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lunedì 7 novembre 2011

Max Pezzali - Per prendersi una vita (2008)

Per prendersi una vita

La storia che ho voluto raccontare, lo dico subito, è una storia crudele. Per festeggiare il superamento dell'esame di maturità, quattro ragazzi, quattro compagni di scuola di un liceo di provincia, affrontano un epico viaggio in auto attraverso l'Europa. Il pretesto per partire è fornito dal concerto londinese di uno dei loro miti, Joe Strummer, l'ex leader dei Clash. Ma i tempi sono cambiati, il punk e il post-punk sono svaniti, la cultura hip-hop ha cominciato a raccontare al mondo la rabbia dei ghetti americani, Joe Strummer sta affrontando una nuova vita artistica con un progetto solista, e i quattro amici si trovano all'improvviso, in anticipo sulle previsioni, a dover compiere una scelta terribile, una scelta da cui dipende la possibilità di avere un futuro. Vent'anni dopo, tre di quei ragazzi sono diventati adulti, si sono fatti una famiglia e una posizione, ma sentono il bisogno di "ritornare" sull'evento drammatico, sul cruento rito di passaggio che ha sancito la fine della loro giovinezza. Andranno a fare visita all'unico del gruppo rimasto, in un modo estremo, lo stesso di allora.

Quattro amici per la pelle, l'anno della maturità, la musica dei Clash, un viaggio a Londra in automobile: potrebbe essere il testo di una nuova canzone di Max Pezzali ma non è così. Questa volta il "mitico" 883 ha deciso di intraprendere una strada mai percorsa prima. La sua vena poetica lascia il pentagramma per trasferirsi tra le pagine di un libro e diventa romanzo. Un romanzo d'esordio che racconta un viaggio sulla scia del ricordo, della malinconia, ma anche del rimorso di quanto accaduto vent'anni prima a un gruppo di liceali della Bassa padana. Un viaggio che ha cambiato per sempre le loro vite, un bivio da cui è scaturita una scelta che li ha fatti precipitare impietosamente nella vita adulta.
Dal 2008 al 1988: il libro è il racconto flash back di Andrea Rivelli, uno dei quattro protagonisti di quell'indimenticabile estate anni Ottanta. Come ogni anno, il giorno della vigilia di Natale, Andrea incontra i vecchi compagni, Marco e Gianluca, nel loro pub preferito. Ognuno ha la sua vita, più o meno serena, più o meno brillante: Andrea è un giornalista affermato, sposato da anni ma senza figli; Marco è un pilota di 767, su cui incombe la perenne crisi Alitalia, separato con un figlio che non incontra mai; Gianluca, ex secchione, è diventato un superesperto d'informatica e lavora nella Silicon Valley, dove vive con la moglie americana e tre bambini. Tutti hanno un ricordo, quello di Adamo, l'amico che hanno lasciato in Inghilterra in quel loro viaggio mai dimenticato. D'altra parte «come si può dimenticare il momento esatto in cui si è capito il significato concreto di parole come amicizia, solidarietà, ragione, rabbia, gioia, dolore, futuro.» La decisione di tornare in quei luoghi in un pellegrinaggio della memoria è inevitabile e il 4 luglio i tre sono di nuovo in partenza. è cambiata l'auto, non più la "leggendaria" Mini Mayfair bensì una fiammante Jeep Grand Cherokee «appena lavata e tagliandata», ma la colonna sonora è la stessa «il riff sporco e secco di London Calling». Dal viaggio di oggi incomincia dunque il racconto che si sposta subito al viaggio di ieri, rivissuto attraverso le parole di Andrea: dal passaggio della dogana di Como Brogeda, all'assalto del Tir tedesco in autostrada, dalla tappa ad Amsterdam al primo tatuaggio, dalla scoperta di Londra alle bianche scogliere di Dover su cui si infrangeranno non solo le onde del mare...
A suo agio tra le pagine scritte come tra le note di un pentagramma, Max Pezzali dimostra di muoversi con stile tra le pieghe di una storia, ricca di suggestioni e citazioni di pezzi musicali, che ti cattura sin dalle prime pagine e ti fa guardare il mondo con gli occhi dei personaggi che la vivono e la raccontano. «Una storia crudele», come la definisce il risvolto di copertina, perché non teme di guardare in faccia la cruda realtà e di mettere a nudo sentimenti, paure e segreti dell'animo umano.

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