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sabato 24 luglio 2010
Seawolf - Leaves In The River
http://www.myspace.com/seawolf
http://www.mediafire.com/?nybddjy3bwt
Tracklist
1. Leaves in the River
2. Winter Windows
3. Black Dirt
4. Rose Captian, The
5. Middle Distance Runner
6. You're a Wolf
7. Song for the Dead
8. Black Leaf Falls
9. Cold, The Dark & The Silence, The
10. Neutral Ground
giovedì 22 luglio 2010
Lighting Dust - Lighting Dust
http://www.myspace.com/lightningdust
http://www.mediafire.com/?anaetmczkvm1cz2
Ormai folk e figli stanno facendo incetta di proseliti un po’ ovunque. Devendra aveva aperto la strada, Cat Power ne era la stella, Joanna Newsom (“Higway” potrebbe essere inserita in quel gioiello che risponde al nome di “Ys)”, nell’anno passato, ha rivelato al mondo che anche nel 2006 con un’arpa si può essere originali. Ma quel filone dai contorni vagamente psichedelici trova piena consacrazione nei lavori degli Espers. Potrà sembrare dunque facile operazione comparare i Lightning Dust a quel gruppo di Philadelphia che ha letteralmente catturato i cuori degli ascoltatori più attenti. L’equazione però non è così semplice, perché di fondo c’è una differenza sostanziale: l’approccio. Se da un lato infatti gli Espers risultano autori di un paio di album che possono definirsi sicuramente sunto programmatico di quel movimento psych-folk, i Lightning Dust sembrano più proiettati verso l’album-compitino, quello che l’alunno fa controvoglia e grazie al quale non riesce a strappare nulla più che un sei. E prontamente verrà ammonito dalla maestra per la mancata cura, il mancato impegno, con i classici ammonimenti del caso.
Ecco che cosa è questo omonimo. Un album che strizza l’occhio al lato intimista, un album che presenta caratteristiche affini ad altre migliaia di dischi e che pare inevitabilmente destinato a finire in quel pozzo senza fondo di lavori, non dico brutti, ma trascurabili sì. Avrete ben capito che qui l’originalità rasenta lo zero. E ben sapete pure che sul fatto che la Jagjaguwar non sbagli un colpo ci si potrebbe mettere la mano sul fuoco, ma effettivamente c’è la sensazione che questa volta qualcosa non torni. Amber Webber e Joshua Wells, già membri dei Black Mountain, danno alle stampe il loro debutto, dopo essersi staccati dal gruppo madre. E se nell’omonimo album del gruppo canadese erano le spinte hard-rock a farla da padrone, ora la dimensione si fa decisamente diversa. L’intimità è il fulcro. E il duo pare volercelo spiegare accompagnandoci per le vie della dolcissima “Castles And Caves”.
Piccoli bozzetti impressionisti vengono tracciati da un organo in “Listened On”, mentre il breve (e banale) pop-country di “Wind Me Up” sa di muffa quanto pochi altri. E dispiace davvero trovarsi di fronte al teatrale incedere di “Jump In”, che non fa altro che rafforzare le perplessità, precedentemente esposte, o quando ci si imbatte in quelle note zingare di “Heaven” che toccano i precordi dell’animo.
La qualità generale, seppur non pessima, viene messa in costante pericolo dall'ombra del "già sentito" e i dubbi di scopiazzature varie si rincorrono. Duole il cuore a sentire dischi del genere. Dischi tutt’altro che censurabili e/o stroncabili, ma che paiono lasciati al loro destino, incompiuti. (Ondarock)
Tracklist
1. Listened On
2. When You Go
3. Wind Me Up
4. Take Me Back
5. Jump In
6. Heaven
7. Castles And Caves
8. Highway
9. Breathe
10. Days Go By
martedì 13 luglio 2010
Her Name Is Calla - The Heritage
http://www.myspace.com/hernameiscalla
http://www.mediafire.com/?efzvm32gxz1
Tracklist
1. Nylon 6:30
2. New Englan 9:14
3. Paying For Your Funeral 5:02
4. Wren 5:21
5. Motherfucker! It's Alive And It's Bleeding 8:10
6. Rebirth 17:03
Giorgio Canali & Rossofuoco - Nostra Signora Della Dinamite
http://www.myspace.com/giorgiocanali
http://mediafire.com/?qyjrz4owvna
Giorgio Canali & Rossofuoco - Quello Della Foto
Ditemi qualcosa di più
Vorrei avere , per favore, notizie di me
Datemi un indizio in più
Qualcosa che mi aiuti a capire
Che fine ho fatto, che cosa mi è successo di nuovo,
Che cosa ho fatto, dove mi trovo
.. ..
Io non esisto, io sono il vuoto,
sono quello tagliato via nella foto
Io sono il margine, sono la sponda
Io sono quello che resta all’ombra
Io sono il mai, Io sono il senza
Io sono l’inesistenza
Io sono il bujo, non ci sono e non c’ero
Io sono la dissolvenza al nero
.. ..
Ditemi qualcosa di più
Qualcosa che mi aiuti a capire
Datemi un indizio in più
Vorrei sapere
Che fine ho fatto, che cosa mi è successo di nuovo,
Che cosa ho fatto, dove mi trovo
Chissà che faccia ho adesso
Che cosa mi è successo
.. ..
Io non esisto, io sono il vuoto,
sono quello tagliato via nella foto
Io sono il margine, sono la sponda
Io sono quello che resta all’ombra
Io sono il mai, Io sono il senza
Io sono l’inesistenza
Io sono il bujo, non ci sono e non c’ero
Io sono la dissolvenza al nero
.. ..
Io sono niente, sono il non vivo
Io sono il punto interrogativo
Sono lo zero, sono il cancellato
Io sono il bambino mai nato
Sono il mancante, sono l’assenza
Sono l’eroe della desistenza
Io sono il no, sono il disperso
Sono il filo interrotto del discorso
.. ..
Io sono il nulla, io sono il vuoto
sono quello che manca nella foto
io sono il forse, io sono il mai
io sono ciò che non ricorderai
io sono fumo, io sono aria
io sono il buco di memoria
io sono il non so il presente negato
io sono quello che non c’è mai stato
.. ..
io sono quello di cui non si chiede
io sono quello che non si vede
sono la fuga, il cammino perduto
io sono il disertore ignoto
sono il refuso, la latitanza
la distrazione, la dimenticanza
sono il dilemma, sono il non saprei
io sono quello che non c’è mai
.. ..
io sono il nulla, io sono il vuoto
io sono quello che non viene in foto.
A volerlo descrivere con una boutade: Canali sono le bestemmie dette come parole d'amore e viceversa. Le sue non sono mai semplici canzoni, sono preghiere battagliere & poesie dinamitarde, sempre intrise di realistico disincanto ("sulla sponda del fiume prego il vostro dio, che il prossimo cadavere che passa non sia il mio"). Canali è il nichilismo vitale, il pessimismo ribelle. Uno spot vivente all'anarchismo creativo (e attivo, basti pensare al suo infaticabile essere produttore artistico della peggio-meglio gioventù in musica nostrana). Una versione consapevole del Giancarlo Giannini di "Film d'amore e d'anarchia" della Wertmuller: quella stessa identica insensata provinciale purezza, quella missione da portare a termine che ti incendia lo sguardo (e questo "Nostra signora della dinamite"-perchèno- potrebbe esserne la colonna sonora alternativa per un finale diverso). Già. Tanto burbero e spigoloso quanto poetico ed empatico, Canali è il nostro Gainsbourg senza le menate intellettuali e le pose da divo: le stesse sigarette senza filtro e lo stesso indistinguibile approcciarsi alla vita come all'arte. Radicale, intransigente, chirurgico quando seziona l'animo e i sentimenti, ma senza distacco anzi sporcandosi le mani, mettendosi in mezzo in prima persona. Con la foga e l'irruenza di un ventenne, con (ormai) l'esperienza di un cinquantenne: "ridono, ma cosa ci sarà mai da ridere? è un'assenza di pensiero che non puoi condividere!". E 'sticazzi. Una scrittura che è lucidità e "forza" insieme, che ribalta tutti i luoghi comuni. Che, come ha già scritto Carlo, "strozza l'Italia delle canzonette rispettandone la storia, si inventa una nuova melodia, le nuvole diventano 'senza Messico'; al posto di ululare alla luna come tutti i comuni mortali, è la luna che a volte ulula a lui". Essenziale, esiziale, senza nessun orpello o stronzata di troppo. Mai. "Qualcuno abbatta questi angeli, hanno rotto i coglioni". Che ti viene da pensare che Canali è uno di quelli che ha capito, di quelli che sanno tutto e che sanno come dirlo. Che vorresti essere una ragazza solo per gridare al cielo blu quel capolavoro che è 'Tutti gli uomini' ("e balli da sola, con 1000 occhi su di te, lasci senza parola ogni idiota che ti vede sorridere, ma quando scende la sera lo sai che quel sorriso non dura. Così resti da sola. Lo sai che prima o poi ci cascherai ancora. Come un'idiota ti innamorerai di un altro idiota ancora..."). E ti vengono i brividi solo a trascriverne il testo. E così è per parecchi altri pezzi di questa 5° uscita discografica ufficiale, fuori ancora per La Tempesta. Qualcosa come "proteggi i nostri impeti nostra signora della dinamite, mentre il mondo vive il suo miraggio di essere reale", per mettere le cose in chiaro. Se il precedente 'Tutti contro tutti' (2007) non aveva per niente convinto, questa nuova fatica spazza via ogni dubbio su un possibile rammollimento o -peggio- perdita d'ispirazione di monsieur LAZLOTòZ. "Nel lento e inesorabile precipitare degli eventi. Quale magia fà sì che ancora si canti?". Già. Una Magia (e una 'Lezione di poesia'). Come dire che mentre un mondo intero se ne va a puttane, Canali ci fa sapere che lui se ne sbatte i coglioni e resiste, accompagnato dalla fidata brigata Rossofuoco che ormai ha trovato la propria alchimia ed equilibrio perfetto nella batteria carrarmato di Luca Martelli, nel basso suadente sfuggente e francese di Claude Saut, nella chitarra testarossa di Marco Greco. E via andare. Le prime 4 tracce del disco sono da infarto. Perfette. Se il disco si chiudesse così sarebbe disco dell'anno a occhi chiusi, un Primascelta di quelli granitici e pesantissimi, invece poi Canali ci aggiunge pezzi marginali (lo fa sempre), poco rifiniti, poco diretti, palesemente poco riusciti (sarebbe interessante chiedergli perchè. appuntiamocelo per l'intervista), con qualche strofa geniale che però non basta a reggere il livello. Fino alla conclusiva e ariosa 'Mme e Mr Curie' che è un soffio di poesia che ti lascia lì così, esanime, a far ripartire il disco dall'inizio e ripensare che è così, che non ci sono cazzi, che parole più belle e esatte per dirlo non ci sono, che "se riesco a tenere i pensieri lontano da tutte le altre cose che mi fanno male, non riesco a tenerli lontano da te". Va bene così. D'altronde è evidente che "Nemmeno qui riesco a non pensare a te" e in più ho scritto fin troppo su un disco (e un artista) che è refrattario a qualsiasi chiacchiera inutile, che è pura sostanza.
C'est tout. Adesso un altro Pastis, per favore. (Rockit)
Tracklist
01. Quello della foto
02. Lezioni di poesia
03. Tutti gli uomini
04. Nuvole senza Messico
05. Rifugi di emergenza
06. Nostra Signora della Dinamite
07. MP nella BG
08. Schegge vaganti
09. Respira ancora
10. M.me et Mr. Curie
domenica 4 luglio 2010
Dente - L'amore Non E' Bello
http://www.myspace.com/amodente
http://www.mediafire.com/?5gzmhymlmnm
Buon Appetito - Testo
Sapessi che felicità mi dà l'idea di non vederti più, l'idea di non fidarmi più qualsiasi cosa mi dirai
Sapessi che felicità mi dà l'idea di non toccarti più, l'idea di non seguirti più in tutto ciò che fai
Ho messo le mani in tasca ed ho sputato sulla tavola, buon appetito amore mio!
Sapessi che felicità mi dà l'idea di non sapere più quando cammini dove vai, quando dormi con chi lo fai
Di tutte le lacrime che hai quante ne piangerai?
Quantificando il male che mi fai ho visto che non finisce mai
Quindi ho messo le mani in tasca ed ho sputato sulla tavola, buon appetito amore mio!
Quando fai la spesa cosa comperi, di che colore hai colorato i mobili,
vorrei non sapere più nemmeno dove abiti (x7)
"L'amore non è bello" (senza puntini di sospensione, sia chiaro) non è lo scontato inizio di uno proverbio, ma è un'affermazione recisa, che intende sottolineare in maniera esplicita la presa di distanze del cantautore Giuseppe Peveri, in arte Dente, dell'altrettanto scontata e retorica del cuore/amore, nella quale troppo facilmente incorrono quanti scrivono (o pensano di scrivere...) canzoni pop in italiano.
"L'amore non è bello" è dunque il terzo album di Dente, scopertosi cantautore solista dopo un passato da solo chitarrista e già fattosi apprezzare con il precedente "Non c'è due senza te" e per performance dal vivo nelle quali, oltre a presentare il suo lato strettamente musicale, concede libero sfogo a un'ironia quasi cabarettistica, espressa in giochi di parole e racconti stravaganti, dotati di una sana dose di cinismo. Lo stesso cinismo che ci vuole a far uscire proprio il giorno di San Valentino un album incentrato sì su temi amorosi, ma trattati in modo tutt'altro che mieloso, sezionando rapporti esauriti e narrando dell'amore soprattutto gli aspetti meno prosaici e forse per questo più autentici.
Decisamente più curato nella produzione e negli arrangiamenti rispetto al debutto "Anice in bocca" e al predecessore "Non c'è due senza te", "L'amore non è bello" vede Dente alle prese con un passaggio importante nell'acquisizione di una consapevolezza cantautorale che affonda palesemente le sue radici nella tradizione popolare italiana, tuttavia riveduta con un piglio fresco e personale, cui giova senz'altro lo spirito giocoso ma mai troppo autoreferenziale di testi dotati del pregio di non prendersi troppo sul serio, non così comune da riscontrare in chi fa musica in Italia.
In tredici brani limpidi e davvero godibili, Dente dimostra di sapersi destreggiare con abilità nella scrittura di canzoni dal pronto impatto melodico e adesso impreziosite da un ricco impianto strumentale, che lo vede impegnato al pianoforte oltre che alla chitarra e supportato dall'orchestrazione dei fiati a cura di Enrico Gabrielli (Afterhours), oltre che da altri collaboratori occasionali quali Fabio Dondelli e Andrea Abeni (Annie Hall) e l’immancabile Vasco Brondi. La maggior cura nella realizzazione del lavoro finisce dunque per esaltare l'aggraziato sentore agrodolce dei testi, che rappresentano il vero tratto distintivo del cantautore emiliano. Se infatti dal punto di vista melodico risulta inevitabile stabilire un nesso con il lirismo del Battisti più arioso, magari amalgamato con un pizzico del disincanto e del sottile nonsense di un Ivan Graziani, Dente riesce tuttavia a riempire i suoi brani di un'impronta personale, facendosi apprezzare tanto nelle canzoni d'amore al contrario ("sapessi che piacere che mi dà l'idea di non vederti più", “dove sono andate tutte quelle cose che non dividiamo più”) quanto in narrazioni divertite, come quella della disavventura con l'etilometro di "Quel Mazzolino", che dimostra la sottile ricercatezza del calembour linguistico ("ma non le sembra un controsenso scrivere un verbale?").
Ma Dente sa anche ammantare le sue canzoni di un'aura malinconica ma mai seriosa, come nei pezzi in cui rinuncia ai pur discreti divertissement a base di tastierine vezzose, in favore di canzoni d’amore più lineari o della semplicità della chitarra e del pianoforte, che accompagna le caustiche riflessioni sulla vita di coppia delle varie “Incubo”, "Buon appetito", "Sole" e “Sempre uguale a mai”.
Al di là dell'approccio alle tematiche trattate, "L'amore non è bello" è un lavoro con tutte le carte in regola per avvicinare al suo autore un pubblico più vasto di quello del solo ambito indipendente, e rappresenta altresì la dimostrazione di come il cantautorato pop italiano possa ancora trovare interpreti brillanti e credibili, con buona pace di chi continua a pensare che certa musica italiana si esaurisca soltanto negli stantii rituali sanremesi. (Ondarock)
Tracklist
1 La presunta santità di Irene
2 Incubo
3 A me piace lei
4 Voce piccolina
5 Buon appetito
6 La più grande che ci sia
7 Sole
8 Parlando di lei a te
9 Quel Mazzolino
10 Sempre uguale a mai
11 Finalmente
12 Vieni a vivere
13 Solo andata
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