Link & Review Research

Questo è un motore Google per la ricerca di recensioni e link, copia e incolla autore e titolo

This engine is a Google search for reviews and links, copy and paste title and author

Ricerca personalizzata

martedì 17 febbraio 2009

Franco Battiato - Fleurs 2

Fleurs 2

Music Research Engine

http://www.myspace.com/francobattiato

Il Voto Di Pierolupo: 4/5

Sono in difficoltà, lo confesso. E mi imbarazza dover mettere le mani avanti con una excusatio non petita, e non dovuta. Ma bisogna farlo. Al di là degli ottimi rapporti personali con Franco Battiato, risalenti a una frequentazione iniziata nei primi anni Ottanta (quando, da quasi-giovane ufficio stampa della EMI, mi spesi con entusiasmo e convinzione su “L’era del cinghiale bianco”), e al di là della stima professionale per l’artista (verificabile anche qui su Rockol: vedere le mie recensioni a “Fleurs 3”, “La convenzione”, “Le stagioni del nostro amore”), ero ansioso di ascoltare questo “Fleurs 2”, con cui Battiato ritorna sul luogo del delitto (cosa che aveva assicurato di non voler fare all’uscita di “Fleurs 3”, quando aveva annunciato che quello sarebbe stato il suo ultimo album di cover). Lo fa a suo modo, paradossalmente completando una trilogia con il “secondo” album della serie - iniziata con il primo e proseguita con il terzo.
Ero, comunque, positivamente prevenuto, dato che i primi due “Fleurs” m’erano piaciuti, a tratti anche molto piaciuti. E invece, “Fleurs 2” nel complesso mi delude. Facciamo pure la tara alle aspettative, nel senso che m’aspettavo molto, e un tantino di insoddisfazione a volte è inevitabile, quando ci si aspetta molto - cosa che, trattandosi di Battiato, è lecita e quasi doverosa. Consideriamo pure che il brano di apertura del disco - l’inedita “Tutto l’universo obbedisce all’amore”, cantata con Carmen Consoli - offre un primo impatto piuttosto debole, se si eccettuano alcuni felici passaggi del testo (nella vita in due “bisogna muoversi come ospiti, pieni di premure, con delicata attenzione”). Non sembra, a me almeno, un episodio memorabile nell’ampio canzoniere di Battiato. Ma il secondo pezzo, rilettura dolente e composta della splendida “Era d’estate” di Sergio Endrigo (1963), mi ha fatto invece ben sperare: sembra uscito - e forse lo è - dalle registrazioni di “Fleurs 1”, dove già figuravano due canzoni del cantautore di Pola (“Aria di neve” e “Te lo leggo negli occhi”). Voce, pianoforte e archi discreti per un prezioso gioiello di tre minuti.
La terza traccia, “E più ti amo”, merita un po’ di storiografia - giusto per rimediare alla sciatteria con cui è stata descritta dai miei happy few colleghi convocati a fine ottobre a Parigi per la presentazione in anteprima del disco. “E più ti amo” è una canzone del francese Alain Barrière, “Plus je t’entends”, che l’interprete originario portò anche nella classifica italiana fra il settembre e il novembre del 1964, attraverso un testo nella nostra lingua scritto da Gino Paoli. Franco Battiato l’aveva già incisa, nel 1965: era la seconda di due canzoni da lui registrate per i 45 giri allegati a un settimanale di enigmistica, “Nuova Enigmistica Tascabile”, pubblicato dalla Corrado Tedeschi Editore. All’epoca Battiato, da poco “sbarcato” a Milano dalla natìa Sicilia, sbarcava il lunario anche prestando la voce a registrazioni poco prestigiose. Il 45 giri con “E più ti amo” nell’esecuzione di Francesco Battiato col complesso degli Enigmisti fu allegato al numero 531 della rivista, datato 27 marzo (sull’altro lato c’era “Prima o poi”, una canzone di Remo Germani nell’esecuzione di Ezio de Gradi). Ma questo 45 giri non è, come hanno scritto gli illustri colleghi, il primo disco registrato da Battiato per la NET (Nuova Enigmistica Tascabile); il primo è invece “L’amore è partito”, che uscì il 20 febbraio dello stesso 1965: la canzone era stata portata in gara al Festival di Sanremo dal suo autore, Beppe Cardile, in doppia esecuzione con Anita Harris (cantante inglese, del Somerset, che avrà il suo maggior successo nel 1967 con “Just loving you”, ma che è più ricordata per un suo servizio di nudo apparso sul mensile “Mayfair” nell’ottobre dello stesso anno - nello stesso numero c’era anche un servizio con Raquel Welch). La versione Battiato di “L’amore è partito” era accoppiata su quel 45 giri con l’esecuzione di “E’ la fine” (canzone originariamente di Ricky Gianco) da parte di Dani Andress.
Mi sono allontanato dal punto, lo so. Torniamo a “E più ti amo” nella versione inclusa in “Fleurs 2”: già non era una gran canzone in originale francese (molto meglio, nel genere e nell’epoca, la “J’entends siffler le train” di Richard Anthony, inclusa peraltro in “Fleurs 1”), ma il testo - ricordo, di Gino Paoli - è di una banalità esasperante. Non è colpa di Battiato - il testo, dico - ma, insomma, la canzone l’ha scelta lui, e in questo disco è un punto debole - anche perché l’arrangiamento e l’esecuzione non sono propriamente brillanti.
Curiosa, per chi non conosce gli esordi di Battiato, anche l’inclusione di “It’s five o’ clock”. E’ un vecchio 45 giri (1970) degli Aphrodite’s Child di Vangelis: il loro sesto in inglese (nel mezzo c’è la sanremese “Lontano dagli occhi” di Sergio Endrigo, cantata in italiano). Battiato aveva già rifatto il primo grande successo del trio greco - “Rain and tears” - col titolo “Lacrime e pioggia”, su testo di Vito Pallavicini; la sua cover dell’epoca non era mai uscita su disco ufficiale, ma era inclusa nell’antologia uscita nel 1971 nella collana discografica “Superstar” della Curcio Editore. Tornando qui a misurarsi con gli Aphrodite’s Child, Battiato allestisce una versione meno “Procol Harum” dell’originaria, caratterizzata dalla pronuncia inglese iperscolastica che, se è di grande effetto in certi pastiches tipo “Cuccuruccuccu paloma”, mostra la corda se applicata a un’intera canzone (vedi la “Ruby Tuesday” di “Fleurs 1”): e senza far paragoni con la voce fuoriserie di Demis Roussos. Che Dio mi perdoni l’insolenza: ma la “It’s five o’ clock” di questo disco fa pensare a un pianobarista che la canti su un file midi. E non è detto - e non dico - che non fosse proprio questo il risultato che Battiato aveva in mente di ottenere. Nei cori si sente una voce che potrebbe essere quella di Sepideh Raissadat, la stessa del featuring in “Il venait d’avoir 18 ans” di cui diremo poi (non posso confermare l’impressione perché non dispongo, mentre scrivo, del libretto del Cd).
Altra atmosfera in “Del suo veloce volo”: è una cover, voci e pianoforte, di una canzone di Antony and the Johnson, “Frankenstein”: non cercatela negli album del musicista newyorchese, era la facciata B di un singolo. Chissà se Battiato l’ha scelta perché il nome Frankenstein gli ha ricordato il vecchio sodale Gianni Sassi - che usava il nome del mostro come pseudonimo. Comunque il risultato della rilettura è interessante, grazie anche alla partecipazione - con una frase cantata in italiano (!) e alcuni vocalizzi - proprio di Antony. Il testo, inquietante e diaristico, non ha quasi nulla a che vedere, se non le parole “la visione... dell’amore”, con quello originario inglese del brano.
Se l’inglese di Battiato è scolastico, il francese non lo è di meno: la pronuncia delle parole di “Et maintenant” (come quella della canzone di Dalida che seguirà dopo tre brani) fa arricciare il naso, e rispetto alla versione originaria di Gilbert Bécaud la cover di Battiato, rinunciandone all’elemento più caratterizzante - l’incalzante tempo di bolero, solo citato sul finale dal pianoforte - perde (consapevolmente) in drammaticità, senza però guadagnarne in intensità. L’episodio forse più inatteso di “Fleurs 2” è “Sitting on the dock of the bay” di Otis Redding. Una canzone-simbolo, anche perché è il più grande successo del soulman di Dawson ed uscì postuma nell’anno dopo la sua morte (1968) essendo stata registrata tre giorni prima del tragico incidente aereo sul lago Monona. A parte la faccenda della pronuncia, il canto di Battiato è lontanissimo dal soul - il che potrebbe anche essere una scelta stilistica - ma l’alternanza della sua voce con quella ben più calda di Anne Ducros, giovane cantante jazz francese (che la canzone di Redding l’ha già inclusa nel suo album del 2007, “Urban tribe”, insieme ad altri classici pop come “Over the rainbow” e “Sexy Sadie”) squilibra l’ascolto e penalizza il risultato finale.
Battiato torna ad atmosfere più consone (e anche più prevedibili e meno sorprendenti, d’accordo) con “Il Carmelo di Echt”, un rarefatto brano firmato da Juri Camisasca, registrato dall’autore nel suo disco omonimo del 1991, e già inciso da Giuni Russo (in una versione di studio del 1999, pubblicata però solo lo scorso anno nel triplo antologico “The complete Giuni Russo”, e in una versione dal vivo nell’album “Signorina Romeo Live”, del 2002). L’esito è suggestivo e quasi mistico, come è richiesto dalla natura stessa della composizione.
Tutt’altra aria in “Il venait d’avoir 18 ans”. La canzone fu uno dei grandi successi di Dalida, che la pubblicò nel 1975. Recentemente è stata inclusa da Patty Pravo nel suo recente album-tributo alla cantante francese, “Spero che ti piaccia... pour toi”, cantata in francese. E benché ne esista un testo italiano, molto fedele all’originale, intitolato “18 anni” e firmato da Roberto Arnaldi (conduttore di Radio Montecarlo), Battiato sceglie di intervenire sul testo francese “girandolo” narrativamente in terza persona - ma scivolando sulla grammatica (“Quand il s’est approché de lui” - e “lui” non va bene, ci voleva “elle” - “aurait donné n’importe quoi pour le séduire” - e qui manca un “elle” prima di “aurait”, e, più avanti, “aurait voulu le retenir”, ancora una volta senza “elle”). Anche qui, l’ingresso di una seconda voce - quella dell’iraniana Sepideh Raissadat - fa svoltare il brano in atmosfere più evocative, più emozionanti. A proposito della Raissadat, della quale i soliti colleghi di cui sopra hanno collettivamente storpiato il cognome in “Raisadat” fidandosi delle informazioni della Universal, va ricordato che la ventisettenne cantante, attualmente residente in Italia dove insegna al DAMS di Bologna, è stata la prima donna iraniana che abbia cantato in duetto in Iran dopo la rivoluzione islamica (nel 2000 ha registrato “Konj-e-Sabouri” con Alì Rostamian e Parviz Meshkatian). E a proposito di Dalida, pochi sanno che Battiato aveva già ripreso una canzone della franco-egiziana: avvenne nel 1970, quando registrò (senza mai pubblicarla ufficialmente) una cover in italiano di “Darla dirladada” intitolata "La campagna e l'amore".
Curioso che Battiato non abbia voluto una seconda voce ad accompagnarlo nella sua ripresa di “Bridge over troubled water”, il classico di Simon & Garfunkel che intitola l’album omonimo del duo (1970). La versione Battiato, per voce e pianoforte più archi, non riesce a competere col quella di riferimento: che, del resto, è così canonica da non permetterlo (forse sarebbe stato il caso di concedersi maggiore libertà).
“La musica muore” è una canzone scritta da Juri Camisasca e dall’autore pubblicata su singolo nel 1975 (è contenuta nel Cd antologico “La convenzione”, 2003). Si tratta di un recupero giustificato soprattutto da un testo ancora sorprendentemente attuale, la cui interpretazione è qui affidata prima a Battiato poi - più efficacemente - all’autore e interprete originario.
Chiude il disco “L’addio”, di cui Giuni Russo diede un’interpretazione vocalmente irraggiungibile nel suo album “Energie” (1981). Battiato sceglie, inevitabilmente, una cifra interpretativa all’opposto di quella virtuosistica di Giuni: malinconica e rassegnata, diventa quasi un saluto all’amica scomparsa, ed è, nella sua veste scarna e “stripped bare”, il momento forse più emozionante dell’album.
Rileggendo le (fin troppe) parole scritte finora, mi rendo conto che non c’è bisogno del consueto pistolotto finale. Vi sarete fatti un’idea del mio, non entusiastico, parere complessivo sul disco: adesso ascoltatelo e fatevi la vostra. (Rockol)

Tutto l’universo obbedisce all’amore
Rara la vita in due fatta di lievi gesti
e affetti di giornata, consistenti o no,
bisogna muoversi come ospiti pieni di premure
con delicata attenzione per non disturbare...

ed è in certi sguardi
che si vede l’infinito

Stridono le auto come bisonti infuriati,
le strade sono praterie...
accanto a grattacieli assolati,
come possiamo tenere nascosta la nostra intesa

ed è in certi sguardi
che s’intravede l’infinito

Tutto l’universo obbedisce all’amore,
come puoi tenere nascosto un amore.
Ed è così
che ci trattiene nelle sue catene
tutto l’universo obbedisce all’amore

Come possiamo
tenere nascosta la nostra intesa
ed è in certi sguardi
che si nasconde l’infinito

Tutto l’universo obbedisce……………

Era d’estate
Era d’estate e tu eri con me
era d’estate tanto tempo fa
ora per ora noi vivevamo
giorni e notti felici
senza domani

Era d’autunno e tu eri con me
era d’autunno poco tempo fa
ora per ora senza un sorriso
si spegneva l’estate negli occhi tuoi

Io ti guardavo e sognavo una vita tutta con te
ma i sogni belli non si avverano mai

Era d’estate e tu eri con me
era d’estate poco tempo fa
e sul tuo viso lacrime chiare
mi dicevano solo addio

E più ti amo

Più vedo te, più ascolto te, e più ti amo.
ogni parola che dici, t'amo un pò di più;
parole che sono per te sempre le stesse
ed io lo so che parlerai sempre così.

Più vedo te, più ascolto te, e più ti amo
ogni parola che dici, t'amo un pò di più.
Parole che sono per te sempre le stesse
ed io lo so che parlerai sempre così.

Più vedo te, più ascolto te, e più ti amo,
vivo perché tu mi lasci stare vicino a te,
perchè se tu mi dici di no, mi fai morire,
e tu lo sai, la vita sei per me.

E vedo te, e ascolto te, e t'amo sempre
ogni parola che dici t'amo sempre di più.
Parole che sono per me sempre diverse
quando sarà la voce tua che le dirà.

E vedo te, e ascolto te, sempre la stessa
vivo perché tu mi lasci stare vicino a te.
Perchè per me la vita mia non conta niente
è tutto qui quello che ho e lo do a te.

E non dirai, non dirai mai parole uguali
se parlerà la voce tua per me.
E non dirai, non dirai mai parole uguali
se parlerà la voce tua per me.

It's five o' clock
It's five o' clock
and i walk
through the empty streets.
Thoughts fill my head
but then still
no one speaks to me
my mind takes me back
to the years
that have passed me by

It is so hard to believe
that it's me that i see
in the window pane
it is so hard to believe
that all this is the way
that it has to be

It's five o' clock
and i walk
through the empty streets.
The night is my friend
and in him i find sympathy
and so i go back to the years
that have past me by
It is so hard to believe
that it's me that i see
in the window pane
it is so hard to believe
that all this is the way
that it has to be

It's five o' clock
and i walk
through the empty streets.
the night is my friend
and in him i find sympathy.
He gives me day gives me hope
and a little dream too.

Del suo veloce volo
E chissà dove sarai amico
ripensandoti ti rivedo in me
la visione che avevi dell’amore
la tua ironia, e chissà dove sarai

Spesso da ragazzi passavamo insieme
sere inutili e fu in un giorno di
festa per gioco lo so, io lo so
lessi nella tua mano, vidi sulla mano
la tua fine...

E così oggi, dalla mia memoria,
scelgo il meglio della vita
e del suo veloce volo
che finisce come, sempre accade,
troppo presto

Qualcosa un po’ di te
mi è rimasto dentro
indimenticabile per gioco
lo so io lo so
lessi nella tua mano,
vidi sulla mano
la tua fine...

Et maintenant

Et maintenant que vais-je faire
de tout ce temps que sera ma vie
de tous ces gens qui m'indiffèrent
maintenant que tu es partie.
Toutes ces nuite, pourquoi pour qui
et ce matin qui revient pour rien
ce coeur qui bat, pour qui, pour quoi
qui bat trop fort, trop fort.
Et maintenant que vais-je faire
vers quel néant glissera ma vie
tu m'as laissé la terre entière
mais la terre sans toi c'est petit.
Vous, mes amis, soyez gentils
vous savez bien que l'on n'y peut rien
même paris crève d'ennui
toutes ses rues me tuent.

Et maintenant que vais-je faire
je vais en rire pour ne plus pleurer
je vais brûler des nuits entières
au matin je te haïrai
et puis un soir dans mon miroir
je verrai bien la fin du chemin
pas une fleur et pas de pleurs
au moment de l'adieu

Je n'ai vraiment plus rien à faire
je n'ai vraiment plus rien........

Sitting on the dock of the bay
Sitting in the morning sun
i'll be sitting when the evening comes
watching the ships roll in
and i watch 'em roll away again
Sitting on the dock of the bay
watching the tide roll away
sitting on the dock of the bay
wasting time
I left my home in Georgia
headed for the 'frisco bay
i had nothin to live for
and i look like nothing's
gonna come my way
Sitting on the dock of the bay
watching the tide roll away
i'm sitting on the dock of the bay
wasting time
looks like nothing's
gonna change
everything still remains the same
i can't do what ten people
tell me to do
so i guess i'll remain the same

Sitting here resting my bones
and this loneliness won't leave me alone
two thousand miles i roamed
just to make this dock my home
Sitting on the dock of the bay
watching the tide roll away
sitting on the dock of the bay
wasting time

I can't do what ten people
tell me to do
so i guess i'll remain the same

Watching the ships roll in
and i watch 'em roll away again
sitting on the dock of the bay

Il carmelo di Echt

E per vivere in solitudine nella pace e nel silenzio
ai confini della realtà,
mentre ad Auschwitz soffiava forte il vento
e ventilava la pietà,
hai lasciato le cose del mondo,
il pensiero profondo dai voli insondabili,
per una luce che sentivi dentro, le verità invisibili.

Dove sarà Edith Stein?
Dove sarà?

I mattini di maggio riempivano l'aria
i profumi nei chiostri del carmelo di Echt.
Dentro la clausura qualcuno che passava
selezionava gli angeli.
E nel tuo desiderio di cielo una voce nell'aria si udì:
gli ebrei non sono uomini.
E sopra un camion o una motocicletta che sia
ti portarono ad Auschwitz.

Dove sarà Edith Stein?
Dove sarà?

E per vivere in solitudine nella pace e nel silenzio
nel carmelo di Echt.

Il venait d'avoir 18 ans
Il venait d'avoir dix-huit ans
il était beau comme un enfant
fort comme un homme
c'était l'été évidemment
et elle compté en le voyant
ses nuits d'automne
elle mit de l'ordre a ses cheveux
un peu plus de noir sur ses yeux
ça l'a fait rire
quand il s'est approché de lui
aurait donné n'importe quoi
pour le seduire

Il venait d'avoir dix-huit ans
c'était le plus bel argument
de sa victoire
il ne parlait jamais d'amour
il pensait que les mots d'amour
son dérisoires
il lui disait: "j'ai envie de toi"
il avait vu au cinema
"le blé en herbe"
au creux d'un lit improvisé
elle decouvrit émerveillée
un ciel superbe

Il venait d'avoir dix-huit ans
ça le rendait presque insolent de certitude
et pendant qu'il se rhabillait
deja vaincue, elle retrouvait sa solitude
aurait voulu le retenir
pourtant elle le laissé partir
sans faire un geste
il a dit: "c'était pas si mal"
avec la candeur infernale
de sa jeunesse

Il venait d'avoir dix-huit ans
il était beau comme un enfant
fort comme homme
aurait voulu le retenir
pourtant elle le laissé partir
sans faire un geste

Bridge over troubled water

When you’re weary, feeling small,
When tears are in your eyes, I will dry them all;
I’m on your side. When times get rough
And friends just can’t be found,
Like a bridge over troubled water
I will lay me down.
Like a bridge over troubled water
I will lay me down.

When you’re down and out,
When you’re on the street,
When evening falls so hard
I will comfort you.
I’ll take your part.
When darkness comes
And pain is all around,
Like a bridge over troubled water
I will lay me down.
Like a bridge over troubled water
I will lay me down.

Sail on silvergirl, sail on by.
Your time has come to shine.
All your dreams are on their way.
See how they shine.
if you need a friend
I’m sailing right behind.
Like a bridge over troubled water
I will ease your mind.
Like a bridge over troubled water
I will ease your mind.

La musica muore

Sono anni che non cambia niente
tutto è chiuso in un sacco a pelo
con un dito quante macchine ho fermato
quanti stop alle frontiere ho sopportato

Degli Stones amavo Satisfaction
e dei Doors come on baby light my fire
ascoltavo Penny Lane per ore ed ore

Mi ritorna l’eco dei concerti
mi ritorna l’acqua dentro il sacco a pelo
tutt’intorno i fuochi ormai si sono spenti
non resta che un pallido colore
...la musica muore

Parco lambro, Woodstock, l’isola di White.
quanta gente strana ho incontrato per strada
giravo per l’Europa da Londra ad Amsterdam...
on the road again, my generation.

L'addio

Con la fine dell'estate
come in un romanzo l'eroina
visse veramente prigioniera.
Con te dietro la finestra guardavamo
le rondini sfrecciare in alto in verticale
ogni tanto un aquilone
nell'aria curva dava obliquità a quel tempo
che lascia andare via, che lascia andare via.
Gli idrogeni nel mare dell'oblio.

Da una crepa sulla porta ti spiavo nella stanza
un profumo invase l'anima
e una luce prese posto sulla cima delle palme.
Con te dietro la finestra guardavamo
le rondini sfrecciare in alto in verticale
lungo strade di campagna
stavamo bene
per orgoglio non dovevi
lasciarmi andare via, lasciarmi andare via.

Ogni tanto un aquilone
nell'aria curva dava obliquità a quel tempo
che lascia andare via, che lascia andare via
gli idrogeni nel mare dell'oblio.

Quando me ne andai di casa
finsi un'allegria ridicola
dei ragazzi uscivano da scuola.
Dietro alla stazione sopra una corriera.
L'addio

Tracklist
1 Tutto l’universo obbedisce all’amore (inedito con Carmen Consoli)
2 Era d’estate (di Sergio Endrigo)
3 E più ti amo (di Alain Barriere)
4 It’s five o’clock (degli Aphrodite’s Child)
5 Del suo veloce volo (di e con Antony and the Johnson)
6 Et maintenant (di Gilbert Becaud)
7 (Sittin’ on) the dock of the bay (di Otis Redding con Anne Ducros)
8 Il Carmelo di Echt (di Juri Camisasca)
9 Il venait d’avoir 18 ans (di Dalida con Sepideh Raissadat)
10 Bridge over troubled water (di Simon & Garfunkel)
11 La musica muore (di e con Juri Camisasca)
12 L’addio (scritta da Franco Battiato per Giuni Russo)

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...