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giovedì 4 agosto 2011

Jaume Collet-Serra – Orphan

Locandina Orphan

Un film di Jaume Collet-Serra. Con Vera Farmiga, Peter Sarsgaard, Isabelle Fuhrman, CCH Pounder, Jimmy Bennett, Aryana Engineer, Rosemary Dunsmore, Jamie Young, Lorry Ayers, Brendan Wall, Genelle Williams, Mustafa Abdelkarim, Landon Norris, Margo Martindale, Karel Roden. Horror, durata 123 min. - USA, Canada 2009.

La famiglia Coleman ha un vuoto incolmabile. Nonostante due figli e una situazione economica solida un aborto ha lasciato una ferita e la risposta sembra essere l'adozione della piccola Esther, bambina di circa 12 anni che li folgora all'orfanotrofio con il suo acume e il suo candore. Una volta con loro però accadono tanti piccoli incidenti ed Esther è sempre al centro dei problemi non nascondendo ai fratelli acquisiti il suo istinto malvagio e i piani precisi dietro ogni mossa. La preoccupazione è tale che i genitori decidono di informarsi sul suo passato ma all'orfanotrofio non hanno informazioni su di lei precedenti il suo arrivo.
Non c'è niente di più spaventoso come l'idea di essersi messi in casa qualcuno che non si conosce bene e che con il tempo si rivela sempre più inquietante. La convivenza con un elemento deviante che riesce a metterci contro i nostri cari è da sempre una scintilla che scatena ansia, come anche il tema del bambino demoniaco (sia metaforicamente che effettivamente) capace di passare per innocente agli occhi di tutti e di far credere pazzi coloro che lo accusano. Jaume Collet-Sera su quest'impianto si inventa molto poco rubando suggestioni da L'Innocenza del Diavolo e molto horror spagnolo recente. La sua idea di suspense non solo è abbastanza scontata ma a tratti anche ingannatoria.
Lunghi momenti di silenzio interrotti da rumori improvvisi, porte che sbattono, macchine che suonano il clacson o impennate della colonna sonora sono il mezzo principale per aumentare la tensione anche quando poi si rivela un inganno, quando cioè la molta paura del protagonista (e dello spettatore) è per qualcosa che avviene. Purtroppo tutto questo non è propedeutico a null'altro, uno spavento fine a se stesso senza che ci sia nessuna vera costruzione di una paura duratura.
Solo il colpo di scena finale riesce a regalare qualche brivido inatteso e un senso di inquietudine riguardo i bambini e il loro modo di apprendere e rimestare le nozioni che li circondano che riesce ad accompagnare lo spettatore anche fuori dalla sala. Ma è comunque poca cosa.

http://www.fileserve.com/file/6AFcv23
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http://www.fileserve.com/file/x4YpZXb
http://www.fileserve.com/file/YNNQZHt

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