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mercoledì 1 febbraio 2012

Bent Hamer - Il Mondo Di Horten

Locandina Il mondo di Horten

Un film di Bent Hamer. Con Baard Owe, Espen Skjønberg, Ghita Nørby, Henny Moan, Bjørn Floberg, Kai Remlow, Per Jansen, Bjarte Hjelmeland. Titolo originale O' Horten. Commedia, Ratings: Kids+13, durata 90 min. - Norvegia, Germania, Francia 2007.

Odd Horten, scapolo taciturno, ha guidato lo stesso treno sulla stessa tratta, Bergen-Oslo, per così tanto tempo che anche il resto della sua vita è scandita dall'osservanza di monotoni e rassicuranti rituali. Dopo quarant'anni di onorato servizio, per l'ingegnere sessantasettenne è ormai giunta l'ora di andare in pensione.
Noto in Italia per Kitchen Stories, un'indagine sociologica sugli usi di uomini single norvegesi nella propria cucina, e per Factotum, dove Matt Dillon interpreta magistralmente uno scrittore nato dalla penna di Charles Bukowski, Il mondo di Horten è la quinta pellicola del norvegese Bent Hamer, regista pluripremiato, sceneggiatore e produttore.
Dedicato alla madre e a tutte le donne che praticano il salto con gli sci, nel Mondo di Horten l'autore tratteggia con grande sensibilità un universo che poggia sui ritmi lavorativi, nel quale irrompe, d'un tratto, il caso, la possibilità di potersi gestire il proprio spazio e tempo, di rimettersi in gioco.
Odd Horten è un uomo ordinato, che si prepara ogni giorno il cibo prima di andare al lavoro, che si occupa delle faccende domestiche, che accudisce amorevolmente la madre ammalata. Dalla sua cabina di guida, osserva il mondo esterno, attraversa, col suo treno, meravigliosi paesaggi norvegesi, fino ad entrare nel cuore della città. Si direbbe un traghettatore di anime, un conducente verso altri mondi, eppure, dopo la sua penultima tratta - l'ultima, per un curioso disguido, non riuscirà a portarla a termine -, in realtà sta per dare inizio soltanto in quel momento al suo viaggio iniziatico nella realtà. È in quel mondo, che fino ad allora ha visto soltanto attraverso il vetro della propria postazione, che dovrà immergersi e lo spettatore, insieme a lui; e lo farà, mettendosi gli sci ai piedi e lanciandosi da un trampolino di lancio di Oslo. Quel "tuffo" sulla città metaforicamente condensa il senso del film: non è mai troppo tardi per provare a vivere, per reinventarsi.
Sullo sfondo di una Norvegia innevata, dove l'elemento naturale e lo spazio urbano interagiscono in un tutt'uno, emerge un delicatissimo ritratto di un'umanità varia e singolare, che ancora riesce a emozionarsi, a sorridere, ad avere piccoli gesti di solidarietà. Nel corso del suo percorso Odd Horten si imbatterà, infatti, in alcune figure come un bambino che lo coglie in flagrante nel proprio appartamento perché il portone di ingresso del condominio si è rotto, come una donna, da poco vedova, che conosce le sue marche preferite di pipe e come un diplomatico amante di arti primitive/inventore incompreso, col vezzo di guidare per le strade con gli occhi bendati.
Coi toni da fiaba, Il mondo di Horten riflette la precisione del narratore che riesce visivamente a creare atmosfere dense di poesia, venate talvolta di lieve ironia e di un surrealismo alla Tati. Bent Hamer delinea poco alla volta con efficacia una figura che riesce a far fronte alle difficoltà e ai bruschi cambi di rotta della propria esistenza. Bravo l'attore Bård Owe, lo si era visto in Europa e ne The Kingdom - Il regno di Lars von Trier.

Il voto di Pierolupo: 2/5
Questo film ha una trama veramente insignificante. Ci sono un sacco di scene inutili che non portano da nessuna parte, come la scena dell'aeroporto o quella dell'arresto del cuoco del ristorante. Noioso, senza colpi di scena, pieno di roba assurda come la guida dell’auto alla cieca e il salto dal trampolino con sci antidiluviani. Insomma, una cagata.

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