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venerdì 30 aprile 2010

Corde Oblique - The Stones Of Naples

The Stones of Naples

Il Voto Di Pierolupo: 4/5

http://www.myspace.com/cordeobliqueunofficial

Music Research Engine

Corde Oblique è il progetto folk-acustico di Riccardo Prencipe, artista napoletano che, facendo leva anche sulla sua attività di storico dell’arte, è da sempre interessato alla creazione di una musica profondamente “visiva”, capace di raccontare e descrivere luoghi suggestivi. “The Stones Of Naples” è il suo terzo lavoro e prende il titolo dall’omonimo libro della storica dell’arte Caroline Bruzelius, che ha condotto studi sull’architettura medievale di Napoli. Un omaggio, quindi, a uno dei periodi storici più importanti della capitale del Sud. Un omaggio fatto di suoni che sono vere e proprie discese tra le ombre di un passato che fa sentire ancora forte la sua eco sulla quotidianità di una città tanto bella quanto problematica.
Coadiuvato da una schiera di musicisti, Riccardo solleva, così, il velo di una musica che, pur respirando il presente, bagna, come è giusto che sia, il suo volto tra le sorgenti del passato. Però, diciamolo subito, questi brani, pur nella loro delicatezza e nella loro appassionata dedizione verso sonorità scolpite nel tempo, non riescono, il più delle volte, ad andare oltre una certa convenzionalità. Per dire, giusto per mantenerci nello stesso ambito, non possiedono quella reale “profondità” e quella capacità di metabolizzare davvero il presente per riconsiderarlo alla luce del passato che abbiamo rintracciato nel disco dei Sinenomine.
Ad ogni modo, gli appassionati del genere saranno certamente a loro agio con composizioni come “La quinta ricerca” (un connubio di crepuscolarismo folk e sortite classicheggianti con tanto di dedica a Proust), la vulnerabilità e la fragilità di “Like an Ancient Black and White Movie”, la ballata in punta di piedi di “Dal castello di Avella” e la solare “La gente che resta”, impreziosita dalla voce di Claudia Sorvillo e dal clarinetto di Franco Perreca.
Accanto alla cover di “Flying” degli Anathema - che trova nel violino di Edo Notarloberti lo snodo cruciale per spingere ancora oltre, in fatto di intensità, un brano dai toni cupi e malinconici - trovano posto, poi, una “Barrio Gotico” (forse il momento migliore del disco) che, partendo dall’humus partenopeo, lo contamina con sonorità “altre”, in un gioco di rimandi che, finalmente, restituisce al disco un’impronta emozionale più “sentita”, meno scontata; il lirismo accorato di “La città dagli occhi neri” (dedicata a Napoli), la preghiera “irrisolta” di “Flower Bud” e una “Venti di sale” che, ispirata dal porto di Torre Annunziata, restituisce il mistero di quello che Borges definiva “un linguaggio indecifrabile”. (Ondarock)

Tracklist
1. La quinta ricerca
2. Venti di sale
3. Flower bud
4. Flying
5. Like an ancient black and white movie
6. La città dagli occhi neri
7. Nostalgica avanguardia
8. The quality of silence
9. Barrio Gotico
10. Dal castello di Avella
11. La gente che resta
12. Piscina Mirabilis





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