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Ricerca personalizzata

lunedì 29 agosto 2011

Timber Timbre – Timber Timbre

Timber Timbre

Alla fine, dopo tanta ricerca di suoni nuovi e moderni, mi ritrovo ad innamorarmi ancora una volta di un disco e di una musica che si nutrono direttamente alla fonte, ai suoni ed alle suggestioni dei primi bagliori della musica rock. Timber Timbre, album omonimo e terzo sulla carta, ma di fatto il primo ufficiale e degnamente distribuito dopo due lavori autoprodotti, di un gruppo impersonificato in realtà dalla figura di Taylor Kirk, autore di testi e musiche, canadese di Toronto alla nascita, ma americano di qualche stato tra la Louisiana e Alabama nello spirito.
Vedetelo come se le suggestioni musicali di Micah P. Hinson trovassero degna interpretazione nel lirismo vocale di Antony Hagerty, spogliandolo degli eccessi e della maniera che a volte lo sovrastano. Come se lo spirito più ruspante e scarno del primo Elvis trovasse un nuovo corpo da possedere, mentre si aggirava per le paludi e le nebbie di una New Orleans più sensuale che torrida, abbandonato quello un po’ esangue dell’ex-ragazzo d’oro Chris Isaak.
Suoni assolutamente vintage, analogici fino al midollo, un pacchetto di strumenti sempre ristretto e misurato, corde pizzicate su un tappeto di tastiere essenziali e suggestive, attente ad accompagnare, senza mai prevaricarla, una voce che accarezza, morbida e seducente, calda e spoglia.
E’ blues, nella struttura e nella strumentazione, in bilico tra soul e gospel, nero fino al midollo, ma asciutto e bianco nella riproposizione, attratto dai primi vagiti country, lontani dalla maniera e vicinissimi all’anima vera, come nei modi di un Wooven Hand innamorato e positivo verso la vita. C’è tormento e sofferenza, ma in forma di canzoni d’amore, serenate di una passione che sta solo per nascere.
Poco più di mezz’ora di musica, per un pugno di pezzi che, alla fine dell’ascolto, lasciano ancora il desiderio intatto, pronti a riprendere da dove tutto era iniziato. Dall’abbrivio folk spoglio e suggestivo di “Demon Host”, con mille echi che ritornano, da Dylan a Bon Iver e oltre, attraverso la bellezza di “Until The Night Is Over”, un brano che spinge gli Animals tra le braccia delle sirene, con un chorus che resta fisso nella memoria di chi ascolta. O ancora l’asciutto e rarefatto rockabilly di “Magic Arrow” e le tastiere soul e venate di psichedelica di “I Get Low”.
Se vi capita, ottimo anche il cd aggiunto come bonus, con brani dal vivo in cui le suggestioni delle canzoni vengono amplificate e rese ancora più calde e vitali. Appena la splendida voce di Taylor Kirk abbandona la scena, anche per un attimo, il violino ricama con abilità le sue trame, la chitarra, ora slide ora pizzicata, sottolinea con attenzione i passaggi più sofferti, e le tastiere dipingono fondali in bianco e nero.
L’abbiamo trascurato al momento dell’uscita, all’inizio del 2009, ma la recente pubblicazione sul mercato italiano ci permette ora di non fare un secondo errore. E forse ci potrebbe pure scappare un viaggetto oltralpe in questo novembre, per una delle date del loro tour europeo. Chissà. (Indieforbunnies)

Tracklist
1. Demon Host
2. Lay Down In the Tall Grass
3. Until The Night Is Over
4. Magic Arrow
5. We’ll Find Out
6. I Get Low
7. Trouble Comes Knocking
8. No Bold Villian

http://www.myspace.com/timbertimbre

http://www.mediafire.com/?wmirhqdjuzm

Carlo Lucarelli - Misteri d'Italia. I casi di Blu notte 2002

Misteri d'Italia. I casi di Blu notte

Un libro-indagine sui più inquietanti misteri della nostra storia recente: dal caso Sindona a Calvi o Mattei, da Mauro De Mauro alla Banda della Uno Bianca, dal caso Castellari alla strage di Gioia Tauro, Carlo Lucarelli ripercorre come in un romanzo noir eventi che hanno tenuto l'Italia con il fiato sospeso. Assieme al testo, stesura arricchita rispetto alla sceneggiatura originale della trasmissione "Blu notte - Misteri italiani", sono intergrati nella narrazione documenti e interviste.

Gaetano Cappelli - Il Primo (2005)

Il primo

Nello sport, nell'arte, nella vita: Guido è un ragazzo a cui tocca spesso, molto spesso, di essere il primo. A scuola eccelle, a tennis vince, nell'amore conquista nientemeno che Filippa, oggetto del desiderio di tutti i suoi coetanei. Cresciuto nella convinzione che essere il primo era un destino, Guido mastica amaro quando scopre che accade anche di perdere e trova la donna della sua vita tra le braccia del rivale, oppure è costretto a vendere enciclopedie a rate per tirare a campare. La vita è una sfida continua e Guido sa che il successo si misura con la fama e il denaro, così, anche quando è perdente, non si arrende, ma ricomincia da capo, conservando la speranza di suscitare l'invidia di Filippa e dei suoi amici rimasti in provincia.

Marco Presta - Un Calcio in Bocca fa Miracoli (2011)

Un calcio in bocca fa miracoli

"Io non ho più interesse per niente e nessuno, rubo penne, passeggio per strade degradate, sbavo per una portinaia e basta, basta cosi", dice di sé il narratore di questa storia, un vecchiaccio sgradevole e scorretto, burbero, perfido. Irresistibile. E se la portinaia di cui si è invaghito - una donna sulla sessantina, attraente, 'sciabile'- accetta la corte di un barista con i denti rifatti; se la sua ex moglie, che era "un vortice di generosità, di capricci, di ovulazioni, di piccole iniziative stupefacenti", lo guarda come se fosse il suo gommista; se con la figlia parla per lo più del tempo, a lui non resta che raccontare, divagando, di tutto questo. E raccontare di Armando, il suo migliore amico. La parte buona del carciofo che è lui. Una persona rara, gentile, positiva. Con un progetto folle in testa. Si, perché se tutti vogliono lasciare qualcosa dopo la loro morte, "chi una tabaccheria avviata, chi un grande romanzo, qualcun altro una collezione di lattine di birra", Armando vuole lasciare un amore. Si è messo in testa che due ragazzi del quartiere che ancora non si conoscono, Chiara e Giacomo, sarebbero una coppia perfetta, e intende dare una mano al destino. Pretesa, questa, che l'intrattabile vecchiaccio reputa ridicola e tenta di osteggiare in tutti i modi. Ma dopo aver impiegato oltre settant'anni per convincere gli altri a non contare su di lui, si ritroverà coinvolto dalla fastidiosa, insistente, implacabile fiducia nella vita di Armando.

Di Mare Franco - Non chiedere perché (2011)

Non chiedere perché

Serve un pizzico di follia per inseguire, nella vita, quello che a tutti appare un sogno irragionevole. Questa storia si sviluppa a Sarajevo, in piena guerra fratricida della ex Jugoslavia, nell'estate del 1992, quando i cecchini sono appostati dietro ogni persiana, le granate dilaniano interi quartieri, persino arrampicarsi su un albero può essere letale: c'è chi muore perché non ha saputo resistere alla tentazione delle ciliegie. Con la ferita di un matrimonio fallito ancora aperta, Marco De Luca è l'unico fra i suoi colleghi giornalisti ad aver accettato l'incarico di inviato per la televisione italiana in questo inferno. Raccontare la complessità dei Balcani in novanta secondi al Tg è impossibile, perciò non resta che denunciare l'inaudita barbarie. Come quella del bombardamento sull'orfanotrofio, dove Marco si precipita a realizzare un servizio. Ma questa volta il filmato, paradossalmente, non ha nulla di drammatico. Come è possibile? In quella camerata piena di culle, Marco è rimasto colpito da un particolare che nessuno ha notato: c'è un'unica bimba bruna, mentre tutti gli altri sono biondi. E proprio quella bimba bruna lo spinge a inseguire, con un pizzico di follia, quello che a tutti appare un sogno irragionevole. Questa storia, ispirata a vicende realmente accadute, ruota attorno a un formidabile atto d'amore che, a dispetto delle bombe e della burocrazia, si è potuto compiere grazie all'aiuto provvidenziale di due donne e alla determinazione incrollabile di un uomo.

Lisa McMann - Dream-Cronache dell'incubo 2 (2010)

Dream. Cronache dell'incubo

Per Janie e Cabel riuscire a vedersi in segreto sta diventando sempre più difficile. Soprattutto adesso che a Fieldridge High sta accadendo qualcosa di inquietante, anche se nessuno osa parlarne. Janie ha ancora i suoi strani poteri, che le permettono di entrare nei sogni degli altri. E quando una sua compagna di classe le si addormenta accanto, il terrificante segreto che aleggia sulla scuola è finalmente svelato... Intanto Cabel si sta comportando in maniera molto, molto strana. E c'è di più: la verità sui poteri di Janie sta affiorando. Una verità terribile, più di quanto avrebbe mai potuto immaginare.

Lisa McMann - Wake-Cronache dell'incubo (2010)

Wake. Cronache dell'incubo

Janie ha solo diciassette anni ma le sue notti non sono animate dai sogni innocui di una ragazzina. Perché Janie ha un potere assolutamente incontrollabile: quello di entrare nei sogni degli altri. Cadere nel vuoto, fare sesso estremo, camminare nuda sotto lo sguardo indifferente di tutti: Janie ha provato questo e molto altro. Conosce i sogni di chi la circonda, può leggere nella mente degli altri e partecipare ai loro incubi e alle loro fantasie. Ma non può parlarne con nessuno: tutti la prenderebbero per pazza. E così Janie vive nel silenzio, cercando a tutti i costi di nascondere nell'ombra della sua stanza un angoscioso segreto che è anche la sua maledizione. Fino a quando, una notte, un incubo la fa urlare e risvegliare tra i brividi. Per la prima volta non è stata solo testimone, ma anche protagonista di un gioco perverso e terrificante…

A Clockwork Orange – Soundtrack From The Film

Stanley Kubrick's Clockwork Orange (1971 Film)

I film di Stankey Kubrick non hanno ormai più bisogno di alcun commento: centinaia di saggi, recensioni e articoli di giornali sono stati pubblicati riguardo a questo celebre cineasta, la cui grandezza non è stata, a mio parere, riconosciuta come dovuto.
Il risultato dell’estremo perfezionismo di Kubrick in ogni aspetto del processo realizzativo cinematografico è rappresentato, fra le altre cose, da una serie di colonne sonore memorabili, veri manifesti dell’era moderna. Nel caso di “2001 odissea nello spazio”, il regista americano rinunciò alla partitura originale di Alex North, optando a favore di “Così parlo Zarathustra” di Richard Strauss, le cui note assursero a inaspettata icona pop del ventesimo secolo. Quanto ad “Arancia Meccanica”, adattamento cinematografico dell’omonimo racconto di Anthony Burgess, Kubrick puntò nuovamente sui classici. Alex, il “drugo” protagonista (interpretato da Malcolm McDowell) è appassionato di Beethoven, le cui celebri melodie tratte dalla Sinfonia n° 9 vengono elaborate ai sintetizzatori da Walter Carlos (in seguito diventato - o meglio, diventata - Wendy Carlos, dopo apposita operazione di … sostituzione parti intime). Inoltre, il regista americano affida al repertorio più noto di Gioacchino Rossini il compito di evidenziare alcune delle scene più “originali” del film. Per non parlare di “Cantando sotto la pioggia”, ovvero “Singin’ in the rain” interpretata da Gene Kelly, terribile “profezia” della violenza e dei mali che, con il progredire del mondo contemporaneo, avrebbero afflitto – e affliggono ora più che mai – la società.

Tracklist
1. “Arancia meccanica”, titoli di apertura (composto da Walter Carlos)
2. Estratto da “La gazza ladra” di Gioacchino Rossini
3. Tema di "Arancia meccanica"("Beethoviana") (composto da Walter Carlos)
4. Estratto dalla Sinfonia n° 9 in Re minore ("Corale"), Opera 125, 2° movimento, di Ludwig van Beethoven
5. “Marcia” (tratta dalla Sinfonia n° 9, Opera 125, 4° movimento, di Ludwig van Beethoven) (elaborazione di Walter Carlos)
6. Estratto dalla “Overture” del “Guglielmo Tell”, di Gioacchino Rossini
7. “Pomp and Circumstance”, Marcia n° 1 in Re maggiore per orchestra, Opera 39/1, di Edward Elgar
8. Estratto da “Pomp and Circumstance”, Marcia n° 4 in Sol maggiore per orchestra, Opera 39/4, di Edward Elgar
9. Estratto da “Timesteps” (composto da Walter Carlos)
10. “Overture to the Sun” (composta da Terry Tucker)
11. “I want to marry a lighthouse keeper” (composta da Erika Eigen)
12. Estratto dalla “Overture” del “Guglielmo Tell”, di Gioacchino Rossini
13. “Suicide scherzo”, tratto dalla Sinfonia n° 9, 2° movimento, di Ludwig van Beethoven (elaborazione di Walter Carlos)
14. Estratto dalla Sinfonia n° 9 in Re minore ("Corale"), Opera 125, 2° movimento, di Ludwig van Beethoven
15. “Singin' in the Rain” (composta da Nacio Herb Brown; interpretata da Gene Kelly)

http://www.mediafire.com/?gyvz3lzojm2

Stanley Kubrick - Arancia Meccanica

Locandina Arancia meccanica

Un film di Stanley Kubrick. Con Malcolm McDowell, Patrick Magee, Adrienne Corri, Michael Bates, Warren Clark, John Clive, Carl Duering, Paul Farrell, Clive Francis, Michael Gover, Miriam Karlin, James Marcus, Sheila Raynor, Philip Stone, Anthony Sharp, Godfrey Quigley, Steven Berkoff, Warren Clarke, Gillian Hills, Dave Prowse, Margaret Tyzack, Aubrey Morris, Madge Ryan, Barrie Cookson, Lindsay Campbell, Neil Wilson, Richard Connaught, Carol Drinkwater, Virginia Wetherell, Prudence Drage, Peter Burton, Gaye Brown, John Savident, Vivienne Chandler, Pauline Taylor, Michael Tarn, David Prowse, Jan Adair, John J. Carney, Lee Fox, Cheryl Grunwald, Craig Hunter, Shirley Jaffe, Katya Wyeth. Titolo originale A Clockwork Orange. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 137 min. - Gran Bretagna 1971.

Alex è un giovane senza arte né parte, figlio di proletari e dedito a furti, stupri e omicidi. Fa capo a una banda di spostati, denominati drughi. Dopo aver usato violenza alla moglie di uno scrittore finisce in carcere. Viene sottoposto ad angherie ma si fa amico un prete. Pur di essere scarcerato accetta il "trattamento lodovico", che consiste nell'assistere a filmati di violenza. Quando esce scopre che i genitori hanno subaffittato la sua stanza. Senza poter reagire, dovrà subire violenza da alcuni mendicanti vendicativi, dai drughi diventati poliziotti e dallo scrittore che ha perso la moglie e che ora si trova su una sedia a rotelle. Tenta il suicidio e all'ospedale riceve una visita di cortesia da parte del primo ministro. Ambientato nel futuro, ormai alle porte, e tratto da Arancia ad orologeria di Anthony Burgess. Geniale traversata di generi (fantascienza, storico, drammatico, comico, grottesco, orrore), un film che mostra la violenza per esserne un contro-manifesto. Accolto da polemiche e ovazioni al suo apparire, è stato sequestrato per molti anni in Francia, mentre in Gran Bretagna non può essere ancora proposto né al cinema né in videocassetta. L'ambiguità del personaggio era necessaria per mostrare le diverse violenze della medicina, della polizia, della politica e della gente comune. Quando Alex viene guarito, non può gestire le proprie scelte. Diventa docile non per volontà ma per allergia (sente nausea quando cerca di usare violenza, anche se cerca di difendersi). La più grande prova al cinema di Malcolm McDowell che ha ideato alcune scene storiche, tra cui quella dello stupro a tempo di I'm singing in the rain. Le musiche di Beethoven e Rossini rielaborate da Walter Carlos e le immagini grandangolo di John Alcott accrescono l'immersione nell'incubo. Doppiaggio italiano all'altezza dell'originale.

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Anthony Burgess - Arancia Meccanica (1962)

Arancia meccanica

Alex è un eroe dei nostri tempi: un teppista sempre pronto a tirar fuori il coltello, capo di una banda di duri che ogni sera, sui marciapiedi dei sobborghi, ripete il gioco della violenza: rapine, stupri, scassi, assalti ai negozi, scontri con altre bande. Finché Alex, che si interessa solo a Beethoven, viene tradito dai suoi amici durante una delle tante sue imprese. Le terapie di rieducazione, non meno violente, lo ridurranno a un'arancia meccanica, in balia delle sue antiche vittime, in una girandola di situazioni grottesche e paradossali.

Francesco Guccini - Icaro (2008)

Icaro

Ragazzi che nel dopoguerra giocano con quel che trovano, fossero anche residuati bellici; giovani partigiani nascosti nei boschi dell'Appennino; bambini che assistono stupefatti alle complicate macchinazioni degli adulti. E indigeni astuti, pensionati ormai al finale di partita, cocchieri palermitani che devono saper tenere un segreto. Sette racconti poetici, ironici, anche crudeli in cui Guccini tratteggia delle figure, inquadra dei dettagli, ne sottolinea altri, in una successione di vicende che sono altrettanti squarci di esperienza, lampi di vita ora malinconica, ora arguta, ora straziata.

Federico Moccia - Scusa ma ti voglio Sposare (2009)

Scusa ma ti voglio sposare

Alex e Niki, innamoratissimi più che mai, sono appena tornati dal faro dell'Isola Blu dove hanno vissuto giorni indimenticabili. Niki ritrova le sue amiche del cuore, cresciute e piene di nuovi impegni. Alex riprende la sua vita di sempre, ufficio, calciotto e i vecchi amici. Ma proprio loro, Flavio, Enrico e Pietro, da mariti sereni e sicuri, finiscono per affrontare talmente tante difficoltà di coppia da distruggere i loro matrimoni. E allora tutte queste persone, uomini e donne di diverse età, ognuno a modo suo, si ritrovano a riflettere sull'amore. E poi quella domanda, la più difficile: un amore può durare più di tre anni? Alex romantico sognatore, decide rischiare. Fa una bellissima sorpresa a Niki chiedendo la sua mano. Per il matrimonio però bisogna essere d'accordo sulla scelta della chiesa, sul banchetto, sul numero degli invitati... e magari le due famiglie la pensano in maniera completamente diversa. E soprattutto: Niki sarà pronta per un passo così importante? Come se non bastasse, ecco arrivare nell'ufficio di Alex una splendida modella che lavorerà con lui alla nuova campagna pubblicitaria e si innamorerà di lui. Niki invece si ritrova a studiare all'università con un ragazzo della sua età, con la stessa passione per il surf e soprattutto una passione ancora più grande per lei. Per sognare in amore bisogna essere in due e nessuno dei due deve aver paura. Come andrà a finire? Lo scopriremo solo vivendo...

È passato poco più di un anno da quando Niki e Alex hanno vissuto la loro meravigliosa vacanza sull'Isola Blu, lontani dal lavoro, dalla famiglia e dal frastuono di Roma. è passato un anno ma il loro amore è sempre più solido, nonostante la differenza di età e gli impegni di lavoro, nonostante le piccole gelosie che a volte possono scaturire dal nulla. Adesso Niki ha vent'anni e si è iscritta alla facoltà di Lettere, mentre nel tempo libero fa uno stage in una famosa casa di moda. Alex, invece, al ritorno dalle vacanze ha subito ricevuto una promozione e un nuovo importante incarico dalla sua agenzia di pubblicità. Tutto sembra essere perfetto, come la cameretta che Alex ha preparato per Niki nel suo nuovo appartamento, identica a quella che lei ha a casa: un modo per farla sentire a suo agio senza il rischio che da un momento all'altro arrivino i suoi genitori…
Anche le Onde, le storiche amiche di Niki, non si smentiscono. Olly, Diletta ed Erica sono sempre più vivaci, confuse e imbranate. Qualcuna ha trovato l'amore, qualcun'altra si crogiola tra la voglia matta di divertirsi e il desiderio di stabilità, tutte devono dividersi tra il lavoro e lo studio, senza mai smettere di sognare l'uomo che un giorno le renderà felici.
Gli amici di Alex invece, Flavio, Enrico e Pietro, con qualche anno in più sulle spalle e qualche rimpianto di troppo, devono affrontare la fatidica crisi dei quarant'anni. Matrimoni che finiscono e amori che ricadono su se stessi, come fiaccati dal tempo e dall'usura. Forse la ricetta giusta è proprio quella che ha trovato Alex: lanciarsi a capofitto nella sua storia d'amore, trovare sempre nuove idee brillanti per mantenere viva la passione, come prenotare una suite a Manhattan solo per pronunciare la frase che sogna ogni donna.
Sempre più attento all'effetto cinematografico, sempre carico di citazioni, questo nuovo romanzo di Federico Moccia promette ancora una volta di entusiasmare orde di giovani lettori. Dopo il clamoroso successo di Scusa ma ti chiamo amore, interpretato sul grande schermo da Raoul Bova, e degli altri romanzi, diventati tutti sceneggiature, ecco il sequel delle vicende di Niki, Alex e della loro compagnia di amici. Tra equivoci, cambi repentini di scena, piani narrativi che si confondono come in Sliding doors, scene che sfumano e colonne sonore che sottolineano i momenti più intensi del romanzo, troveremo ancora una volta una miscela appassionante, capace di iniziare al piacere della lettura anche i più giovani.

Joanne Harris - Il ragazzo dagli occhi blu (2009)

Il ragazzo con gli occhi blu

Blu non è più un bambino cattivo. Ora è un uomo di quarant'anni. Vive ancora insieme con la madre in un paese dello Yorkshire dove conduce una vita apparentemente normale. Un'esistenza ordinaria, molto diversa da quella che l'uomo conduce nel mondo virtuale. Sul web Blu ha fondato un blog dedicato a tutte le persone cattive in cui dà sfogo ai suoi desideri più nascosti, confessa pulsioni omicide, racconta la sua infanzia. Pensieri oscuri si agitano nella sua mente di bambino. Un bambino incompreso, dotato di una sensibilità straordinaria, e ossessionato da una terribile fantasia, quella di uccidere sua madre. Ma cosa è vero e cosa non lo è? Qual è il confine tra realtà e mondo virtuale? Forse l'inquietante amica Albertine lo sa. O forse no. Una cosa è certa: Blu non è quello che sembra. Di lui Albertine dice: loquace, affascinante, manipolatore. Ma allora chi è veramente? Non resta che scavare nel vero passato di Blu, un passato oscuro, un passato di rivalità e menzogne, segnato dalla presenza di Emily, bambina prodigio dotata di un dono unico e misterioso, quello di ascoltare i colori della musica...

Vladimir Luxuria - Eldorado (2011)

Eldorado

Raffaele è un anziano attore di tv e teatro, omosessuale, originario di Foggia ma trasferitosi a Milano da molti anni. Una sera dà un passaggio a un ragazzino che sembra intenzionato a sedurlo, ma appena arrivati in periferia questi tira fuori un coltello e lo deruba. Lo spavento e lo scoramento davanti alla violenza portano Raffaele indietro negli anni, a ripensare, dopo molto tempo, alla sua amicizia con Michele, al suo viaggio dalla Puglia a Berlino, prima della seconda guerra mondiale, quando lavorava come cantante en travestì in un locale gay, l'Eldorado, insieme a due "sorelle" di nome Franz e Karl. Una sera il locale fu invaso dalle SS che arrestarono tutti, rimandando Raffaele in Italia e deportando tutti i tedeschi, compresi Franz e Karl. Ora, a molti decenni di distanza, il passato sembra tornare a riannodare i suoi fili, non solo nella memoria ma nella vita.

Brava Vladimir Luxuria, che ha scritto un buon romanzo, "Eldorado", di recente pubblicazione. L'artista descrive la vita e soprattutto i ricordi di un anziano attore pugliese, di origine foggiana, in un continuo flash back che rimanda all'ultima guerra mondiale . Scampato per pura fortuna a una retata nazista, mentre si trovava in Germania, egli ricorda i suoi colleghi "drag queen" morti nei campi di sterminio. Il Trio lavorava all'Eldorado, mitico locale di cabaret berlinese nel quale si esibì anche la divina Marlene Dietrich. Luxuria si è documentata personalmente su quell'epoca con un viaggio in Germania e nella storia esplora anche la crudeltà dei lager nazisti , che predisponevano la soluzione finale non solo nei confronti degli ebrei o degli oppositori al regime, ma anche degli omosessuali. Il romanzo però non è cupo ma ricco invece di corrosiva ironia, perfettamente integrata con il resto e che non stona con la trama, anzi la rinforza. Raffaele, il protagonista, è un comico en travesti e nel romanzo c'è tanta Puglia- come tradizioni e cultura, - ma il merito principale dell'opera sta anche nella descrizione di un'Italia di oggi, o dell'altro ieri (anni Ottanta) laddove la decadenza culturale era già un dato di fatto. Bella anche la parte che tratta personaggi dello spettacolo popolari negli anni Quaranta, come la cantante svedese Zara Leander o degli anni Settanta (Frida degli Abba, figlia di una ragazza norvegese e di un soldato nazista).

Andrea Pinketts - Depilando Pilar (2011)

Depilando Pilar

Lazzaro Santandrea non è un detective, tantomeno un poliziotto. È una calamita per le calamità, l'uomo giusto nel posto sbagliato. E il posto sbagliato è Milano, improvvisamente sconvolta da un'assurda ondata di delitti che hanno solo una cosa in comune: gli assassini sono tutti taxisti. Lazzaro ha già i suoi problemi: è l'immacolato portatore di un'affezione che si contrae con l'unica pratica sessuale cui non si è mai dedicato. E oltretutto ha appena conosciuto suo figlio, peccato che sia quasi suo coetaneo. Nel momento in cui decide di aiutare una taxista ricercata per omicidio e innocente nella propria colpevolezza, Lazzaro precipita in un'infernale sarabanda tra nani esperti di arti marziali, giganti freak, sicari in doppiopetto e avvoltoi internazionali: uno zoo di vetro popolato da uccelli dalle piume di cristallo. Affiancato dagli immancabili amici Pogo il Dritto e De Sade, dai giornalisti Alice Marradi e Montoya, e dall'infallibile marsigliese Gilles Regard, Lazzaro si lancia in una crociata per salvare il mondo e, possibilmente, la pelle, vivendo l'avventura più rischiosa e surreale della sua già pericolosa carriera. Sì, d'accordo, ma Pilar? Eh, sì, a un certo punto arriva Pilar... Pinketts non ha mai frequentato la Virgen del Pilar, ma è uno scrittore dalla pellaccia durissima, con il pelo sullo stomaco.

Giacomo Lopez - Non resterà la notte (2009)

Non resterà la notte

Roma, ventiquattro dicembre. Sabina, una ragazza di vent'anni come tante, è entrata nel parco più grande della città: vuole trovare un luogo dove sdraiarsi, da sola, sull'erba, distante dalle strade e dal loro rumore, dalle esplosioni dei bengala che arrivano ovunque, lontana dalla lite appena avuta con Stefano che per lavoro l'ha lasciata a casa da sola. È arrabbiata. Finalmente trova un angolo di prato dove chiudere gli occhi. Quando li riapre, precipita in un incubo: non vede più nulla. E diventata cieca, in una villa che ha un perimetro di quasi dieci chilometri e zone fitte di vegetazione che nelle sue condizioni si trasformano in una trappola. La città ignara, intorno a lei e alla villa, continua a celebrare la sua notte di festa. Ferita e terrorizzata, affronta un pericoloso cammino alla ricerca di un'uscita, di un ritorno alla città e alle persone dalle quali è appena fuggita, per salvarsi e per salvare la vita che da qualche mese porta in grembo.

L'esordio alla scrittura di Giacomo Lopez, "Non resterà la notte", ha tutti i pregi e i difetti di un'opera prima, ma i primi fanno facilmente dimenticare i secondi. La scrittura è semplice lineare e alla ricerca di una purezza che a volte diventa didascalica, ma tiene il ritmo e coinvolge il lettore senza annoiarlo mai. Lo spunto narrativo, la protagonista Sabina incinta litiga con il fidanzato e per la rabbia si rifugia a Villa Pamphili a Roma dove rimane improvvisamente cieca, non è particolarmente originale, ma è bello pensarlo come omaggio ad un maestro della letteratura portoghese e mondiale. I personaggi che hanno attraversato la vita di Sabina non sono ben definiti, ma tutti ci appaiono sinceramente descritti, non filtrati e in fondo li avremmo voluti anche noi come amici e familiari. Il vero valore aggiunto di questo romanzo è il cammino a ritroso a cui è costretta dalla cecità Sabina. Un ritorno alla natura animalesca dell'essere umano come camminare a quattro zampe, cercare rifugio sugli alberi, proteggere la prole, il bere quel che è disponibile, la paura degli altri animali. Sabina non emerge come un "buon selvaggio" di rousseauiana memoria, ma ci mostra che gli istinti primordiali sono solo nascosti nelle sovrastrutture della società moderna, dove a volte trovano un tragico e drammatico sfogo. La stessa protagonista è terrorizzata dalla violenza che possano farle due teppisti e reagisce con una violenza non filtrata dalle convenzioni sociali. Giacomo Lopez inizia con il piede giusto e lo attendiamo alla sua seconda opera, fiduciosi di aver trovato il seme di una nuova letteratura italiana che sappia traumatizzare ma non inorridire, pensare ma non angosciarsi.

Jennifer Weiner - Certe Ragazze (2010)

Certe ragazze

"Mia madre - scrive nel suo diario la quasi tredicenne Joy Shapiro - è la persona più imbarazzante mai nata sulla terra." Destinataria inconsapevole del commento, Cannie Shapiro cerca da sempre di bilanciare le esigenze della propria vita privata con quelle della carriera. Poco dopo essere diventata una scrittrice di successo, ha rinunciato alla fama e alla luce dei riflettori per poter crescere la figlia, ma all'avvicinarsi del Bat Mitzvah di Joy è chiaro che alcuni nodi del passato devono ancora venire al pettine. La ragazza, infatti, non le rivolge quasi la parola e cerca disperatamente di sottrarsi alle eccessive attenzioni materne. Nel frattempo, poi, ci si mette anche l'adorato marito Peter, che ha deciso all'improvviso di volere a tutti i costi un bambino pur sapendo che, dopo il parto prematuro della primogenita, Cannie ha problemi a restare incinta. Ci mancano solo le compagne di scuola di Joy, che per invidia le rivelano uno scioccante segreto sul libro scritto in gioventù dalla madre, la conseguente fuga da casa della ragazza, decisa ad approfondire la faccenda, e l'arrivo improvviso di una tragica notizia a far precipitare del tutto la situazione.

Brosio Paolo - A un passo dal baratro (2009)

A un passo dal baratro. Perché Medjugorje ha cambiato la mia vita

Paolo Brosio è lontano dalla fede e dalla preghiera negli anni in cui acquisisce la notorietà di personaggio televisivo, prima come giornalista del TG4 con Emilio Fede, nei giorni di Tangentopoli, poi con la partecipazione a programmi importanti: da "Quelli che il calcio", a "Sanremo Notte", a "Domenica In" fino all'"Isola dei Famosi" e a "Stranamore". Il successo, i soldi, la carriera si intrecciano a una vicenda umana inquieta e travagliata che lo porterà nel baratro più profondo del lutto, della sconfitta affettiva, della depressione. Nasce nel cuore una preghiera alla Madonna e il desiderio d'incontrarla a Medjugorje, il villaggio della Bosnia-Erzegovina dove, dal 24 giugno 1981, sei ragazzi hanno apparizioni mariane e dove si recano in pellegrinaggio milioni di persone. Per Brosio è una svolta. L'incontro con i veggenti e con tante persone di fede, ma soprattutto il desiderio di fare del bene. Con la semplicità e la simpatia che lo contraddistinguono il giornalista racconta la sua vicenda umana e i passi di un ritorno a Dio che gli ha restituito forza, ottimismo e amore per la vita.

Colombo Severino - 101 Stronzate A Cui Abbiamo Creduto Tutti Almeno Una Volta nella Vita (2011)

101 stronzate a cui abbiamo creduto tutti almeno una volta nella vita

Facebook è al collasso. Non è vero. Bill Gates regala soldi. Non è vero. Le tette rifatte esplodono in volo. Non è vero. In Messico ci sono gli alieni. Non è vero. Gli zingari rubano i bambini. Non è vero. D'Annunzio si tolse le costole per soddisfare un suo particolare "piacere". Non è vero... Le stronzate sono sempre in agguato: le alimentano giornalisti, televisione, divulgatori scientifici, storici. Anche la gente comune fa la sua parte con il passaparola. Basta una svista, un episodio riferito, un fatto accaduto all'amico di un amico, un errore di stampa, una catena di email o, a volte, un programma di ritocco come Photoshop. Ed ecco che una balla si trasforma in verità. C'è chi crede che Osama bin Laden sia già morto, chi ha pensato davvero che gli spaghetti crescano sugli alberi e chi non ha dubbi sui poteri della Coca Cola. Poi ci sono le domande irrisolte: gli occhiali a raggi x funzionano? Elvis è vivo? Chi è davvero Clint Eastwood? Quali sono i trucchi per telefonare gratis? Attenzione: le bugie hanno le gambe corte ma camminano veloci passando dal bar della piazza ai social network. Tra celebri falsi storici, inconsapevoli errori che hanno cambiato il mondo, banali scherzi, menzogne usate come strategia di marketing, Severino Colombo smaschera 101 stronzate clamorose, divertenti, curiose e originali alle quali tutti noi abbiamo creduto almeno una volta nella vita.

Maria Venturi - Butta la luna (2004)

Butta la luna

La storia di Cosima, nata dalla relazione di un tecnico italiano con una ragazza nigeriana. Abbandonata dal padre ancor prima di nascere, Cosima cresce insieme alla madre Alyssa e alla sua gemella Fatma che, emarginate dalla loro stessa gente, sono partite per l'Italia in cerca di fortuna. Combattive e coraggiose, a Milano sono riuscite ad affrancarsi dall'emarginazione e dalla miseria. Vivono in una bella casa, gestiscono un negozio multietnico e sono orgogliose di Cosima, che si è laureata in Scienze dell'educazione e lavora come operatrice sociale. Cosima è cresciuta "buttando la luna": senza illusioni, senza romanticherie, superando ogni giorno i pregiudizi e i problemi della sua presunta diversità...

martedì 16 agosto 2011

Ballboy - I Worked On The Ships

I Worked On The Ships

I Ballboy sono un gruppo di Edimburgo e propongono, fin dalla fine dello scorso millennio, un delizioso (ma non troppo originale) e fragrante twee pop. I Ballboy, raccolti attorno alla leadership del vocalist-chitarrista Gordon McIntyre, agli inizi di questo millennio hanno inciso 3 dischi  (4 se contiamo la raccolta dei primi singoli) nei quali marcata, potremmo eufemisticamente dire,  è l’influenza dei Belle And Sebastian e del loro peculiare modo di strutturare songs e cantato. I Ballboy hanno quella dolce malinconia e quella soffusa tristezza che solo i paesaggi e l’aria della Scozia sanno ispirare.
E questo poteva essere veramente tutto quello che c’era da dire se i Ballboy si fossero fermati al loro terzo (quarto) album, The Royal Theatre del 2004, e non avessero, invece, dopo ben quattro anni di pausa, tirato fuori un’opera assolutamente entusiasmante, a tratti vicina al capolavoro. E così il gioco si ribalta e le prospettive improvvisamente si capovolgono. Se, per i dischi precedenti, le buone idee, le belle canzoni, i suoni persuasivi non riuscivano a vincere il senso di derivazione, di già sentito, di debito nei confronti di  Stuart Murdoch e soci, siamo ora costretti ad ammettere che, seppure ancora parzialmente legati alla lezione dei Belle And Sebastian, i Ballboy, grazie alla bellezza dei brani, alla facilità e felicità compostiva, alla essenziale lucidità delle loro intuizioni sonore, ad una immediatezza che non è mai banalità, con I Worked On The Ships sono approdati ad una visione musicale personale e autonoma, ad una consapevolezza finalmente matura delle loro capacità creative, in definitiva alla totale emancipazione artistica dai modelli archetipi, non rinnegati ma rielaborati e ri-generati.
Negli undici brani di I Worked on the ships armonie elettro-acustiche, impreziosite talvolta da qualche luccichio elettronico mai troppo invasivo, liriche coinvolgenti, ironia e tristezza si rincorrono senza concedere mai un attimo di requie emozionale all’ascoltatore. Entusiasmante davvero l’incipit che sfodera in successione la gentilezza avvolgente e malinconica di The Guide to the short wave radio, che, non solo nella lunghezza del  titolo (caratteristica di molti brani del disco), richiama tanto i pluricitati Belle And Sebastian ma anche gli episodi più intimisti degli Smiths, la splendida Songs For Kylie che insiste sui territori musicali della precedente, intrecciando sapientemente piano, violino e chitarre e la più incalzante Cicily che deve più di qualcosa alle ballate dei Decemberists. L’universo Ballboy è intriso di una tristezza che mai sfocia in un dolore gridato, storie di cuori spezzati, occasioni perdute, nostalgia e abbandoni che per fortuna non dimenticano (quasi) mai di conservare una punta di beffarda e straziante ironia (I miss you when I sleep, I miss you when I sing, A fool it was who said, That true love conquers everything” – The guide to the short wave radio. “I lie awake half-blind, half-drunk, in a half-religious daze, and think about the life I had – Songs for Kylie).
Non facciamoci perciò ingannare dai titoli fumettistico-adolescenziali delle successive Godzilla vs the Island of Manhattan e Disney’s Ice Parade suadenti e più che convincenti esercizi folk-pop che aggiungono sempre nuovi tasselli al mosaico di spleen esistenziale dei Ballboy. A relatively famous victory è uno dei vertici dell’album, soffusa di un’iniziale placida, quasi immobile desolazione, cresce un po’ alla volta fino a portarci a vertici di estasi emozionale combinando Decemberists (ancora!), Camera Oscura e Orwell (“‘we could live in Paris or London, build a cottage on a Scottish Island and lie there and feel the waves attack the shore’ ). Empty Throat  commovente nel suo incipit di violino, che ricorda tanto “Good Feeling” dal primo Violent Femmes, e nel successivo dispiegarsi, fra riverberi ed echi, della bella voce di Gordon e la finalmente un po’ più ritmata (ma senza esagerare) We Can leap buildings and rivers but  really we just wanna fly, ironica tanto nel titolo che nei suoi coretti very easy, introducono un altro vertice dell’album, un altro piacevole inganno Ballboy che sembrano tranquillizzarci perché “Above the clouds the sun is always shining”, promessa che, prontamente, il bellissimo e struggente intrecciarsi delle voci di Gordon e la tastierista Katie Griffiths (come Lou e Moe, Stuart e Isobel, David e Jill) smentiscono clamorosamente non lasciandoci dubbi sul fatto che dobbiamo solo aspettarci solitudine e isolamento nella nostra esistenza (“You’re walking home and you’re on your own and your mobile phone has no news at all”).
La piacevole scorribanda elettrica di Picture Show, a mezza strada fra What Goes On dei Velvet e la Canzone del sole di Battisti (!!) e che alla fine mi fa venire in mente i mai troppo apprezzati Go-Betweens, e l’ennesima dolcissima suite pianistica di Absent Friends ci danno il commiato. Con I Worked On The Ships i Ballboy smettono di stare ai bordi del campo a raccattare palle altrui, scendono a rete e chiudono con un perentorio smash. (Storiadellamusica)

Tracklist
1. Guide to the Short Wave Radio
2. Songs for Kylie
3. Cicily
4. Godzilla vs the Island of Manhattan (With You and I Somewhere In-Betwee
5. Disney's Ice Parade
6. Relatively Famous Victory
7. Empty Throat
8. We Can Leap Buildings and Rivers, But Really We Just Want to Fly
9. Above the Clouds the Sun Is Always Shining
10. Picture Show
11. Absent Friends

http://www.myspace.com/ballboymusic

http://www.mediafire.com/?sjkzwo0nfvn

Lucio Battisti - I capolavori di Battisti-Mogol

I Capolavori Di Battisti
CD 1
Tracklist:
1. Un'avventura
2. Emozioni
3. Fiori rosa, fiori di pesco
4. 29 settembre
5. Non è Francesca
6. Mi ritorni in mente
7. Anna
8. Pensieri e parole
9. Il tempo di morire
10. Acqua azzurra, acqua chiara
11. Il vento
12. La mia canzone per Maria
13. La canzone del sole
14. Io vivrò senza te
15. Anche per te
16. I giardini di marzo
17. Ma è un canto brasileiro
18. Respirando (Versione spagnola di “Respirando”)

CD 2
Tracklist:
1. Vendo casa
2. Nel cuore, nell'anima
3. Il nostro caro angelo
4. Ancora tu
5. Respirando
6. Dove arriva quel cespuglio
7. Al cinema
8. Prendila così
9. Perché no
10. Aver paura d' innamorarsi troppo
11. Con il nastro rosa
12. Gelosa cara
13. La compagnia
14. Una giornata uggiosa
15. De nuevo tú (Versione spagnola di “Ancora tu”)

http://www.filesonic.com/file/1671721371/(album).Lucio.Battisti-I.Capolavori.Di.Battisti.Mogol.(by.@G@-AsTrA).part1.rar
http://www.filesonic.com/file/1671721381/(album).Lucio.Battisti-I.Capolavori.Di.Battisti.Mogol.(by.@G@-AsTrA).part2.rar
http://www.filesonic.com/file/1671721391/(album).Lucio.Battisti-I.Capolavori.Di.Battisti.Mogol.(by.@G@-AsTrA).part3.rar

Solid Converter PDF 7.0 build 830

Solid Converter converte facilmente file PDF in formato Word; converte tabelle, ipercollegamenti, testo non orizzontale e tanto altro ancora.Solid Converter PDF è un programma che vi permette di convertire i vostri file dal formato PDF in documenti Microsoft Word per modificarli facilmente. Permette inoltre una gestione avanzata delle tabelle sia in Excel che in Word.Questo programma garantisce una qualità dell'output PDF ancora superiore ai software concorrenti; vi consente di creare file PDF direttamente da Word, è facile da imparare e da utilizzare oltre ad offrire un'assistenza tecnica di prim’ordine. Ancora, permette di creare file di dimensioni gestibili e di personalizzare l’output. Garantisce compatibilità con le altre applicazioni utilizzate ed elaborazione batch dei file convertiti. Questo software è disponibile in 15 lingue, tra cui l'italiano, è adatto a funzionare in ambiente Windows 2003, XP o Vista ed è compatibile con tutte le versioni di Microsoft Office.

http://www.filesonic.com/file/1664475604/a515_Solid.Converter.PDF.7.0.830.rar
http://www.wupload.com/file/93975637/a515_Solid.Converter.PDF.7.0.830.rar

AV Voice Changer 7.0.43

AV Voice Changer è un software per la manipolazione realtime della voce umana.Guardando i più disparati film si sono visti i più diversi strumenti per la manipolazione della voce, in generale dispositivi dall'aspetto costoso e complicato.AV Voice Changer è in grado di rendere irriconoscibile la voce umana semplicemente attraverso l'uso di funzionalità software, senza quindi l'uso di componenti hardware.
Il software offre numerosissimi effetti tra cui scegliere il più opportuno per camuffare la vostra voce a partire dalla modifica delle frequenze, ottenendo così una voce con un tipico timbro del sesso opposto fino ad arrivare alla possibilità di aggiungere i più disparati suoni ambientali.
Il software è in grado di operare con le più diffuse applicazioni per l'invio di messaggi vocali.AV Voice Changer è compatibile con Windows XP, Windows 7 e Windows Vista.

http://www.filesonic.com/file/1671721651/Voice_Changer_7.0.37_Diamond_Retail.rar
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sabato 13 agosto 2011

Autumnblaze - Lighthouses

Lighthouses

Piccola gemma di pura sensibilità e leggiadria, questo mini cd di Autumnblaze, ovvero progetto di Markus B. che, coadiuvato dal supporto dell’amico Schwadorf (la mente di Empyrium), filtra in un sound semi acustico l'esperienza passata del platter 'Mute Boy Sad Girl', spostandosi ancora di più su sonorità cupe, ma al contempo più ariose. La delicatezza di questo 4 tracce è veramente un qualcosa di impressionante e la rotondità delle canzoni avvolge l'ascoltatore come un manto, riscaldandolo in un forte abbraccio...ovviamente 4 canzoni, seppur dotate di un songwriting profondo e convincente, non sono molte, ma penso che questo 'Lighthouses' possa essere annoverato tra gli acquisti d'obbligo per ogni amante dei The Mission, dei The Cure, dei Coldplay e Radiohead, tanto per definirvi il target....emozionale, apparentemente amaro, realmente affascinante e spirituale. Contemplate e rilassatevi attraverso le emozioni che permeano ogni singola traccia di 'Lighthouses', ne vale veramente la pena. In attesa del prossimo full lenght album, non vi resta che lasciarvi cullare da questa chicca non indifferente. (Eutk)

Tracklist
1. The Cat With The Silvery Paws 3:58
2. Wake Me Up In The Evening 5:02
3. Man On A Lighthouse Mountain 4:31
4. Towards The Oldest Silence 5:15

http://www.myspace.com/autumnblazeband

http://www.mediafire.com/?j3dgvq22lw1

The Rural Alberta Advantage - Hometowns



  Hometowns

Qual è il vantaggio di crescere nell'Alberta rurale, quella distesa bruciata dal gelo di campi di grano tra Edmonton e Calgary? Lo spiega di fronte ai nostri occhi, increduli, Nils Edenloff, emigrato forzato a Toronto. Non importa che le Montagne Rocciose siano un miraggio lontano, appannato dalla foschia agostana, non importa che lo schiudersi di una rosa selvatica e la vita quotidiana dei lavoratori dell'industria petrolifera siano l'argomento principe dell'attualità locale: solo per il fatto che appartengono alla "sua" terra, Edenloff sente il bisogno impellente di raccontare tutto ciò. Non con un segreto compatimento, non con maliziosa condiscendenza, ma con sincera, ingenua nostalgia: che sberleffo a certe pose post-moderne! La sua esuberanza, la sua urgenza comunicativa si traducono in un disco vibrante, odoroso di tutte le sensazioni di un'infanzia e di un'adolescenza accadute sul serio. La forza di "Hometowns" risiede insomma nella nitidezza delle immagini e delle sensazioni che sa evocare.
Una band composta di soli tre elementi risveglia qualche dubbio: forse si teme che questo sia l'ennesimo, sgraziato composto di nenie e lamentazioni davanti alla cartolina della terra natia. Solo una cosa si rivela azzeccata, di questo pregiudizio: la voce, assai poco educata, anzi proprio "rozza", di Edenloff. Uno snarl dalle ascendenze grunge che connette l'alt-country dei Nostri all'immediatezza dei Two Gallants, quasi conterranei ma soprattutto nella stessa etichetta. Lo sostiene la prova magistrale di Paul Banwatt, batterista, in grado di giostrare in groppa a vari registri, offrendo una prestazione che non sfigurerebbe al cospetto di un Devendorf (The National). Si passa così dal vigore nervoso iniettato in "The Dethbridge In Lethbridge" al pulsare sintetico di "Don't Haunt This Place" (e a Matt Tong dei Bloc Party fischieranno le orecchie, con tutta probabilità). A completare il gruppo la presenza, mai ingombrante, di Amy Cole: ora con le tastiere, ora col violino, ora con un controcanto, dona un tocco di ingentilimento a un disco che sembra in ogni momento dibattersi per uscire dagli argini.
Le ballate dal gusto un po' naif  di Edenloff possono richiamare una versione più ingenua e sanguigna dei Neutral Milk Hotel di "In The Aeroplane Over The Sea". Questo pare il riferimento più naturale, per una band e un disco che sanno però svincolarsi agilmente, proponendo ad esempio un electro-pop à-la Postal Service che rimane, a partire dall'iniziale e programmatico manifesto "The Ballad Of The RAA", un leitmotiv di tutto il disco ("Sleep All Day", "In The Summertime"). Tra questi pezzi si inseriscono schitarrate energiche, anthem adolescenziali ("Drain The Blood", "The Dethbridge In Lethbridge") e stornelli acustici che paiono aprirsi come le strade dell'Alberta di fronte alle ruote di una bicicletta: "The Deadroads", "Rush Apart" e "Four Night Rider".
Nessuna di queste, però, onestamente, sa portare con sé l'odore dell'asfalto bagnato che si asciuga al sole, il vento caldo sul viso, la magnifica solitudine di un pomeriggio ozioso durante le vacanze scolastiche, quanto il dolce cullare di "Edmonton". E' la hometown di Nils ma, per un momento, pare anche la nostra. (Ondarock)

Tracklist
1. The Ballad of The RAA
2. Rush Apart
3. The Dethbridge in Lethbridge
4. Don't Haunt This Place
5. The Deadroads
6. Drain the Blood
7. Luciana
8. Frank, AB
9. The Air
10. Sleep All Day
11. Four Night Rider
12. Edmonton
13. In The Summertime

http://www.myspace.com/theraa

http://www.mediafire.com/?owqnyzajzh4

Dany Boon - Giù Al Nord

Locandina Giù al nord

Un film di Dany Boon. Con Kad Mérad, Dany Boon, Zoé Félix, Philippe Duquesne, Line Renaud, Michel Galabru, Anne Marivin, Guy Lecluyse, Patrick Bosso, Zinedine Soualem, Jérôme Commandeur, Stéphane Freiss. Titolo originale Bienvenue chez les Ch'tis. Commedia, durata 106 min. - Francia 2007.

Philippe è direttore di un ufficio postale in Provenza. Obbligato al trasferimento tenta di farsi mandare in Costa Azzurra e, per ottenere l'assegnazione, inscena un trucco che viene scoperto. A questo punto potrebbe temere il licenziamento. Invece gli accade…di peggio. Viene destinato all'ufficio postale di Bergues nel Nord-Pas de Calais. Non c'è nessuno che non lo compatisca, perfino un agente della polizia stradale lo commisera quando viene a conoscenza della sua meta. La moglie, caduta praticamente in depressione alla notizia, non lo segue. Giunto a destinazione tutto sembra così come era stato narrato. I locali parlano un dialetto pressoché incomprensibile, il cibo non è allettante e l'appartamento dove dovrebbe andare a vivere è privo di mobilio. Ma ben presto le cose cambiano. Philippe, grazie all'umanità del postino Antoine e dei colleghi dell'ufficio scoprirà che si può vivere (e vivere bene) anche al Nord ma come farlo capire a sua moglie?
Successo travolgente al box office francese questo film di Daniel Boom (che il pubblico italiano ha imparato a conoscere grazie a Il mio migliore amicodi Patrice Leconte). Un successo quasi inatteso perché il tema non era dei più semplici: il pregiudizio e, soprattutto, un pregiudizio legato a una regione della Francia. Il Nord sopra Parigi (l'area di Lille) è considerato dai francesi un luogo buio, dove fa freddo e piove sempre abitato da gente rude, poco socievole e dai gusti strani. Per di più parlano un dialetto-lingua detto Ch'timi perché in quell'idioma la ‘s' francese suona ‘ch' e il ‘toi' e ‘moi' diventano ‘ti' e ‘mi'. Kad Merad nel ruolo di Philippe riesce a rendere perfettamente il disagio di chi parte con addosso il fardello del pregiudizio verso una destinazione in cui dovrà permanere per un non breve periodo. I primi incontri non faranno che rafforzare la prima impressione ma non si tratta che della facciata. La comprensione è possibile e si sviluppa grazie alle piccole situazioni quotidiane e ad un pizzico di commedia con qualche tratto di surreale (vedi la consegna a domicilio della posta con progressiva ubriacatura dovuta agli utenti ospitali).
Quello che alla commedia italiana riesce sempre più difficile fare sembra invece ancora possibile in Francia: coniugare il divertimento con l'umanità e con un messaggio non declamato e non didascalico. È ancora possibile conoscersi e comprendersi nonostante la sedimentazione di stereotipi. È sufficiente provare ad andare oltre, provare a capirsi. Magari anche arredando, con mobili presi qua e là, un appartamento e mangiando in piazza le frites. Boom, che è del Nord, da tempo attendeva il momento di poter lavorare su questi temi. C'è riuscito e il pubblico francese gliene ha dato calorosamente atto. Cosa accadrà da noi? Il glorioso doppiaggio italiano è chiamato al miracolo.

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Alejandro Amenábar – Tesis

Locandina Tesis (Tesi)

Un film di Alejandro Amenábar. Con Ana Torrent, Fele Martinez, Eduardo Noriega, Xabier Elorriaga, Miguel Picazo, Nieves Herranz, Rosa Campillo, Paco Hernández, Rosa Ávila, Teresa Castanedo, José Miguel Caballero, Joserra Cadiñanos, Julio Vélez, Pilar Ortega, Olga Margallo. Thriller, durata 125 min. - Spagna 1995.

Sembra quasi incredibile che Alejandro Amenabar (Apri gli Occhi), a soli 23 anni abbia confezionato questo bel thriller capace non solo di tenere in tensione lo spettatore, ma di mischiare le carte sino alla fine concedendo indizi, senza però mai barare, che non svelano il "plot" fino al termine.
Angela (Ana Torrent), studentessa dell'Accademia di Cinematografia di Madrid, sta svolgendo una tesi sulla violenza nel cinema e nella televisione. Alla ricerca di materiale censurato o comunque decisamente sopra le righe, si imbatte in un VHS di uno "snuff movie" (film amatoriali in cui vengono riprese vere violenze su una persona e che spesso si concludono con la morte di quest'ultima).
Ignara dell'importanza di ciò in cui si è casualmente imbattuta, Angela coinvolge un suo compagno di corso: Chema (Fele Martinez), esperto in film trasgressivi.
Travolti dal vortice degli eventi, che li costringe ad investigare in prima persona sul contenuto della cassetta, e incapaci di fidarsi di chiunque, compresi loro stessi, Angela e Chema rischieranno di diventare i protagonisti del prossimo video.
Il film, che riecheggia 8MM di Joel Schumacher ma con ben altro spessore; oltre ad essere ben costruito, rivela un andamento registico che rispecchia la situazione in cui si trovano i protagonisti con rallentamenti e luci che sottolineano l'atmosfera a volte claustrofobica a volte rassenerante che li accompagna.
I numerosi momenti di tensione e di violenza, principalmente psicologica, vengono sapientemente allentati da battute e situazioni di cui si fa carico il personaggio di Chema (che personalmente mi ricorda, non solo fisicamente, Johnny Depp). Amenabar non ha mai bisogno di "sbatterci in faccia" sangue o scene di cruda violenza, gli basta un accenno, un suono, un urlo (come Nancy Allen in "Blow Out" di De Palma) per catturare l'attenzione. Nessuno se la sente di vedere la cassetta, gli unici disposti a farlo sembrano essere i giornalisti dei network televisivi, sempre pronti a tramutare il piccolo schermo in una sorta di immondezzaio umano in nome del dio-audience.
All'interno della sua opera Amenabar riesce anche ad inserire la sua personale visione del cinema Spagnolo, più in crisi di quello italiano (il che è tutto dire), ovvero che in Spagna il cinema non esiste perché non è un'industria, non produce denaro, e se non produci denaro non hai futuro (per questo continuiamo a girare i vari "Vacanze di Natale"). Il regista deve capire ciò che il pubblico desidera e quindi darglielo, solo così si può rivitalizzare l'industria. Certo sorge spontanea una domanda: l'aspetto artistico dove finisce se ci si piega ad una legge di mero consumismo?
L'ultima nota riguarda la SONY, onnipresente nel film; sponsor economico o demone tecnologico da associare all'aspetto peggiore dell'animo umano? Forse un pò l'uno e un pò l'altro.
Parere personale: bello

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Tim Griggs - La Notte Della Casa Bruciata (2004)

La notte della casa bruciata

Aveva tredici anni la notte in cui successe tutto. La casa divorata dalle fiamme, il buio, la neve, le urla dei vicini. E tutti, mamma, papà, i fratellini, chiusi dentro. Solo lui si era salvato. Da quel giorno, nel cuore di Michael è sempre inverno. Più di vent'anni dopo, come medico volontario, Michael è ancora in cerca di un riscatto. La sua ossessione è salvare tutti, in ogni parte del mondo, per spegnere il tormento di non aver salvato una volta chi amava. Trascurando chi lo ama ora. Ma quando finalmente decide di affrontare il passato e di salvare il suo matrimonio, il mondo è pronto a crollargli addosso un'altra volta. Al ritorno nel suo appartamento di Londra Michael trova il cadavere di sua moglie Caitlin. Incidente o omicidio?

Matteo B. Bianchi - Apocalisse a domicilio (2010)

Apocalisse a domicilio

A cosa dobbiamo credere e a cosa no? E ciò in cui crediamo condiziona la nostra quotidianità? Un giovane autore televisivo milanese, omosessuale e single, immerso nella routine massacrante del mondo dello spettacolo, riceve la predizione che nessuno vorrebbe mai: una sensitiva - tramite il fratello gli pronostica due mesi di vita. E questa l'apocalisse recapitata a domicilio al protagonista di questa vicenda: pur non sapendo se credere davvero alla profezia, una domanda comincia a ronzargli insistente nella testa: se fosse vera, cosa potrebbe fare nel tempo che gli resta per dare un senso alla propria esistenza? La risposta prova a trovarla intraprendendo un viaggio sentimentale a ritroso tra Roma, la Sardegna, San Francisco, nel tentativo di ritrovare i grandi amori del suo passato. Nel suo nuovo romanzo, coinvolgente e maturo, divertente e catastrofico, Matteo B. Bianchi narra una storia che mette un uomo di fronte ai sospesi della propria vita, di fronte all'amore nelle sue diverse e antitetiche declinazioni, di fronte alle domande che, persi nei nostri spicchi di realtà, preferiamo non farci. Con la sua scrittura incalzante e personaggi vivi e pulsanti, B. Bianchi racconta l'epica quotidiana, perché ogni apocalisse, per quanto privata e piccola, si nasconde nelle pieghe di ogni giorno.

Francesca Ferreri Luna - Il gioco del vento e della luna (2010)

Il gioco del vento e della luna

Francesca, un’inquieta trentenne divisa tra la brillante carriera e la monotonia di un matrimonio quasi perfetto, decide di provare la trasgressione. Complice un annuncio su una rivista specializzata, viene coinvolta in situazioni cariche di tensioni, emozioni e paure dalle quali ne uscirà dopo un incredibile e risolutore incontro finale.

venerdì 12 agosto 2011

Alejandro Amenábar – Apri Gli Occhi

Locandina Apri gli occhi

Un film di Alejandro Amenábar. Con Eduardo Noriega, Penelope Cruz, Chete Lera, Fele Martinez, Najwa Nimri, Gérard Barray, Jorge de Juan, Miguel Palenzuela, Pedro Miguel Martínez, Ion Gabella, Joserra Cadiñanos, Tristán Ulloa, Pepe Navarro, Jaro, Walter Prieto. Titolo originale Abre los ojos. Thriller, durata 117 min. - Spagna, Francia, Italia 1997.

Cesàr è un giovane di successo che cambia continuamente amanti: una sera, a una festa, conosce e si innamora follemente di Sofia, ma il destino ha in serbo per lui un tragico scherzo: tornando a casa si imbatte infatti in una sua ex delusa, Nuria, che esce volontariamente di strada con la sua macchina, trovando la morte, e lasciando Cesàr sfigurato per sempre. In ospedale, il protagonista comincia però ad avere strane visioni e la sua vita cambia radicalmente quando Nuria torna a farsi viva, asserendo di essere Sofia.
Clamoroso successo di pubblico in patria, film amatissimo da Tom Cruise che girerà il remake meno riuscito Vanilla Sky (durante la cui lavorazione inizierà la liason con la Cruz che porterà alla dissoluzione del suo decennale matrimonio con Nicole Kidman), Apri gli Occhi è l'affascinante e complessa opera seconda del talentuoso Amenabar: difficile da seguire e comprendere, per il continuo alternarsi di piani narrativi differenti e passaggi tra finzione e realtà, il film rappresenta un'affascinante incursione nel mondo del subconscio, dell'amore, della sfera emozionale che ognuno di noi possiede e che spesso fatica a emergere, affossata com'è dalla banalità del quotidiano: qui un evento tutto sommato comune, ma al contempo straordinario, come una storia d'amore si trasforma in efficace volano per riflettere sulle mille maschere che indossiamo ogni giorno e sui dubbi e le incertezze che attanagliano la nostra società. Impeccabile il cast, Noriega e Cruz in testa, e grande fotografia di Hans Burmann: tra forma e filosofia, vince il sentimento.
Parere personale: bello

http://www.fileserve.com/file/TZCR4BJ
http://www.fileserve.com/file/SqD5DpF
http://www.fileserve.com/file/MNsTjjc
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Bat For Lashes - Fur & Gold

Fur & Gold

Tremate, tremate, le streghe son tornate! Streghe pur sempre eteree e sintetizzate, d’accordo, ma sicuramente in possesso della pozione adatta a ipnotizzare gli ascoltatori più cedevoli a certe atmosfere cupe ed esoteriche. E non solo loro, probabilmente, considerato che la nostra maestra di cerimonie ha le sembianze avvenenti di Natasha Khan, ventottenne polistrumentista e singer-songwriter anglo-pachistana di stanza a Brighton. Sotto la sua guida, il quartetto al femminile dei Bat For Lashes ha catturato l'attenzione della critica internazionale, specialmente dopo che Devendra Banhart l’ha invitato alla più recente edizione del festival All Tomorrow’s Parties e indie-star come Thom Yorke, Jarvis Cocker e Bjork (che l'ha ingaggiato come spalla sul palco del Rock en Seine) si sono spese in generosi encomi.
Uscita in Inghilterra lo scorso settembre e battezzata a 5 stelle dai, più o meno compiacenti, media connazionali (Guardian, Nme, Mojo e Rocksound), l'opera prima di Natasha e compagne fa la sua apparizione a un anno di distanza in Italia, storica terra di conquista per i dream-popper d'oltremanica - dai pionieri Cocteau Twins alla Alison Goldfrapp ancora illibata di “Felt Mountain”. E fin dal primo ascolto, appare chiaro che "Fur And Gold" ha tutte le carte in regola per tentare un nuovo centro. Undici tracce che ci catapultano per incanto tra maghi e folletti, attraverso scenari fantasy cullati da trasognate melodie elettro-folk.
La Khan, autrice di testi e musiche, si alterna a harpsichord, piano, autoharp, chitarra, beat machine e percussioni, affiancata da Ginger Lee (autoharp, chitarra, piano, percussioni), Abi Fry (viola, batteria, piano) e Lizzie Carey (chitarre, violino, percussioni). Special guest: Josh T Pearson (Lift To Experience), che aggiunge voce e chitarra in tre brani.
Il magical mystery tour prende il via nella fitta selva di harpsichord e voci spettrali di “Horse & I”, fiaba à-la Patrick Wolf che sembra uscita da un libro dei fratelli Grimm e che invece nasce da un sogno di Natasha ispirato dal mito di Giovanna d’Arco. Con la cupa “Trophy” si fa subito evidente il debito verso Bjork, fin troppo citata sia nei timbri infantili sia nelle pulsazioni freddamente nordiche, mentre l'immacolata "Tahiti" mette a nudo l'ugola celestiale della Khan, assecondandola solo con tintinnanti rintocchi di piano. Ma è soprattutto il gothic-pop del singolo "What's A Girl To Do" a far gridare al miracolo: un muro di percussioni che ruba l'intro a "Just Like Honey" dei Jesus And Mary Chain, poi, la metamorfosi, con un'arpa ostinata e cori spettrali a incalzare il canto sinistro di Natasha, che strizza l'occhio a due "streghe" doc del passato, come Kate Bush e Siouxsie Sioux.
E se la mesta ballata piano-voce di "Sad Eyes" potrebbe esser stata sottratta al songbook della prima Tori Amos, il seguito del disco accentua i risvolti "pagani" di questo sortilegio sintetico. Il nervoso shuffle di "Wizard" invoca ossessivamente l'avvento del mago ("the wizard comes") mentre tastiere e drumming scandiscono una sorta di danza propiziatoria ("drink his blood and he's our leader"); la sinfonica "Bat's Mouth" ci trasporta dentro una grotta infestata dai pipistrelli in una gelida notte nordica; la tenera nenia di "Seal Jubilee" inneggia al regno animale degli oceani; "Prescilla" e "Sarah", dietro gli handclapping, i beat e i cori mesmerici, nascondono inconfessabili atrocità ("they cut out her heart when she was a little girl"); mentre l'orrorifica chiusura di "I Saw a Light" narra di luci nella foresta e di una coppia suicida nel retro di un'auto, in un crescendo di effetti thrilling.
Manca forse la coesione e il pathos di un “Wind In The Wires”, ma, pur con tutte le sue ingenuità e i suoi fin troppo espliciti rimandi, "Fur And Gold" lascia intravedere tutto il talento di Natasha Khan, regina dei ghiacci che si aggira per foreste montane e valli sconfinate con il suo fascino misterioso e inquietante. (Ondarock)

Tracklist
1. Horse & I
2. Trophy
3. Tahiti
4. What’S A Girl To Do?
5. Sad Eyes
6. Wizard
7. Prescilla
8. Bat’S Mouth
9. Seal Jubilee
10. Sarah
11. I Saw A Light

http://www.myspace.com/batforlashes

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