preferisci e applicarla al tuo album, non devi far altro che cliccare sull’icona a forma di floppy disk collocata accanto all’anteprima della copertina che più ti piace. Facile, non trovi?

The Sweep – The Sweep

http://www.israbox.com/uploads/posts/2011-05/thumbs/1306079211_cover.jpg

Provate a darci un ascolto, non è niente male… Pezzi migliori: Wishers Honey, Parasite Huddle, Marry The Gold, It Will Be Easy When You Know, General Coop.

Tracklist
01: Concentration
02: Lemon Lifeblood
03: Get Raped
04: Wishers Honey
05: Marry The Gold
06: Parasite Huddle
07: It Will Be Easy When You Know
08: Before
09: General Coop
10: Momentum

http://www.myspace.com/sweepthis

http://www.megaupload.com/?d=153H92K0

Maria Venturi – Chi Perdona Ha Vinto

Chi perdona ha vinto

L'adolescenza di Cecilia finisce a sedici anni, quando ritorna incinta da una vacanza studio in Scozia. La precoce maternità condiziona la sua giovinezza e la paura di sbagliare le impedisce in seguito di costruirsi un rapporto d'amore adulto. La figlia Francesca e un appagante lavoro di disegnatrice di mobili sono i suoi soli interessi. Ma l'incontro con Stefano, fondatore e leader di un complesso rock di grande successo, rimette tutto in gioco.

domenica 29 maggio 2011

Maria Venturi – Mia Per Sempre

Mia per sempre

Un villaggio di pescatori del sud-ovest dell'Irlanda. Dopo vent'anni gli abitanti del paese non hanno dimenticato il "peccato" d'amore di Mary con un forestiero, da cui è nata Mia. Non ha dimenticato neppure Sean, che per cecità e orgoglio non sposò Mary, ed è ora legato ad una donna che non ama, Lillibeth gelosa e incapace di superare il passato del compagno. Mary e Mia sono per quella gente l'inquieta personificazione della ribellione, della libertà. E i conflitti esplodono quando Johnny, il figlio di Lillibeth e Sean, s'innamora di Mia...

sabato 28 maggio 2011

Duncan Jones - Moon

Locandina Moon

Un film di Duncan Jones. Con Sam Rockwell, Kevin Spacey, Dominique McElligott, Kaya Scodelario, Matt Berry, Benedict Wong, Malcolm Stewart, Robin Chalk, Rosie Shaw, Adrienne Shaw. Fantascienza, durata 97 min. - Gran Bretagna 2009.

L'energia sulla Terra non è più un problema, la Lunar ha trovato il modo di generarne in maniera pulita e non dannosa sfruttando il materiale di cui sono composte le rocce presenti sul lato oscuro della Luna. A sorvegliare il lavoro dei macchinari è stata posta una base sul satellite naturale della Terra abitata unicamente da un computer tuttofare dalla voce umana e da un uomo, solo, quasi arrivato al termine dei suoi tre lunghissimi anni di contratto e sempre più vittima degli scherzi che stanchezza e solitudine gli procurano. Sarà un incidente quasi mortale a scardinare il meccanismo di inganni che si cela dietro il suo lavoro mettendolo a contatto inaspettatamente con un altro se stesso.
Probabilmente hanno mangiato gallette di riso razionando l'acqua per tutto il tempo della lavorazione per riuscire a realizzare un film simile con il ridicolo budget di 5 milioni di dollari. Scenografie prolungate al digitale, alcuni trucchi poveri (ma efficaci!) e un bel teatro di posa attrezzato a dovere, tanto è bastato al regista Duncan Jones per fare del suo primo film una vera opera di fantascienza classica.
Jones dimostra di sapere bene che la fantascienza è dentro la testa dello spettatore, il quale non ama le astronavi in sé ma quell'infinita e misteriosa desolazione degli spazi silenti dentro i quali esse si muovono, che costringe i personaggi ad andare alle radici del concetto di "umanità", rivedendo il rapporto che hanno con gli altri o con le macchine. Ed è proprio questa la cosa più piacevole di Moon: trovare che finalmente lo spazio torna ad essere non tanto un teatro d'azione e guerra ma l'ultimo grande luogo sconosciuto, l'unico nel quale sia ancora possibile immaginare o temere di poter trovare alieni a metà tra organico e inorganico, forze che materializzano i pensieri individuali o addirittura i confini della fisica e l'origine dell'uomo. Sulla loro Luna Duncan Jones e lo sceneggiatore Nathan Parker immaginano di trovare l'altro per eccellenza ovvero la propria copia esatta.
Forse però la freccia più affilata di Jones è la maniera con la quale gioca con le aspettative dello spettatore realizzando un film che non cita ma copia letteralmente molti elementi di classici come 2001: odissea nello spazio o Blade Runner. Jones ne replica i presupposti al fine di suscitare una reazione spontanea nello spettatore e poi tradirla. GERTY, il computer di bordo tuttofare dalla voce monocorde, non solo ricorda H.A.L. 9000 ma sembra seguirne il solco, almeno fino ad un certo punto, allo stesso modo le geometrie esagonali che compongono la base lunare, l'eccesso di bianco e nero, le tute, i caratteri delle scritte sugli schermi e tutta la tecnologia fatta di videotelefoni e pulsantini illuminati non sono in linea con quello che oggi al cinema immaginiamo per il nostro domani ma con quello che immaginavamo potesse essere il nostro futuro nell'era d'oro della fantascienza.
Stando sulle spalle dei giganti Jones guarda più lontano degli altri facendoci respirare l'aria del miglior cinema e riservandosi il diritto (tutto contemporaneo) ad una diversa visione della dialettica tra macchina e uomo (e più in grande tra spirito e materia), in linea con quello che fa anche un altro capolavoro della fantascienza moderna come Wall-e. Al tempo stesso però quando si tratta di tirare le fila delle molte carte calate sul tavolo sembra che il peso delle aspettative schiacci l'ambizioso esordio del figlio di David Bowie in un finale che, sebbene adeguato, non è all'altezza delle premesse. Moon poteva essere un disastro, eccessivamente modellato com'è su capolavori irraggiungibili, e invece è una piccola perla di un tipo di cinema che non si fa più da anni.

http://www.fileserve.com/file/KWfqtK3

Jay Duplass - Cyrus

Locandina Cyrus

Un film di Jay Duplass, Mark Duplass. Con John C. Reilly, Jonah Hill, Marisa Tomei, Catherine Keener, Matt Walsh, Tim Guinee, Jamie Donnelly, Kathryn Aselton, Steve Zissis, Jerald Garner, Kathy Wittes, Sean Paul Hackett, Newell Alexander, Steve Alterman, Mitch Carter. Commedia, Ratings: Kids+16, durata 92 min. - USA 2010.

Los Angeles. John, divorziato da sette anni, conduce una vita solitaria. Nel momento in cui gli annuncia che sta per risposarsi è l'ex moglie a spingerlo a cercare una nuova compagna. La trova in una donna che ha un segreto che viene presto svelato: ha un figlio ventunenne che ha allevato da sola e che le è molto attaccato. Quando Cyrus vede che tra la madre e John la situazione rischia di divenire seria fa di tutto per tenere la madre per sé.
John C. Reilly è sicuramente uno dei caratteristi americani più versatili e sensibili. Si trova così a lavorare con i fratelli Duplass (che girano in progressione cronologica i loro film lasciando agli attori ampie libertà) i quali ne fanno il coprotagonista di una delle commedie più amare del cinema americano recente. Coprotagonista perché John (adulto/bambino che ha ancora bisogno della ex moglie per cercare di fare chiarezza nella propria situazione) si trova a fronteggiare un bambino che non vuole diventare adulto: Cyrus. È in questo confronto (che ha una forte aderenza alla realtà nella costruzione delle psicologie dei due personaggi) che le situazioni classiche da commedia si traducono in una disillusa lettura di comportamenti difficili da superare in maniera definitiva.
Cyrus soffre di un ritardo emotivo causato dalla totale assenza di una figura paterna e John non si presenta come il sostituto ideale. È il rivale contro il quale diviene necessario, anzi indispensabile enfatizzare i propri punti deboli (le crisi di panico ad esempio) per riuscire a far sì che esca dal quadro. La madre, con il sorriso luminoso di Marisa Tomei pronto a trasformarsi in malinconica apprensione genitoriale, è alla ricerca di un difficile punto di equilibrio tra l'esigenza di tornare a vivere la propria vita affettiva di adulta in modo pieno e il senso di colpa che Cyrus sa bene come ravvivare.
Intendiamoci: le situazioni divertenti nell'incontro/scontro Cyrus/John non mancano ma rimandano sempre a dinamiche di sofferenza interiore che attendono un (lieto) fine.

http://www.megaupload.com/?f=J8RJ9U0D
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Mauro Zucconi – Prima Di Lasciarmi Passa Almeno Lo Straccio

Prima di lasciarmi passa almeno lo straccio

Marco è seduto al tavolo di un ristorante e aspetta Lalla, che non si chiama Lalla (ma c'è una storia) e che sta per diventare la sua prossima ragazza. Invece di attenderla con un mazzo di fiori, come si conviene a un gentiluomo, le ha portato un libro. Non un libro normale, ma un libro scritto da lui, un libro-confessione, nel quale ha elencato ogni suo più piccolo e insopportabile (e inestirpabile) difetto, ogni cattiva abitudine e miserabile pensiero o desiderio. Il piano è semplice: consegnarlo a Lalla e pretendere che lo legga prima di cominciare la loro storia. Se fuggirà inorridita, niente di grave: avanti un'altra. Se invece rimarrà, allora non ci potranno essere sorprese e, Marco ne è convinto, sarà finalmente amore eterno.

Titolo vagamente maschilista? Dite?
OK. Riflettiamo un attimo. Qual è la passione di ogni uomo? Il calcio? Sì va be', potrebbe essere ma non intendevo... La Playstation? OK, anche. Ma... La birra? Ci sta, comunque... Molto più semplicemente: le donne. Ora, chiedetevi cosa succede quando:
Venite trattati come "uomini zerbino" da una compagna di scuola che vi piace  - tipo che le comprate la colazione, le registrate su cassetta una compilation musicale, le fate i compiti ecc;
In età più matura, la vostra donna ostenta l'amicizia con uno zerbino (visto da lei più come la sua migliore amica, mentre lui desidererebbe ben più della sua amicizia) per farvi ingelosire (oltre che per il piacere di tenere un maschio al guinzaglio);
In un'altra occasione fa di tutto per sabotarvi la visione della partita in TV, senza nessun motivo - escluso il puro gusto di distrarvi da qualcosa di diverso da lei;
Non fa altro che lamentarsi di come siete disordinati, incuranti del vostro aspetto, volgari, arroganti;  E alla fine di tutto questo (e molto altro ancora) vi molla.
Come avete reagito quando la vostra prima relazione è fallita? Avete pensato che era tutta colpa vostra? Che c'era qualcosa di sbagliato in voi? E cosa avete pensato la seconda e la terza volta? E la settima? Allora cominciate a diventare un po' cinici, perché non volete soffrire più. Vi costruite una corazza che chiameremo "maschilismo".
Vi torna? Ora, all'inizio di ogni rapporto si indossa una specie di maschera, per apparire "migliori": ci si veste bene, non si lasciano briciole di patatine sul divano, si svuotano i portacenere ecc. Tuttavia, visti gli esiti, tanto vale essere sfrontati (o "sinceri", se volete) sin da principio e mettere in chiaro le cose - della serie: "Prima che io e te ci mettiamo insieme, sappi che io sono fatto così. Segue descrizione". Ovvero proprio ciò che il protagonista di questo libro realizza: un contratto da far firmare alla prossima compagna, in cui stabilire fin da subito cosa vuol dire stare con lui. Se la donna, leggendo quelle righe, accetterà, allora la relazione partirà col piede giusto. Viceversa, meglio non perdere tempo, per tutti e due. Avanti un'altra.
Zucconi realizza un lavoro a metà strada tra il romanzo e il saggio semi-serio. Uno dei working title era "L'uomo spiegato alle donne" e per quanto detto sopra potete benissimo capire il perché. D'altro canto si poteva aggiungere il sottotitolo "La donna spiegata alle donne", perché la descrizione del genere femminile nei rapporti di coppia è cinica e quindi puntuale e lucidissima, senza mai scadere nel pregiudizio o nell'insulto gratuito.
Con una copertina che paradossalmente ricorda la letteratura rosa a la Kinsella, ecco a voi un libro che piacerà al 100% degli uomini (tranne agli zerbini privi di umorismo). Alle donne, be' diciamo che il 99% di loro dirà: "Ma non è vero niente! Io non sono assolutamente così! Certo però ho un'amica..."

Mauro Zucconi, alias Chinaski77, è l’autore del blog Come diventare il mio cane.

Aggiungo un commento personale, questo libro è troppo giusto e dice cose troppo vere, ve lo consiglio veramente. Però non cercate il link… perchè non c’è. Pierolupo

venerdì 27 maggio 2011

Maria Venturi - L'amante E’ Finita

L'amante è finita

Irene è una donna indipendente che ama il suo lavoro e che sogna un marito e una famiglia normali. La separazione da un uomo immaturo e indeciso rafforzano in lei il desiderio di una relazione stabile. Ma presto Irene si trova travolta dal dramma di Tommaso, il marito abbandonato dalla sorellastra di lei. Irene si allea con lui per combattere una battaglia contro il Tribunale dei minori e contro la [leggi tutto ...] malattia della figlia. Una battaglia perduta con la morte della piccola. Irene scopre di aver puntato ancora una volta su un amore sbagliato.

Danny Boyle – Traispotting

Locandina Trainspotting

Un film di Danny Boyle. Con Ewan McGregor, Robert Carlyle, Ewen Bremner, Kelly MacDonald, Jonny Lee Miller, Kevin McKidd, Peter Mullan, James Cosmo, Eileen Nicholas, Susan Vidler, Pauline Lynch, Shirley Henderson, Stuart McQuarrie, Irvine Welsh, Dale Winton. Drammatico, durata 94 min. - Gran Bretagna 1996.

Tratto dal romanzo (1993) di Irvine Welsh, sceneggiato da John Hodge. Ambientato in una zona suburbana di Edimburgo, è la storia del tossicomane Mark e della sua banda di amici: brutti, sporchi, cattivi e ladri, ma nella loro insolenza ribalda suscitano pena e simpatia, più che paura o schifo. È il 1° film che in modo esplicito racconta una storia di drogati dal loro punto di vista. Il contesto non è abbellito. Il giovane Boyle e il suo sceneggiatore Hodge non hanno pregiudizi nel raccontarli, come non offrono alibi alla loro inerte deriva autodistruttiva. A livello figurativo, il direttore della fotografia Brian Tufano e lo scenografo Kave Queen si sono ispirati ai quadri di Francis Bacon, con la loro allucinata mescolanza di realtà e fantasia, ma anche a Scorsese, Almodóvar, Kubrick (Arancia meccanica). Colonna musicale all'insegna del rock più duro e del pop più scatenato. Efebo d'oro 1997.

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Irvine Welsh - Trainspotting

Trainspotting

Un pugno di ragazzi a Edimburgo e dintorni: il sesso, lo sballo, la rabbia, il vuoto delle giornate. Sono i dannati di un modernissimo inferno "chimico", con la loro vita sfilacciata e senza scampo. Alla ricerca di un riscatto, di un senso da dare alla propria esistenza - che non sia il vicolo cieco fatto di casa, famiglia e impiego ordinario - trovano nella droga e nella violenza l'unica risposta possibile. Sboccato, indiavolato, travolgente: l'esordio di un talento letterario, il romanzo shock che ha fatto epoca e dato voce a una nuova generazione.

Maria Venturi - I Giorni Dell'altra

I giorni dell'altra

Intelligenti, idealisti, appassionati, Giacomo e Federica si sono sposati giovanissimi con la certezza di essere una coppia "unica". Quindici anni dopo, il loro matrimonio è stato fatalmente ridimensionato dai compromessi e dai problemi quotidiani. Giacomo pensa solo alla sua industria di cosmetici, Federica, provocazione dopo provocazione, finisce fra le braccia di un altro uomo. Incapace di rompere [leggi tutto ...] i legami coniugali, Giacomo accetta il compromesso, finché un'altra donna entra nella sua vita: Caterina, giovane, ricca e viziata. E a questo punto Federica, rosa dalla gelosia e dal senso del possesso, decide di fare di tutto per riconquistare il marito: anche dargli il figlio che ha sempre sognato.

mercoledì 25 maggio 2011

Ken Kesey – Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo

Qualcuno volò sul nido del cuculo

Miss Ratched governa con pugno di ferro e un soave sorriso il suo reparto, in un ospedale psichiatrico dell'Oregon. All'improvviso arriva McMurphy, un irlandese cocciuto, spavaldo, allegro e ribelle. Fra lui e la Grande Infermiera inizia subito un duello all'ultimo sangue. McMurphy risveglia gli altri pazienti ormai svuotati e avviliti dalle "terapie" e riesce a portare una ventata di umanità e calore. Da questo romanzo è stato tratto l'omonimo film di Milos Forman interpretato da Jack Nicholson, Will Sampson e Danny De Vito.

Milos Forman - Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo

Locandina Qualcuno volò sul nido del cuculo

Un film di Milos Forman. Con Jack Nicholson, Louise Fletcher, William Redfield, Will Sampson, Brad Dourif, Christopher Lloyd, Danny DeVito, Dean R. Brooks, Scatman Crothers, Vincent Schiavelli, William Duell, Mwako Cumbuka, Nathan George, Alonzo Brown, Peter Brocco, Josip Elic, Lan Fendors, Mimi Sarkisian, Anjelica Huston, Ted Markland, Michael Berryman, Dwight Marfield, Ken Kenny, Louisa Moritz, Delos V. Smith Jr., Mews Small, Philip Roth, Tin Welch, Mel Lambert, Kay Lee, Sydney Lassick. Titolo originale One Flew over the Cuckoo's Nest. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 133 min. - USA 1975.

Da un romanzo (1962) di Ken Kesey: pregiudicato, trasferito in clinica psichiatrica, smaschera il carattere repressivo e carcerario dell'istituzione. La rivolta dura poco, ma lascia qualche segno. Premiato con 5 Oscar (film, regia, Nicholson e Fletcher, sceneggiatura di Bo Goldman e Laurence Hauben) – come non succedeva da Accadde una notte (1934) – è un film efficacemente e astutamente polemico sul potere che emargina i diversi e sul fondo razzistico della psichiatria. La sostanza del romanzo onirico di Kesey, scritto in prima persona, è depurata e trasformata in allegoria nell'adattamento scenico che ne fece Dale Wasserman e che forma la base della sceneggiatura. (Fu portato in scena nel 1963 da Kirk Douglas che spinse il figlio Michael a produrre il film.) Ottima squadra di attori che comprende anche il pellerossa W. Sampson.

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Attenzione, è la scena finale del film!!!

Woody Allen - Incontrerai L'uomo Dei Tuoi Sogni

Locandina Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni

Un film di Woody Allen. Con Antonio Banderas, Josh Brolin, Anthony Hopkins, Gemma Jones, Freida Pinto, Lucy Punch, Naomi Watts, Pauline Collins, Kelly Harrison, Ewen Bremner, Neil Jackson, Lynda Baron, Fenella Woolgar, Robert Portal, Jim Piddock, Celia Imrie, Roger Ashton-Griffiths, Anna Friel, Theo James, Christopher Fulford, Johnny Harris, Alex MacQueen, Anupam Kher, Meera Syal, Joanna David, Geoffrey Hutchings, Natalie Walter, Shaheen Khan, Amanda Lawrence, Zak Orth, Rupert Frazer, Eleanor Gecks, Christian McKay, Philip Glenister, Jonathan Ryland, Pearce Quigley.Titolo originale You Will Meet a Tall Dark Stranger. Sentimentale, durata 98 min. - USA, Spagna 2010.

Alfie ha lasciato la moglie Helena perchè, colto da improvvisa paura della propria senilità, ha deciso di cambiare vita. Ha iniziato così una relazione (divenuta matrimonio) con una call girl piuttosto vistosa, Charmaine. Helena ha cercato di porre rimedio alla propria improvvisa disperata solitudine cercando prima consiglio da uno psicologo e poi affidandosi completamente alle ‘cure' di una sedicente maga capace di predire il futuro. La loro figlia Sally intanto deve affrontare un matrimonio che non funziona più visto che il marito Roy, dopo aver scritto un romanzo di successo, non è più riuscito ad ottenere un esito che lo soddisfi. Sally ora lavora a stretto contatto con un gallerista, Greg, che comincia a piacerle non solo sul piano professionale…
Woody ha preso nuovamente l'aereo ed è tornato in Gran Bretagna dopo che era tornato a respirare aria di Manhattan con Basta che funzioni. Nonostante l'aspetto sempre più fragile, Allen ha ormai le spalle più che larghe per sopportare l'ennesima, ripetitiva reprimenda critica: “Racconta sempre le stesse cose”. È vero: Woody non si inventa novità senili per stupire il pubblico. Anzi qui, fingendo di appellarsi allo Shakespeare del “Macbeth” in realtà si riallaccia al finale di uno dei suoi film più ispirati, Ombre e nebbia, che si chiudeva con la frase: “L'uomo ha bisogno di illusioni come dell'aria che respira”. Sono trascorsi quasi vent'anni da allora e, in materia, Allen sembra essersi ormai arreso all'evidenza: è proprio (e sempre di più) così.
Come in Tutti dicono I Love You (ma con l'esclusione dell'adolescenza) le diverse età si confrontano con un bisogno di qualcosa che esemplificano con la parola ‘amore' ma di cui, se richiesti, non saprebbero dire il significato. Non potendo sfuggire a questa esigenza ognuno cerca di trovare delle soluzioni che finiscono con il rivelarsi aleatorie e provvisorie anche se ognuno, in cuor suo, vorrebbe che fossero 'per sempre'. Ma il 'per sempre' non esiste nell'universo alleniano. Ognuno cerca di porre rimedio alla propria solitudine come può e come sa e non ha neppure bisogno di essere perdonato per questo.
L'umanità non può comportarsi altrimenti. Ciò che invece va duramente punito è il furto intellettuale, l'appropriarsi di idee altrui spacciandole per proprie, perseguire il successo a spese degli altri. In questo caso Woody diventa un giudice implacabile. Sarà anche vero che ritorna su propri temi. Ma sono 'suoi' per stile, qualità, leggerezza e profondità.

http://www.filesonic.fr/file/320024551
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13 And God – Own Your Ghost

Own Your Ghost

Il progetto di collaborazione tra Marcus Acher, aka Mr. Notwist (o l’uomo principale dietro cotale sigla) e i Mc della Anticon a nome Themselves (Doseone, Dax e Jel), ritorna con “Own Your Ghost”, dopo un disco omonimo d’esordio, una fruttuosa attività live e un Ep.
L’album propone prima di tutto i pezzi cantautoriali di Acher, come “Death Major” (la miglior orchestrazione Drake-iana) e “Armoured Scarves”, nella vena di Elliott Smith (anche troppo satura). Quindi c’è la dimensione Anticon, ma pezzi canonicamente alt-rap come “Et Tut” e “Sure As Debt” (e il trip-hop di “Unyoung”) non comunicano granchè nell’era del dubstep metafisico di James Blake.
La compenetrazione delle due dimensioni si compie in “Janu Are” (dalla parte di Doseone, ma non troppo sostanziosa) e in “Old Age” (dalla parte di Notwist, ma c’è poco legante tra nenia pop e armatura hip-hop). Spicca di quel tanto l’umile “Death Minor”, un requiem alla Beck con decorazioni orchestrali e rap sottovoce quasi parlato.
I dieci pezzi del disco - tanti quanti quelli del predecessore - non mostrano coerenza, presentando riempitivi e un potenziale d’intrattenimento che vale più come rimpatriata tra amici-colleghi che come semantica dell’opera d’arte. Pezzi rilasciati lungo gli anni: “Sure As Debt” risale al 2007, “Armoured Scarves” al 2008, “Old Age” e “Unyoung” al 2009-2010. (Ondarock)

Tracklist
1 It’s Own Sun
2 Death Major
3 Armoured Scarves
4 Janu Are
5 Old Age
6 Et Tut
7 Death Minor
8 Sure As Debt
9 Beat On Us
10 Unyoung

 
http://www.filesonic.com/file/r000216945/896611631/103_-_13_and_God_-_Own_Your_Ghost_
 

Marco Malvaldi - Il Gioco Delle Tre Carte

Il gioco delle tre carte

Ritorna, con la seconda avventura dopo "La briscola in cinque", la squadra di investigatori del BarLume di Pineta, detto anche "l'asilo senile". A parte il barista Massimo e la sua banconista, la bella e comprensiva Tiziana, il più giovane del gruppo è Aldo, ultrasettantenne gestore dell'osteria Boccaccio. Seguono Nonno Ampelio, Pilade, il Del Tacca del Comune, il Rimediotti. La loro attività, unica, più che principale, si svolge nel presidiare il BarLume e, dietro il paravento della partita a carte, passare al setaccio tutti gli avvenimenti di Pineta, in un pettegolezzo toscano senza eufemismi e senza ritrosie. Qualche volta resta nelle maglie fitte della rete, un fatto criminale. In realtà è Massimo, pronto all'intuizione ma svogliato all'azione, che è spinto a investigare, richiesto casualmente dal commissario Fusco. I vecchietti fanno da polo dialettico in un contraddire minuzioso che però facilita la sintesi: corale ambientazione umana, provinciale e antiglobalizzata (lenta, senza preoccupazione di efficienza mezzo-fine). Uno sfondo di commedia italiana a dei gialli enigmistici la cui soluzione è affidata alla virtù del ragionamento e alla fortuna del caso. Nel gioco delle tre carte un esercizio di abilità e di elusione fornisce lo schema per risolvere un enigma criminoso consistente nel nascondere ostentando. Nel corso di un congresso, viene ucciso un professore giapponese. La chiave del mistero è in un computer che in apparenza non contiene niente di significativo.

Marco Malvaldi – La Briscola In Cinque

La briscola in cinque

La rivalsa dei pensionati. Da un cassonetto dell'immondizia in un parcheggio periferico, sporge il cadavere di una ragazza giovanissima. Siamo in un paese della costa intorno a Livorno, l'immaginaria Pineta, "diventata località balneare di moda a tutti gli effetti, e quindi la Pro Loco sta inesorabilmente estinguendo le categorie dei vecchietti rivoltandogli contro l'architettura del paese: dove c'era il bar con le bocce hanno messo un discopub all'aperto, in pineta al posto del parco giochi per i nipoti si è materializzata una palestra da body-building all'aperto, e non si trova più una panchina, solo rastrelliere per le moto". L'omicidio ha l'ovvio aspetto di un brutto affare tra droga e sesso, anche a causa della licenziosa condotta che teneva la vittima, viziata figlia di buona famiglia. E i sospetti cadono su due amici della ragazzina nel giro delle discoteche. Ma caso vuole che, per amor di maldicenza e per ammazzare il tempo, sul delitto cominci a chiacchierare, discutere, contendere, litigare e infine indagare il gruppo dei vecchietti del BarLume e il suo barista. In realtà è quest'ultimo il vero svogliato investigatore. I pensionati fanno da apparato all'indagine, la discutono, la spogliano, la raffinano, passandola a un comico setaccio di irriverenze. Sicché, sotto all'intrigo giallo, spunta la vita di una provincia ricca, civile, dai modi spicci e dallo spirito iperbolico, che sopravvive testarda alla devastazione del consumismo turistico modellato dalla televisione.

martedì 24 maggio 2011

Cane Mangia A Tavola!

Kloster - The Waves & Winds Still Know His Voice

Non è comune nel panorama musicale, che una band o un artista siano ispirati da una mistica inglese vissuta nel 1300. E’ questo il quarto album dei danesi. Alla testa del gruppo si trova Mikael R. Andreasen, insieme con 17 musicisti ospiti e cantanti (tra cui Jonas Petersen da Hymns From Nineveh e RebekkaMaria), hanno creato un album che ha la fede cristiana come fulcro.
I testi sono principalmente della britannica Giuliana, nota mistica di Norwich, che ha vissuto durante il Medioevo. Mikael R. Andreasen ha una voce ariosa, spesso quasi un sussurro. La musica è costruita attorno alla chitarra, piccole percussioni, sega, violoncello, qualcosa che in complesso suona come il canto delle balene. Provate ad ascoltarli.

Tracklist
01 Silentium 
02 Comforting Words (part one) 
03 Wayfaring Stranger 
04 Our Clothing 
05 A Short Attempt 
06 Emily Dickinson's Poem #506 
07 How Should Then Anything Be Amiss? 
08 Morning Song 
09 I Know Why! 
10 Suffer 
11 Psalm 13 
12 Suddenly 
13 Comforting Words (part two) 
14 Though These Are Troubled Times 

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Marco Malvaldi – Odore Di Chiuso

Odore di chiuso

In un castello della Maremma toscana vicino alla Bolgheri di Giosuè Carducci, arriva un venerdì di giugno del 1895 l'ingombrante e baffuto Pellegrino Artusi. Lo precede la fama del suo celebre "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene", il brioso e colto manuale di cucina, primo del genere, con cui ha inventato la tradizione gastronomica italiana. Ma quella di gran cuoco è una notorietà che non gli giova del tutto al castello, dove dimora la famiglia del barone Romualdo Bonaiuti, gruppo tenacemente dedito al nulla. La formano i due figli maschi, Gaddo, dilettante poeta che spera sempre di incontrare Carducci, e Lapo, cacciatore di servette e contadine; la figlia Cecilia, di talento ma piegata a occupazioni donnesche; la vecchia baronessa Speranza che vigila su tutto dalla sua sedia a rotelle; la dama di compagnia che vorrebbe solo essere invisibile, e le due cugine zitelle. In più, la numerosa servitù, su cui spiccano la geniale cuoca, il maggiordomo Teodoro, e l'altera e procace cameriera Agatina. Contemporaneamente al cuoco letterato è giunto al castello il signor Ciceri, un fotografo: cosa sia venuto a fare al castello non è ben chiaro, come in verità anche l'Artusi. In questo umano e un po' sospetto entourage, piomba gelido il delitto. Teodoro è trovato avvelenato e poco dopo una schioppettata ferisce gravemente il barone Romualdo. I sospetti seguono la strada più semplice, verso la povera Agatina. Sarà Pellegrino Artusi a dare al delegato di polizia le dritte per ritrovare la pista giusta.

A destare i residenti dal tranquillo riposo estivo nelle stanzone fresche e confortanti del castello di Roccapendente è l’arrivo di Pellegrino Artusi, curioso ospite, intellettuale e cuoco famoso. Gli occupanti della tenuta, annoiati più del solito perché costretti dalla calura alla quasi immobilità, ne attendono febbrilmente la venuta.
Dei tre figli del barone Romualdo Bonaiuti, quello a cui meno potrebbe interessare l’arrivo dell’Artusi è il signorino Lapo, più attirato dalle grazie femminili che da uomini colti e baffuti: sembianze e portamento eleganti, “l’intelligenza di una fruttiera” e una condotta tutt’altro che decorosa. Con lui l’altro figlio del barone, Gaddo, pronto a riservare al gentile personaggio un’accoglienza per nulla calorosa e un atteggiamento freddo e di sufficienza, nonostante ciò non si addica affatto a un uomo di cultura, poeta dall’animo sensibile. Ben più entusiasta della visita è invece Cecilia, unica figlia del barone, dallo sguardo franco e onesto, la sola sinceramente incuriosita dall’ospite dall’aspetto placido e cordiale. La ragazza è sempre sotto l’occhio vigile della nonna Speranza, la baronessa ormai malata e su una sedia rotelle che trascorre le sue giornate con la sua dama di compagnia, la signorina Barberici, e le due cugine del barone, sorelle “zitelle di razza”.
Ma l’arrivo dell’insolito personaggio presso la tenuta toscana non è che uno degli avvenimenti pronti a sconvolgere la quiete del castello. All’indomani della venuta dell’Artusi, il “barrito” della signorina Barberici annuncia ai residenti un ben più grave e imprevisto evento: la morte del fedele maggiordomo Teodoro. Il ritrovamento del suo corpo nella cantina del castello sarà l’inizio di una sequenza di vicende, il principio di una serie di indagini dai risvolti inattesi. La pista più semplice farà ricadere tutti i sospetti sulla bella cameriera Agatina, ma saranno le riflessioni dell’ultimo arrivato Artusi a condurre le indagini verso la giusta direzione.
Attraverso un ritmo che non è mai troppo “costretto” nel genere, Malvaldi conferma le sue capacità di narratore ironico e scanzonato, in grado di adattare anche al giallo più tradizionale le inflessioni tipiche della commedia. Pur toccando infatti i tasti giusti, e nella sequenza corretta - delitto, mistero, indagini, interrogatori - riesce comunque a conferire al racconto un’intonazione irriverente e spiritosa.
Per nulla seriamente e con un’ironia esplicita e genuina, l’autore delinea un ritratto impietoso che racconta e insieme fa il verso alle “nobili persone”, membri di una casata aristocratica, in un’Italia da poco unificata. Malvaldi presenta al lettore una galleria di personaggi, tutti attentamente e ugualmente indagati e analizzati e, un po’, anche canzonati e derisi.
All’alternarsi di caustici botta e risposta e dialoghi dal tono austero - adeguati a uno scambio di battute tra nobili personaggi ottocenteschi - si aggiungono le “intrusioni” dell’io narrante, che più volte nel corso della narrazione ammicca al lettore con simpatica insolenza. La stessa d’altronde a cui l’autore ci ha finora abituati.

Emilio Radice & Federica Angeli - Rose Al Veleno. Stalking, Storie D'amore E Odio (2009)

Rose al veleno, stalking. Storie d'amore e d'odio

Stalking è un termine che indica il ripetuto tentativo da parte di un individuo di diventare padrone della vita di un altro seguendone le tracce e i movimenti, come in una caccia, ossessionandolo. Inizialmente con modi gentili, via via con una insistenza impressionante e maniacale. E gli esiti sono devastanti, talvolta mortali. Secondo l'ISTAT sono oltre 7 milioni in Italia le vittime di violenza fisica e/o psichica, in massima parte donne. E poco meno della metà, ovvero 2 milioni e 777 mila, ha dovuto sopportare un'azione di stalking. Come emerge da queste storie la vittima di uno stalker non ha una specifica tutela giuridica, può difendersi al massimo con una denuncia per molestie (sei mesi di pena, nella stragrande maggioranza dei casi mai scontati in carcere). Nulla in confronto al pericolo a cui si espone con la sua stessa reazione. Questa inchiesta nasce da una ricerca condotta sul campo e porta alla luce, per la prima volta, un fenomeno diffusissimo eppure ancora malcompreso e frainteso. Perché non si possa più dire che non si sapeva.

lunedì 23 maggio 2011

Finalmente La Verità Viene A Galla

Deus – Pocket Revolution

Pocket Revolution

Non starò qui a deliziarvi con le prosopopee tardo-romantiche sulle omeriche attese cui noi appassionati siamo stati costretti dai dEUS per ascoltare un nuovo disco di canzoni inedite. Tanto lo sapete benissimo, sono passati sei anni. Il rischio della delusione era dietro l’angolo, tanto più se si considerano tutti i pezzi persi da Tom Barman in questo lungo travaglio. Ma finalmente è la musica a parlare, e nonostante una formazione praticamente stravolta, "Pocket Revolution" conferma come i belgi siano strettamente vincolati alla mentalità bizzosa del proprio leader.
La strada è quella già battuta con l’ultimo "Ideal Crash", si parla di ere geologiche fa, ma i dEUS sono riusciti a riproporsi senza perdere la loro identità e evitando di mettere a fuoco un misero contentino di prodotto di seconda scelta. In "Pocket Revolution" convivono due anime, perché da un lato ci sono chitarre incisive in stile "Worst Case Scenario" ("Bad Timing", "If You Don’t Get What You Want", "Night Shopping"), dall’altro la pulizia sonora e la stratificazione pop che aveva fatto dell’ultimo disco una gemma incompiuta ma di bellezza altresì straordinaria (su tutte "Include Me Out" o "Cold Sun Of Circumstance"). Certo, non è tutto oro ciò che luccica, e laddove Barman approda in territori vagamente alla Magnus – il cui disco può essere ricordato più come un passo falso che altro… era proprio brutto e tamarro – si nota una caduta generale del livello compositivo. Qui non ci sono episodi precisi, soltanto qualche frammento sparso in giro per tutto il disco che evita al suddetto una definitiva consacrazione.
Ma si tratta della discontinuità di cui i dEUS hanno sempre sofferto, semplicemente dovuta alla voglia di strafare che, comunque, ha saputo dare dei risultati non di meno bellissimi. E questo disco non è che l’ennesima ed attesissima conferma di un gruppo che, seppur con le già spiegate immancabili pecche, non è mai stato così libero e in salute. (Kalporz)

Tracklist:
1. Bad Timing
2. 7 Days, 7 Week
3. Start Stop Nature
4. If You Don’t Get What You Want
5. What We Talk About
6. Include Me Out
7. Pocket Revolution
8. Night Shopping
9. Cold Sun Of Circumstance
10. The Real Sugar
11. Sun Ra
12. Nothing Really Ends

http://www.myspace.com/deusbe

http://www.mediafire.com/?22ymztj0hty

Other Lives – Tamer Animals

Tamer Animals

L'Oklahoma, lo stato dal quale provengono gli Other Lives si trova proprio al centro degli Stati Uniti. Una sua parte è nella regione delle cosiddette Grandi Pianure, un territorio di praterie e steppe dove pascolano i tipici bisonti americani. Ecco, per immaginarvi la musica del gruppo bisogna avere in mente questi paesaggi. Si, perché la band per questa sua seconda fatica "Tamer animals" sembra aver creato più una colonna sonora, un sottofondo per un lungo viaggio in macchina che un vero e proprio album. Il disco è nato dopo una gestazione lunga, frutto di 14 mesi di isolamento in uno studio di Stillwater, piccolo centro nel cuore dell'Oklahoma. Il quintetto si è dato ad un lavoro certosino di auto-produzione e registrazione quasi artigianale, che ricorda da vicino quanto recentemente fatto dai Low Anthem per "Smart flesh".
Già il titolo scelto per il disco dice molte cose: il "tamer" non è altro che l'addestratore, l'allevatore che vive quotidianamente con i propri animali. Ma attenzione, quello degli Other Lives non è "semplice" folk-revival. La strumentazione è ricca, costruita non solo con chitarra/basso/batteria ma anche con nacchere, fagotti e ovviamente uno stuolo di violini. La musica del quintetto guidato dal cantante e chitarrista Jesse Tabish è insomma un vero e proprio folk orchestrale. La prima traccia "Dark horse", aperta da un tappeto di fiati, sta lì a dimostrarlo.
Il ritmo del disco tuttavia non è mai particolarmente sostenuto, ma resta piuttosto sospeso, rarefatto: la desertica "For 12" sarebbe perfetta per un western moderno ma non dispiacerebbe nemmeno ai Radiohead più acustici. La titletrack "Tamer animals", che a sorpresa ha forti echi di anni Ottanta, avvolge in una sottile malinconia. E apre di fatto la strada al vero picco emotivo dell'album, "Dust Bowl III": un pezzo degno dei Calexico più riflessivi.
Qua e là spuntano anche veri e propri riferimenti cinematografici: "Old statues" ad esempio è smaccatamente morriconiana, così come i cori rarefatti di "Woodwind loop" rimandano a certi vecchi film americani. Non mancano momenti di eccessiva indulgenza dove gli arrangiamenti rischiano di sopraffare le canzoni, soprattutto in "Desert" e "Landforms" che rendono il finale un po' fiacco. A chiudere il cerchio ci pensa infine una breve coda strumentale ("Heading est"), anch'essa non proprio memorabile.
Poco importa: "Tamer animals" è una gran bella sorpresa, un album che finora non ha ricevuto grande attenzione mediatica ma che dimostra come gli Other Lives siano un gruppo interessante e capace di un approccio al folk tutt'altro che banale. Date una chance alle terre dove pascolano i bisonti, non ve ne pentirete. (Rockol)

Tracklist
“Dark horse”
“As I lay my head down”
“For 12”
“Tamer animals”
“Dust bowl III”
“Weather”
“Old statues”
“Woodwind”
“Desert”
“Landforms”
“Heading east”

http://www.myspace.com/otherlives

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