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sabato 12 marzo 2011

Stateless - Matilda

Matilda

Quando il tuo primo album fa il botto non è mai un vantaggio, come al contrario si potrebbe pensare, soprattutto quando quell’album viene accostato a nomi con i quali doversi confrontare diventando prima o poi un dovere ed un peso; Nel primo caso bisogna far capire che le qualità ci sono e non sono effimere, il peso invece lo avvertirai con la stesura del disco successivo, e lì son cazzi, perchè la maggior parte degli individui che ti ha lanciato in orbita hanno preventivamente legato intorno a te un filo trasparente e resistentissimo con il quale strattonarti e riportare ad una dimensione normale, quando va bene, il tuo “ego artistico”.
Gli Stateless sono tra quelli che hanno avuto sicuramente questo genere di problema. L’omonimo album del 2007 era diventato in pochissimo tempo una scheggia impazzita all’interno del circuito musicale alternativo, tutti volevano provare il gusto di questa nuova caramella dal sapore esotico ma dal retrogusto già sentito, ci si leccava le dita e le bocche si sfioravano allo scambio di quei suoni, in modo da non farne cadere nemmeno una goccia. Stateless (l’album) aveva i toni fortemente contaminati dal trip-hop inglese dalle sfumature viola-malinconia e dalla voce di Chris James agghindata come un novello Thom Yorke. Nel 2011 arriva Matilda e molti si aspettavano il disco “trip-hop vol.2″ dai figliocci dei Radiohead con qualche variante sonora, invece la band si scrolla di dosso quel peso e diventa, o almeno ci prova, qualcos’altro. I nuovi brani sono apparentemente slegati l’uno dall’altro, bisogna affidarsi solo alla propria capacità di accogliere senza pregiudizi questo nuovo capitolo per avere ben chiare le intenzioni della band. L’elettronica si disperde e si accasa su nuovi lidi anche se l’iniziale “Curtain Call”, insieme a “Miles To go” poco dopo, inganna e rimanda alle composizioni del primo album; Già dalla successiva “Ariel” i suoni cambiano e si resta inizialmente riluttanti; quello che si ascolta sembra la colonna sonora figa di un film Bollywoodiano, questo tocco esotico sarà presente e costante in buona parte dell’album.
Anche le percussioni elettroniche di “Vision” riportano allo stesso film asiatico iniziato con “Ariel” anche se i toni quì sono meno esasperati. La band gioca con altri suoni in “Assassination” prendendo a morsi l’intro di “Something of an End” dei My Brightest Diamond di Shara Worden, la quale restituirà il favore più avanti con la bellissima “I’m on Fire”, e lo risputano alla loro maniera ricoperto da tribalismi sintetici e movenze dub step. L’intermezzo acustico e vagamente chillout del sesto brano “Red Sea” fa da spartiacque con la seconda metà dell’album nella quale il combo inglese cambia pelle; Le mille luci sfavillanti del film guardato finora si fanno via via più ombrose quando parte “I’m on Fire”, il brano più intimo e meno catchy dell’album; Le voci di James e  Shara si intrecciano, aleggia nell’aria un senso di inquietudine in crescendo e si percepisce una flebile rivisitazione di quella “Lilac Wine” contenuta nel testamento di Grazia del giovane Buckley.
“Ballad of NBG” riprende in mano la trama setosa e orientaleggiante, ma con toni più pacati, sostenuta da archi minacciosi i quali saranno presenti anche nei brani finali sotto forma di tensione emotiva struggente (“Song for the Outsider”), finanche romanticamente adagiati su un tappeto soul e avvolgente (“Junior”). Matilda termina con i titoli di coda; “Shall not Complain” è fortemente suggestionato da un oppio mediorientale diluito in quella capacità tipicamente anglossassone nel distillare in un’unica soluzione generi musicali totalmente differenti.
Gli Stateless riescono così a non ripetersi, o a ricordare gioco forza altri musicisti, allontanandosi di qualche passo da ciò che li ha resi noti con un album non così immediato e fruibile, rispetto al precedente, ma comunque ricco di venature e spunti interessanti che fanno ben sperare del futuro di Chris James e soci. (Shiver)

http://www.myspace.com/statelessonline

http://www.multiupload.com/YFGEGJCU6I





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