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lunedì 9 settembre 2013

Glasvegas - Later... When The Tv Turns To Static

Later...When the Tv Turns to Static (Deluxe Edition)

https://myspace.com/glasvegas

Tracklist
1.Later...When the TV Turns to Static
2.Youngblood
3.Choices
4.All I Want Is My Baby
5.Secret Truth
6.I'd Rather Be Dead (Than Be with You)
7.Magazine
8.If
9.Neon Bedroom
10.Finished Sympathy

Una dose eccessiva di emozioni messe a nudo e un romanticismo intenso, quasi spavaldo, hanno delineato gli scozzesi Glasvegas come una delle band più amate-odiate degli ultimi anni.
Il loro esordio del 2008 resta un affresco ancora vivo di malinconia, feedback e testi ricchi di dilemmi, mentre l’outing emotivo del successivo “Euphoric /// Heartbreak” era sì fragile, ma a tratti ancora convincente nonostante il tono eccessivo degli arrangiamenti.
James Allan con “Later…When The TV Turns To Static” affronta la prima crisi d’ispirazione concentrando l’attenzione su un suono più diretto e pulito: nonostante il flusso resti godibile non c’è traccia di quell’ardore che ha reso i Glasvegas una band di culto.
Se le prime note della title track sembrano proiettare tutto in una dimensione più aulica, le tensioni restano in attesa di un’evoluzione che tarda a venire, lasciando una leggera sensazione di amaro in bocca. Purtroppo le dieci tracce restano tutte legate a questo schema involutivo che raramente concretizza il corpo armonico, mentre i testi indugiano sugli ardori giovanili senza la convinzione degli esordi.
Il tono glorioso di brani come “Geraldine” o “Shine Like Stars” e la malinconia persuasiva di "Whatever Hurts You Through The Night" sono ormai un ricordo e quello che resta è un piacevole e innocuo insieme di canzoni agrodolci.
In verità, per un attimo viene voglia di entusiasmarsi: “Youngblood” accenna la stessa enfasi del passato, “If” sprizza rabbia e energia allo stato puro (citando anche i Talking Heads e la loro “Road To Nowhere”), ma sono solo residui di un vigore che sembra dileguarsi nella banalità da talent-show di “Choices” e nel pasticcio armonico di “All I Want Is My Baby”.
Lo slancio di “Sacred Truth” è senz’altro encomiabile e per un attimo capace di catturare l’attenzione, ma la mancanza d’identità resta il vero problema del terzo capitolo dei Glasvegas: brani come “I’d Rather Be Dead (Than Be With You)” e “Neon Bedroom “ non hanno quel brio capace di resuscitare la passione del primo album.
Il passaggio alla gloriosa Bmg non sembra aver ridato slancio a James Allan, e il budget più solido ha contaminato le sonorità del gruppo, rendendole troppo pulite e prevedibili: nonostante il buon cuore dei fan, “Later... When the TV Turns to Static” è destinato a restare un capitolo minore della loro carriera discografica. (Ondarock)

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